la Repubblica, 29 aprile 2024
La strana passione di FdI per Enrico
- L’applauso meno atteso: sono le undici quando la platea di Fratelli d’Italia si alza in piedi per una standing ovation alla memoria di Enrico Berlinguer. Un lungo omaggio che interrompe la conversazione sul palco fra il presidente del Senato Ignazio La Russa e Bianca Berlinguer, la giornalista figlia dello statista morto quarant’anni fa. «Questa è la coerente continuazione dell’omaggio che il capo della destra, Giorgio Almirante, rese a Berlinguer nel giorno dei funerali». La conduttrice tv chiede di evitare strumentalizzazioni: «Mio padre non tiriamolo in ballo, parliamo di quel che ha fatto, non di quello che avrebbe detto oggi».
Succede che il partito di Meloni, dove pure si fa fatica a dichiararsi antifascisti e che anzi torna ad additare il fantasma del comunismo («Ebbene sì, il Pci c’è ancora», ha detto ieri la premier parlando degli autori di unesposto contro la kermesse di FdI), si aggrappi spesso e volentieri alle figure di maggior richiamo della storia della sinistra. La stessa Meloni, a febbraio, ha fatto visita alla mostra di Berlinguer a Testaccio, accompagnata dall’ex tesoriere del Pds Ugo Sposetti. E il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha annunciato, in un’intervista aRepubblica, una mostra su Antonio Gramsci. La nuova Destra prende in prestito le icone della sinistra. E non nega il suo applauso neppure ad altri protagonisti più recenti della storia di Pci, Pds e Ds come l’ex ministro Marco Minniti, che ha partecipato sabato a un panel della conferenza FdI sul piano Mattei. Un cortocircuito? Un riconoscimento che porta una rendita mediatica?
Di certo non tutti apprezzano, nella maggioranza. Non lo fa Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, che poco dopo la convention di FdI sottolinea che «sono prive di fondamento» le lodi al segretario di un partito «oggi travolto dagli scandali» e allora beneficiario di «tre forme di finanziamento illegale».
Ma Gasparri è off topics, perchè LaRussa – che incassa la solidarietà di Sergio Mattarella per la foto sui social che ritrae a testa in giù il presidente del Senato – a Pescara sostiene che la destra italiana ha rispetto dei miti politici avversari e non cerca neppure egemonie culturali. «Nessuno vuole cacciare nessuno, neanche Scurati. Che anzi – dice La Russa – mi aspetto ora scriva di Stalin e di cui io avrei trasmesso il monologo. Senza dargli un euro, perché già fa un sacco di soldi parlando di Mussolini...». La Russa invoca «una parola di pacificazione su tanti giovani che persero la vita: oggi c’è qualche segnale brutto, di intolleranza nelle università – afferma – con la “caccia all’ebreo”. Vedo chi ci prova a far tornare quel clima». A differenza degli anni ‘70, rimarca il presidente del Senato, «da molte forze politiche c’è un alt a questo modo di concepire il contrasto, e questo arriva pure dal presidente della Repubblica. Anche se nelle università un piccolo focolaio potrebbe diventare un incendio. Fermiamolo finché siamo in tempo».