Corriere della Sera, 28 aprile 2024
Britney Spears «patteggia» con il padre
A oltre due anni dalla sentenza con cui la giudice Brenda Penny ha posto fine alla tutela che aveva dato a Jamie Spears, 71 anni, il totale controllo della vita della figlia Britney, 42, giovedì scorso i due hanno risolto con un patteggiamento la controversia sul pagamento delle spese legali sostenute dal padre della reginetta del pop nella lunga battaglia per il mantenimento della «conservatorship». Come risultato di questo accordo, i due hanno evitato di andare in tribunale per la presunta «cattiva condotta finanziaria» durante la tutela di Britney. Un processo ad ampia risonanza mediatica che avrebbe dovuto iniziare a maggio.
L’avvocato di Jamie, Alex Weingarten, ha dichiarato ai media che le due parti «hanno raggiunto un accordo transattivo che risolve tutte le controversie in sospeso». E sarà Britney a saldare il conto. Che, fanno sapere fonti informate, ammonterebbe a più di due milioni di dollari.
La cantante di «Toxic» sarebbe «furiosa»: il suo avvocato, Mathew S. Rosengart, le aveva assicurato una facile vittoria. Invece sarà lei a dover mettere mano al portafoglio, dopo aver pagato una parcella per consulenze legali di oltre quattro milioni di dollari. Una rovinosa débâcle.
Sotto controllo
La star sostiene che nel periodo di tutela il padre le ha impedito di avere un altro figlio
Rosengart si era opposto al pagamento delle spese di Jamie Spears affermando, nei documenti depositati in tribunale, che nei tredici anni di custodia legale si era lautamente autostipendiato con sei milioni di dollari, dopo aver abusato della sua autorità come tutore di Britney – ruolo che ha ricoperto fino al settembre 2021. In una dichiarazione rilasciata in tribunale poco prima della fine della sua «conservatorship», Britney aveva sostenuto che le erano state negate le più piccole libertà, come il permesso di guidare la propria auto o bere un caffè. Arrivando ad affermare, durante un’udienza nel 2021, che le era stato persino impedito di rimuovere la spirale: «Non mi permettono di toglierla – aveva testimoniato —, volevo provare ad avere un altro figlio, ma il team imposto da mio padre non mi fa andare dal medico, non vogliono che abbia altri figli».
Rosengart ha commentato che l’accordo ha finalmente dato alla sua cliente la «libertà» che «ella desiderava»: una libertà che «include anche non dover più avere a che fare con i tribunali a causa di questa vicenda». Mentre Weingarten ha riferito al magazine People: «Non posso commentare alcun dettaglio poiché l’accordo è confidenziale. Jamie – ha sottolineato – è entusiasta che tutto questo sia ormai alle sue spalle. Ama moltissimo sua figlia e tutto ciò che ha fatto è stato proteggerla e sostenerla. È un peccato che alcune persone irresponsabili nella vita di Britney abbiano scelto di trascinare la questione così a lungo».