il Fatto Quotidiano, 3 maggio 2024
Ferro-Maionchi e la pantomima della “revenge tv”
Credevo di essere una persona discretamente sul pezzo, capace di fiutare le notizie e invece devo constatare un fatto doloroso: non riesco più a star dietro alle sfighe altrui. C’è un sovraffollamento tale di rivelazioni drammatiche, di virgolettati tragici, di interviste rilasciate con toni luttuosi che per dedicare 5 minuti al caso della showgirl bullizzata a scuola da piccola mi lascio sfuggire l’attore con la psoriasi, un disastro. Bisognerà organizzare dei corsi di aggiornamento sulle disgrazie private perché si rischiano lacune insanabili. L’ultimo è Tiziano Ferro. Mara Maionchi l’ha accusato in un’intervista di scarsa riconoscenza e di essere sparito nonostante lei lo abbia lanciato, lui affranto fa sapere che in realtà lei lo aveva costretto a dimagrire e a nascondere la sua omosessualità, allora Mara addolorata risponde che non è andata così, quindi Ferro replica che sarebbe stato meglio stare zitto, insomma, una tragedia.
Per la cronaca, Tiziano Ferro negli ultimi anni ci aveva già detto di aver perso il cane, di aver divorziato, di essere stato trattato male da Fiorello al Festival, di essere stato vittima dei bulli, di aver sofferto di alcolismo e non so cos’altro, per cui nessuno si aspettava che avesse a disposizione un ultimo intervallo temporale in cui inserire una nuova disgrazia da raccontare ai media. E invece. Sia chiaro, non sottovaluto nulla di ciò che gli è accaduto nella vita, ma almeno nel caso di Mara Maionchi forse sarebbe il caso di dirla tutta: manager, discografici, produttori, entourage di cantanti e personaggi dello spettacolo danno consigli legati all’immagine perché l’immagine conta.
A qualcuno si chiede di dimagrire, ad altri di andare in palestra o tagliare i capelli, si pagano stylist che stravolgono lo stile degli esordi, si costruisce l’immagine. Le case discografiche investono migliaia di euro nell’immagine dei cantanti.
Ci possono essere diverse sfumature di spietatezza e cinismo nel dire “questo non va”, ma è il sistema a essere spietato, non Mara Maionchi. E forse non si tratta neppure di diktat ma di consigli.
Lo stesso Tiziano Ferro, che a 16 anni pesava 111 chili, ha raccontato spesso quanto fosse a disagio quando andava a sostenere i primi provini, ha intitolato un album “111”, ha spiegato quanto abbia sofferto per il suo peso. Ha dichiarato, a Verissimo: “Quando ho cominciato la carriera, c’era qualcosa nell’aria, qualcosa di non detto, alla fine ho capito qual era il problema per loro, perché non si muoveva niente: ero troppo grasso”. Insomma, dal “non detto” siamo passati al “detto” da quella megera insensibile di Mara Maionchi che – pensate un po’ – gli avrebbe consigliato di lavorare sulla sua immagine per fare un mestiere cui l’immagine conta. E poi, ancora più megera, lo ha anche lanciato sul mercato discografico regalandogli un successo internazionale, invitandolo – dice lui – a tacere sulla sua omosessualità.
Insomma, Ferro si è messo a dieta e ha taciuto sul suo orientamento sessuale obbligato da Mara, mica perché voleva diventare famoso. Chissà se Mara Maionchi ha obbligato anche il Fisco a pignorargli 9 milioni di euro, se è colpa del solito commercialista truffaldino o se per una volta Tiziano Ferro ha una parte di responsabilità in qualche dramma che lo riguardi.
Del resto, tutti sono in cerca di colpe altrui da spifferare in qualche intervista. Anche perché ormai se non hai un capitale di sventure umane e professionali da consegnare in dote all’intervistatore, l’intervista neppure te la fanno. I faccia a faccia servono infatti a consumare vendette private (quella di Fazio ormai è Revenge-tv, se non hai un contenzioso con la Rai non ti invita), oppure ci sono le interviste modello Belve e affini, in cui se non hai almeno due aneddoti pecorecci o drammatici anche di 30 anni prima non sei un ospite appetibile.
Francesca Pascale ha addirittura rivelato di essersi sentita violentata perché fotografata con sua moglie da un paparazzo vicino ai sovranisti. La vittima del paparazzo sovranista ci mancava. Ma poi chi è il paparazzo sovranista, quello che se fotografa un vip su una pista da sci a St. Moritz aggiunge il Monte Amiata con photoshop? Quello che se sorprende Luca Argentero a mangiare il sushi con Kim Kardashian butta via le foto perché i due non pasteggiano a San Daniele? Non si sa. Sappiamo solo che anche noi ci siamo sentiti violentati dalle foto di Francesca Pascale con Berlusconi e Dudù scattate da un paparazzo senz’altro forzista, ma non ce ne siamo mai lamentati.