il Fatto Quotidiano, 28 aprile 2024
Anticipiamo uno stralcio di “Se vuoi la pace conosci la guerra”, l’ultimo saggio di Nico Piro, inviato speciale del Tg3, dedicato ai ragazzi e in libreria con Harper Collins.
A Kabul, la capitale dell’Afghanistan, quel giorno c’era un black-out. Era il novembre del 2019 e i talebani avevano fatto esplodere un pilone con i cavi dell’elettricità a Nord della capitale. Gli ascensori erano bloccati e quindi ho dovuto salire tante rampe di scale a piedi, in un palazzone costruito da poco. Quando arrivo al sesto piano, tutte le porte sono chiuse e non so dove andare. Da un angolo buio vedo uscire un’ombra: un uomo che ha in mano un fucile a pompa di fabbricazione turca, un’arma potentissima. La mia prima reazione è quella di nascondermi dietro il muretto delle scale. L’uomo mi chiama, mi tranquillizza. È lui la persona che devo incontrare, imbraccia quell’arma per difendere la casa dei suoi genitori. È il fratello di una giornalista afghana, uccisa qualche mese prima, proprio davanti a questo palazzone mentre andava al lavoro. Si chiamava Mina Mangal, uccisa perché era una donna che voleva lavorare ed essere libera. Entriamo in casa, i genitori mi aspettano e cominciamo la nostra lunga intervista. Arrivano i bambini di casa, attirati dallo straniero con la telecamera. Mentre noi grandi parliamo, loro giocano, con il fucile a pompa, afferrandolo, toccandolo, prendendolo in mano. Quando ci sono tante armi in giro, come in mezzo a una guerra, sapete cosa accade? Che soldati, poliziotti, persone comuni (perché in guerra si armano tutti), quando tornano a casa la sera, dalla famiglia, si portano dietro le loro armi.
Ho visto tanti bambini come voi giocare con le armi dei genitori, armi vere, fatte di metallo e che possono uccidere. Certo, i genitori ci mettono la sicura, cioè bloccano il grilletto così non possono sparare, ma è triste lo stesso perché la guerra porta povertà e quei bambini non hanno giocattoli: per divertirsi usano le armi, che uccidono persone per davvero. Vi immaginate a duellare con gli amici o con i vostri fratellini e sorelline non con le spade giocattolo ma con i coltelli veri, magari quelli che usate a tavola in famiglia?
Purtroppo non esistono solo pistole e fucili, che si chiamano armi “leggere” perché i soldati possono portarsele addosso. Ci sono armi molto, ma molto più grandi, le armi “pesanti”, come i cannoni… Ci sono mitragliatrici di aerei ed elicotteri che sparano proiettili grandi come lattine di Coca-Cola. Ci sono bombe termobariche, che risucchiano l’aria e la trasformano in fuoco. Esistono proiettili al fosforo bianco che si incendiano, illuminando la notte, e quando cadono a terra bruciano qualsiasi cosa con i loro 760° C di calore…
L’essere umano usa la sua intelligenza e tanti, tantissimi soldi per inventare armi sempre più pericolose, armi che siano in grado di uccidere molte persone in un colpo solo o di ferirle in maniera gravissima. Potremmo impiegare quei soldi per costruire ospedali, scuole, o per organizzare feste bellissime per i bambini di tutto il mondo, invece li usiamo per progettare e costruire nuove armi. Potremmo impiegare quei soldi per sviluppare cure per malattie che non riusciamo a guarire, o per fermare il cambiamento climatico, invece li investiamo per creare nuovi modi per uccidere più persone possibile.
Avete mai sentito parlare di “armi intelligenti”? Da un po’ di tempo, ogni volta che viene prodotto un nuovo tipo di missile lo si definisce “intelligente” perché non sbaglia mai il bersaglio. Se si decide di colpire, per esempio, una casa, quel missile volando aggiusta la sua corsa fino a raggiungere proprio quel bersaglio. Peccato che le armi possono anche essere intelligenti, ma gli uomini molto spesso sono stupidi. Immaginate che dei soldati decidano di colpire una casa perché sanno che dentro ci sono dei soldati nemici. Il missile è intelligente e così riesce a distruggere proprio quella casa. Poi però si scopre che le informazioni di partenza erano sbagliate: dentro non c’erano pericolosi soldati nemici ma una famiglia senza colpa. Ci sono armi capaci di svolgere perfettamente il loro compito, ma spesso ricevono dagli uomini ordini sbagliati… Le armi possono essere chiamate “intelligenti” ma questo non le rende meno crudeli, perché gli uomini che le usano sono sempre stupidi.