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 2024  maggio 01 Mercoledì calendario

Intervista a Gerry Scotti

In occasione dei 100 anni dalla nascita di Mike Bongiorno, Canale 5 lo celebra con una nuova edizione della Ruota della Fortuna in onda per tutto il mese di maggio, a partire da lunedì 6, ogni giorno, alle 18.45. Conduce Gerry Scotti.
Mike l’aveva designata, lei si sente il suo erede?
Sorride. «Si parla tanto di eredità ma non ho mai visto niente, facevo prima a iscrivermi alla diatriba degli Agnelli piuttosto che a quella dei Bongiorno per ottenere qualcosa. È la prima volta che conduco un suo programma. La Ruota della Fortuna è perfetto».
Perché?
«Mi piace che sia un programma analogico, mi piace il rumore quasi medioevale della ruota che gira, in un mondo di quiz dove ormai è tutto laser e luci. Poi è un programma entrato nell’immaginario: compro una vocale è diventato un modo di dire. Senza tralasciare che mi sono sempre piaciuti tutti i giochi con le parole».
Cosa pensa di avere in comune con Mike?
«Lui mi diceva che ero un po’ americano, ma solo perché ci teneva a ricordare la sua formazione statunitense. In comune abbiamo il rispetto del lavoro, della gente, una forma di curiosità mai sopita. Seguo il suo linguaggio nella tutela dello sponsor e della réclame come lui ci ha insegnato. Diceva sempre: queste persone ci portano i soldi e gli devi voler bene».
Nella «Ruota» c’è anche la valletta non sovranista, Samira Lui, nata da mamma italiana e papà senegalese.
«La mia personale battaglia è stata avere un ruolo femminile parlante: non è più tempo delle vallette mute, volevo una ragazza che non si limitasse a gestire il tabellone, ma fosse pronta a raccontare curiosità sugli argomenti trattati».
Come sono cambiati i quiz da Mike a oggi?
«Sono cresciuto con Rischiatutto e Telemike. Il campione una volta diventava personaggio, si preparava su una materia e sapeva tutto. Oggi tutti i giochi sono la negazione di quel tipo di format, noi possiamo fare domande che spaziano dal calcio all’astronomia, dalla fisica all’attualità, quella era una preparazione diversa. Oggi il pubblico rifiuterebbe quel tipo di competenza così specifica».
Siamo diventati tutti più ignoranti?
«Mediamente sì. Il quiz che ha abbattuto il muro di Berlino rispetto al passato è stato Chi vuol essere milionario?: la risposta multipla è diventata il nuovo modo di fare il game in televisione e guarda caso anche gli esami ministeriali e i concorsi pubblici sono diventati così. È la società attorno che, come aveva previsto Arbore, è diventata tutta un quiz».
Il caso e la fortuna oggi contano parecchio.
«Una volta la fortuna era malvista. Oggi c’è il gambler, come nel gioco d’azzardo: A o B, o la va o la spacca».
Traguardo
Io sto fermo, Pier Silvio vuole che tagli come minimo il traguardo dei miei 70 anni a Mediaset
Riproporre il già visto è una necessità della tv di oggi?
«Tutto è già stato fatto, i Paesi anglosassoni hanno depositato anche il format dell’acqua calda. Il problema è che mancano idee in giro per il mondo».
Il pubblico ci mette del suo?
«La sperimentazione è sempre più difficile, il telespettatore vuole programmi in cui riconoscersi, la novità viene guardata con sospetto. Un conto è il dinamismo delle grandi città, ma in Italia ci sono intere regioni dove le persone hanno la tv sulla credenza, piazzata tra la foto del Papa e quella del parente disperso in Russia».
Mike ha condotto 11 Sanremo, lei nessuno.
«Ecco in questo siamo molto diversi. Ma il Festival non mi manca, davvero».
Amadeus ha lasciato la Rai.
«Forse aveva voglia di togliersi qualche sfizio, anche dal punto di vista economico: non andiamo nella gabbia del leone solo per ricevere applausi. E poi da anni auspico grandi cambiamenti nello scacchiere televisivo, se no è una noia».
Cambia anche lei?
«Io sto fermo. Pier Silvio Berlusconi mi ha manifestato il suo affetto e vuole che io tagli come minimo il traguardo dei miei 70 anni a Mediaset».
Quindi per quanti anni dobbiamo sopportarla?
Ride. «Ancora per un paio».
TeleMeloni esiste o è un modo di dire?
«Per me si esagera. Ma sono fuori da certi meccanismi e forse pecco di ingenuità perché lavoro in una tv commerciale e le ore in tv non le devo alla compiacenza di una parte politica: io devo compiacere i miei sponsor del prosciutto. Sono loro a garantire la mia libertà».