Estratto dell’articolo di Giuliano Ferrara per “il Foglio”, 29 aprile 2024
“IL DUTY FREE È UN OBBLIGO CHE DOVREBBE PREVEDERE UNA QUOTA TACCHEGGIO” – GIULIANO FERRARA IRONIZZA SUL PRESUNTO FURTO DI PROFUMO BY FASSINO: “LA VIRTÙ È IL TARLO RODITORE DEL SUO BERLINGUERISMO E L’ORIGINE DI CERTE SUE USCITE POLITICHE INNOCENTI. LA CAZZATA CHE GLI È IMPUTATA È IL VIRTUOSO E INCONSCIO DEPREDAMENTO DI UN DUTY FREE, LA COSA PIÙ OBBROBRIOSA DELLA SOCIETÀ MODERNA. PER UNO CHANEL, POI, CHE È UN PROFUMINO DELLA MALORA...” -
Tra i tanti diritti si sono dimenticati il diritto al taccheggio. Piero Fassino, come il padre dell’imperatore Adriano secondo Marguerite Yourcenar, è un uomo “sopraffatto dalla virtù”, come capita a non pochi torinesi (viene da Avigliana, ma fa lo stesso). La virtù è il tarlo roditore del suo berlinguerismo e l’origine di certe sue uscite politiche innocenti.
La cazzata che gli è imputata […] è il virtuoso e inconscio depredamento di un Duty Free, la cosa più obbrobriosa della società moderna. Per uno Chanel, poi, che è un profumino della malora, neanche un Armani Acqua di Giò o un Paco Rabanne o il vecchio Ma griffe, che era l’essenza amata di Rossana Rossanda. Tutto sbagliato, ma tutto da rifare. Il Duty Free è un obbligo che dovrebbe prevedere, invece che un’occhiuta vigilanza del personale spionistico, una quota taccheggio specie per le persone perbene.
Sei un viaggiatore […] e devi per forza passare per quella forca commerciale, non puoi evitarlo, nell’attesa ti dispongono a passeggiare tra le merci in mezzo a quelle luci insinuanti e cretine, tra le scaffalature procaci e volgarotte, merci che ti provocano a essere prese, cassa o non cassa.
Ho avuto mille volte la tentazione di taccheggiare, magari per una bottiglia di Rum, il mercatino dei falsi ricchi dell’aeroporto: non l’ho fatto perché non essendo sopraffatto dalla virtù, ma curioso del suo opposto, il vizio, sapevo che mi avrebbero beccato subito, grosso come sono e maldestro.
Una volta si esponevano i libri […] in librerie della penombra culturale, prima che Shakespeare fosse un maschilista, Omero un razzista e Cervantes un bigotto, insomma quando ero un ragazzino marxista e perfino leninista sopraffatto anch’io dalla virtù, non come l’ottimo Gasparri che vende Del Debbio con ampio sconto del 40 per cento.
Il Rum forse l’avrei bevuto, ma quel qualcosa che ho rubacchiato, taccheggiato, considerandolo più o meno un diritto, […] confesso di non averlo letto. Era “Il giovane Hegel e i problemi della società capitalistica” di Lukacs, una noia mortale ad apertura di pagina, un centone pretenzioso perditempo.
Allora sì che esisteva il diritto al taccheggio […]. […] Poi i diritti si sono estesi, ma il neoliberismo sfrenato e dottrinario […] difende il mercato e i mercati anche con il mezzo dello sputtanamento, o del tentato sputtanamento, dei deputati.
Sappiano al Duty Free di Fiumicino che quando un sedentario che non viaggia più perché la sua grossa cagna non vuole […] si introducesse nel Duty, bè, bisognerà dargli un’occhiata supplementare. Fassino è notoriamente un uomo distratto, anche dalla virtù, io no.