Domenicale, 28 aprile 2024
I polli lasciati scorrazzare nel bosco
Le immagini, che appaiono in tv, nel web e nelle cronache, non sono sempre di animali felici (polli, maiali, mucche). Tutt’altro, al punto che nella memoria resta impresso un ricordo di girone infernale per animali, dove lo spazio vitale, tra l’uno e l’altro, è inesistente. Si parla tanto di benessere animale, di allevamenti con docce e musiche, purtroppo questo paradiso è per pochi. Quando vedo queste immagini di bolgia animale non posso fare a meno di ritornare al passato, agli anni’60, quando ancora le uova richiamavano il nome della gallina. Poi rifletto e sono conscio che non viviamo più in un’era autarchica e agreste: la popolazione da sfamare è planetaria, ma questo non giustifica il diffuso trattamento attuale degli animali; bisogna imporre “sistemi” di allevamento meno crudeli.
Il mio ottimismo della volontà forse ha superato il pessimismo della ragione durante una visita nelle campagne di Montevarchi, nell’azienda agricola di una giovane allevatrice, Laura Peri. Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo alla vista di polli (razza Valdarnese bianca e Valdarno nera), faraone, anatre pascolare all’aperto, in ben 8 ettari di bosco. Laura ha realizzato il sogno di recuperare la specie di polli che aveva il nonno, in possibile estinzione all’inizio degli anni duemila. Una linea di volatili, che conta anche il piccione, allevato presso un’azienda collegata, che segue un disciplinare imposto dalla stessa Peri. Laura, allevatrice e manager, ha strutturato all’interno dell’azienda un ciclo completo che parte dalla riproduzione, inoculazione, accrescimento, alimentazione, macellazione all’interno della proprietà, fino alla commercializzazione. Nell’azienda è possibile assistere alla deposizione delle uova dei riproduttori che vengono inoculate all’interno delle incubatrici, poi la nascita dei pulcini in un locale a temperatura controllata e, una volta cresciuti, vengono lasciati liberi di scorrazzare nel bosco e mangiare ciò che la natura offre.
La commercializzazione di questi volatili (e di prodotti derivati) è riservata soprattutto alla ristorazione e ai consumatori privati: una produzione sostenibile programmata solo sulle ordinazioni, quindi anche senza spreco. Così è se mi piace!