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 2024  aprile 30 Martedì calendario

“JOHN ELKANN CERCAVA UNA COSA SOLA: SOLDI!” – BOMBASTICA INTERVISTA DI GIOVANNA BOURSIER A STUART THORNTON, STORICO MAGGIORDOMO DI GIANNI AGNELLI: “L’AVVOCATO ERA IL RE, PORTAVA LAVORO A TUTTI. DONNA MARELLA? AVEVA UN ALTRO CARATTERE, SI INCAZZAVA, SGRIDAVA, UTILIZZAVA LE PAROLACCE” – “CON LA GESTIONE PERSONALE È IL GIORNO E LA NOTTE. PER GIANNI AGNELLI LA FIAT ERA LA VITA. E PER JOHN? NON SI CAPISCE? OH, SI CAPISCE ECCOME. PENSI A…” – VIDEO: L'INCHIESTA DI "100 MINUTI" -

GIOVANNA BOURSIER Sulle colline torinesi, dietro questo cancello c’è Villa Frescot, la casa di Gianni Agnelli, dove abitava con la moglie, Marella Caracciolo, e i figli Edoardo e Margherita… Il panorama è magnifico. Domina tutta la città, di fronte all’ex fabbrica del Lingotto… Residenza prediletta dell’Avvocato, la villa è stata cornice degli incontri con i potenti e il jet set di tutto il mondo, nella Torino capitale dell’industria dell’auto ossia la FIAT.

MAGGIORDOMO Ah pressa!  Pressa perchè sono tutti veri! Quanto tempo è che lo fa? 30 anni 30 anni?

Ad accogliere gli ospiti degli Agnelli il fedele maggiordomo inglese Stuart Thornton, con loro dal 1974 al 2010

STUART THORNTON - MAGGIORDOMO E lei quando va da Agnelli? Prima ero con l’Aga Khan, e dall’Aga Khan sono andato a Agnelli. Mi ha mandato Villar Perosa. Mi ricordo benissimo! Lui mentre andava a sciare prendeva un uovo alla coque a mezzogiorno, arrivava con l’elicottero e partiva. Sempre in movimento. New York, Parigi, Saint Moritz, Roma, Torino

A Torino era una specie di re Certo. era il re perché, come si chiama, era quello che portava lavoro a tutti.

Ma era affascinante? Certo! Quando cominciava a parlare aveva il mondo nelle mani. Io non ho conosciuto nessuno che…conosco Kissinger, però Kissinger charme niente, intelligente, noioso, però charme non c’è

E cosa doveva fare il maggiordomo di Agnelli? serviva a tavola, guardava gli ospiti, i vestiti degli ospiti, faceva la pulizia, che è una cosa che odiavo: spolverare passare l’aspirapolvere…maledetto aspirapolvere. E poi l’avvocato mai, mai mai mi ha fatto, mi ha detto parole, a parte di darmi del coglione ogni tanto però ridendo, con il sorriso. Donna Marella ha un altro carattere, Napoli, si incazzava, sgridava, utilizzava le parolacce infatti io ho imparato da lei le parolacce. Ho dovuto chiedere: ma cosa sta dicendo, cosa è questa parola qua? Eh chiedevo al personale.

Quanta era la servitù? 9, 10, 14, 4 o 5 autisti, poi c’erano le guardie, arrivava, uh i giardinieri. Ma non c’era niente in eccesso: io non ho visto mai una Ferrari. A lui piaceva moltissimo la Fiat, e la Fiat Panda. Si prendeva la macchina lui stesso, guidava lui. Lui si divertiva così. Era il suo divertimento, essere libero dagli autisti e dalle guardie. Le guardie le odiava. Infatti il suo gioco era di seminarle quando scendeva alla Fiat, e lui girava a destra invece di sinistra. Ogni mattina alle 8.00 era già fuori casa, andava alla Fiat.

Ma lui parlava della Fiat? In casa non si sentiva neanche una parola. Neanche una parola.

E il piccolo Elkann lo vedeva, cioè il grande Elkann: John...veniva a casa a trovarlo? Sì certo, perché no? era il nonno. Cosa cercava non lo so, però posso immaginare cosa cercava ...

Cosa cercava? Come tutta la gioventù di oggi c’è soltanto una cosa, che suona il campanello: soldi! Basta. Non c’è niente dedicazione al paese, dedicazione ai soldi.

E secondo lei c’è differenza fra Gianni Agnelli nel rapporto con la Fiat, e gli Elkann? Con la gestione presente giorno e notte.

Cioè diversissimi Sia in casa che fuori casa.

Agnelli era più… beh lui pensava della Fiat, aveva un’educazione da suo nonno, la Fiat per lui era la sua vita, l’Italia per lui era importante. 

E John? non si capisce… Oh si capisce eccome

Si capisce? oh sì. Pensi a quello che ho detto cinque minuti fa.