Corriere della Sera, 28 aprile 2024
Addio ai chiringuitos? La disfida di Formentera
«Cosa farò nei prossimi giorni? Francamente non lo so. Da trent’anni esatti la mia vita era qui, in questo chiringuito che ho inventato a Formentera, il Lucky Bar. Ora devo lasciarlo, un nuovo bando del Comune ha estromesso noi storici quiossqueros, sette in tutto. Mah, abbiamo presentato degli esposti... In questa spiaggia ci capitai per caso, fu un colpo di fulmine e rilevai l’attività. Prima? Per dieci anni avevo gestito un bar a Bologna. Io vengo da lì... Prima ancora giocavo al pallone, sempre in attacco, ala destra. Ho fatto tutta la trafila in rossoblù, i miei colori. Giovanissimi, juniores, poi l’Interregionale con il San Lazzaro, l’allenatore era Alberto Zaccheroni. Zac era unico, con me scherzava: “Con i tuoi piedi e con la mia testa arriviamo dritti in Serie A”».
Mollato però, e «senza rimpianti», il calcio in Italia, Davide Busi, 55 anni, aria allegra, due figli, ha costruito il suo futuro in Spagna, nell’arcipelago delle Baleari. Il suo chiosco davanti alla riva è forse il più celebre di Formentera, e lui stesso elenca i tanti italiani famosi che al Lucky Bar hanno affittato sdraio e lettini o sono passati per una sangria. Una lista «con Gianni Morandi, Enrico Montesano, Claudio Bisio, Giobbe Covatta, Corinne Cléry, Belen, Serse Cosmi».
Dall’altroieri Davide non è però più il gestore del chiosco. È l’effetto del bando varato dall’ajuntamento (il municipio locale) che ha messo a gara le concessioni di tutte le spiagge dell’isola, così come previsto dalla normativa nazionale spagnola. Le nuove regole, approvate con una schiacciante maggioranza trasversale, prevedono criteri più severi riguardo ambiente, volumetrie, modalità di costruzione.
Per permettere l’arrivo dei nuovi gestori, che avvieranno l’attività a giugno, i vecchi titolari hanno già smontato tutto. Sono spariti, dunque, nomi celebri come Pirata Bus, People, Kiosko 62. Che però, con il Lucky, annunciano battaglia. Mercoledì hanno presentato delle denunce alla Guardia Civil e Davide ne sintetizza il contenuto: «Diciamo che non tutto ci è chiaro». Veronica Castellò, vicepresidente dell’ajuntamento, ostenta sicurezza e parlando con la stampa locale assicura: «Ora c’è sicurezza giuridica sulle norme». La querelle sarà lunga e il quiossquero bolognese si limita a dire che chi ha vinto il bando «è gente importante, hanno altre concessioni, anche al porto».
Davide Busi
Sono qui da trent’anni, così finisce un’era Questi sono luoghi che hanno reso magica l’isola
Davide Gervasi, direttore del seguitissimo Formentera News, il sito in lingua italiana dell’isola, parla di una vicenda dal «triste epilogo. Così finisce un’era che ha reso speciale Formentera». Parole simili vengono da Stefano Gualtiero, 41 anni, ingegnere che, assunto da neolaureato, lasciò la Ducati per aprire il sito www.affittaunacasaaformentera.com: «I nuovi gestori non potranno mai ricreare l’atmosfera che c’era prima», quella simile a certe spiagge italiane tipo Capocotta, in bilico fra trasgressione e beach party sino all’alba.
Il resto è l’amarcord dell’ex ala destra del San Lazzaro: «Mi dividevo tra il bar e il pallone quando un amico mi chiese, nel 1994, di accompagnarlo a Formentera, cercava un locale dove avviare un’attività legata all’abbigliamento. Il chiosco che vidi si chiamava Marisma. Parlai con la titolare e feci subito i documenti per l’acquisto, sapevo di non volere una vita standard».
Il nome scelto per il locale arriva per caso «o forse era il destino: quel mio amico mi diede delle magliette per promuovere il locale, era un regalo per la clientela. Nell’etichetta erano stampati la scritta Lucky e un quadrifoglio che divennero il marchio del mio chiringuito».
Quanto agli abitanti di Formentera, «il mio rapporto è molto buono. Mi chiamano payese, sono uno di loro. Nel 1994 non c’era quasi nessun italiano qui e, con il tempo, hanno capito che lavoravo in linea con un turismo responsabile. Il mio futuro? Lo vedo segnato da un quadrifoglio e dalla parola Lucky».