Corriere della Sera, 28 aprile 2024
Vannacci, i disabili «separati» e il gelo di Giorgetti
ROMA Un terremoto, che lascia un solo muro in piedi: lo stesso generale Roberto Vannacci, neocandidato della Lega alle Europee (in tutte le circoscrizioni, capolista al centro) fermo nel rivendicare le proprie posizioni e pronto solo a smussarle sul punto più critico, quello della richiesta di classi differenziate per disabili: «Intendevo che vanno seguiti specificamente per avere maggiori attenzioni».
La politica è compatta nel censurare le parole dell’uomo che Matteo Salvini ha voluto candidare a tutti i costi. Perché Vannacci, in varie uscite e soprattutto in una intervista alla Stampa, ha detto di tutto. Da «l’italiano ha la pelle bianca, lo dice la statistica» a «l’aborto non è un diritto», dall’omosessualità che se «ostentata» può essere criticata, a un elogio a Mussolini «statista» fino a «i disabili vanno divisi in base alle loro capacità: credo che classi con “caratteristiche separate” aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare».
A sera, Vannacci spiega: «Io dico solo cose di buonsenso, loro mi mostrificano, hanno snaturato le mie parole: mi fanno un favore, perché io stravincerò grazie a loro». Ma è troppo tardi: tutti insorgono. A partire dalla Cei, che paventa «un ritorno agli anni bui» sui diritti dei disabili. La stessa Lega deve spiegare che il generale è «un candidato indipendente che potrà portare il proprio contributo e raccogliere voti di opinione fuori dal tradizionale bacino della Lega», ma il partito è comunque rappresentato da «un’ampia rosa di candidati». E infatti è gelido il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: «Vannacci non è della Lega. Le sue dichiarazioni? Non condivido».
La precisazione
Il candidato nelle liste leghiste: intendevo
dire che vanno seguiti specificamente
Uno schiaffo che risuona, visto che la scelta del generale ha spaccato il partito, basta sentire Attilio Fontana, presidente della Lombardia: «Io voto solo rappresentanti della Lega». Interviene un altro ministro leghista, quello dell’Istruzione Giuseppe Valditara: dal suo partito sono arrivate «politiche concrete a favore dell’inclusione degli studenti con disabilità», a partire dall’assunzione di «oltre 13 mila docenti di sostegno». Stessa linea il ministro dello Sport Andrea Abodi, come quella per la Famiglia Eugenia Roccella: «Mescolarsi è positivo».
Scendono in campo parecchi big di FdI: dal capogruppo alla Camera Tommaso Foti («Ognuno risponde di ciò che dice. Non commento ciò che non condivido») a Giovanni Donzelli: «Non sono d’accordo con la proposta». Durissimo il senatore Antonio Guidi: «Tesi sciocca e razzista quella delle classi separate». Insorge anche FI. Il capogruppo alla Camera Paolo Barelli è sarcastico: «Per attrarre una forzata attenzione con sparate ad effetto si può ottenere il risultato di enunciare vere e proprie frescacce. Elucubrazioni poco da intellettuale e più da Capitan Fracassa di cui non se ne sentiva proprio il bisogno». E il presidente della commissione Affari costituzionali Nazario Pagano, tra gli applausi di tutti i componenti che «mi hanno fatto molto piacere», dice che «le classi separate sono un abominio».
Nel governo
Il ministro dell’Econo-mia: non condivido Valditara: inclusione, da noi politiche concrete
Tutta l’opposizione si dissocia. Il Pd con un manifesto con scritto «ignoriamolo», ma anche con dichiarazioni di tanti suoi (Bonaccini, Nardella, Picierno, Gualtieri) ma anche il M5S, Azione, Italia viva, Verdi e Sinistra. Così come molto pericolose per la Lega rischiano di essere le parole che arrivano da tutte le associazioni che di disabilità si occupano, che gridano allo scandalo.