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 2024  aprile 21 Domenica calendario

Biografia di Paul Feyerabend

Nel 1985 Paul Feyerabend era una celebrità. Dieci anni prima era uscito il suo libro Contro il metodo, una vivace e argomentata resa dei conti con il debordante razionalismo della teoria scientifica di allora, in particolare con il razionalismo critico di Karl Popper. E proprio nel semestre estivo del 1985 Feyerabend tenne al Politecnico di Zurigo un corso di sulla filosofia della scienza in dodici lezioni, dal titolo Radici storiche dei problemi moderni, raccolte e curate in un’edizione se non critica almeno leggibile, e uscite alla fine del 2023 per l’editore Suhrkamp di Berlino. I 250 studenti presenti in aula presumibilmente non uscirono annoiati da quelle lezioni. Il docente parlava in tono non professorale, in un tedesco lievemente alterato dalla pronuncia viennese, dagli austriacismi, dalle incombenze della lingua inglese, nella quale Feyerabend aveva prevalentemente scritto, detto, letto nella sua vita errante, saltellando tra citazioni dei presocratici e riferimenti musicali operistici (l’altra grande passione di Feyerabend fu, oltre all’epistemologia, il canto lirico che praticava egli stesso con una buona voce da tenore). Poi, a un certo punto della lezione, il professore si dichiarava stanco e introduceva una lunga pausa, durante la quale prendeva magari un calmante antidolorifico, o un eccitante, per poi ricominciare la performance.
Paul K. Feyerabend era nato a Vienna il 13 gennaio 1924 e dopo aver studiato nella sua città si era trasferito dapprima in Inghilterra, per arrivare infine a insegnare filosofia a semestri alterni all’Universita della California (Berkeley, semestre invernale) e alla ETH (Zurigo, semestre estivo). Aveva preso parte alla seconda guerra mondiale, era stato ferito e ne aveva riportato dolori permanenti alla testa, zoppicava, era impotente. Di Feyerabend si celebra quest’anno il centenario della nascita con varie iniziative in parte coordinate dall’ultima moglie, italiana, Grazia Borrini Feyerabend, da lui conosciuta a Berkeley nel 1983 e sposata nel 1989. Tra queste iniziative la pubblicazione, oltre che delle lezioni dell’85, del volume di Wolfgang Frindte, docente all’Università di Jena, il cui titolo in italiano potrebbe suonare Contro l’ottusità e lo sciovinismo – con Paul K. Feyerabend attraverso tempi assurdi.
I tempi assurdi sono i nostri, e l’operazione di Frindte inizia con una parte narrativa che espone la biografia intellettuale e artistica di Feyerabend tra postulati matematici, donne e canto lirico; tra spostamenti da Vienna a Londra, Bristol, Berlino, Yale; tra la critica al razionalismo, la lode del pluralismo e l’esaltazione dei movimenti civici cui spetta sempre, a sua avviso, ogni decisione, per poi far risonare per noi la voce di Feyerabend sui problemi teorico-pratici del nostri assurdi tempi, e farcela usare nello stesso modo nel quale la usa l’autore: a mo’ di «sgabello spirituale». Frindte infatti, cresciuto nella Repubblica Democratica Tedesca, incontrò il pensiero di Feyerab+end con la lettura, durante la stesura della tesi di dottorato, di Contro il metodo. Ne fu preso e fu questo pensiero, nel momento in cui vi salì sopra come su uno sgabello, ad aiutarlo a respirare liberamente in quell’aria non proprio rarefatta.
L’idea portante era il relativismo come posizione di difesa della varietà delle forme di vita e di espressione umane; i relativisti, nella visione di Feyerabend che capovolge il discorso classico contro di loro, sono pronti a tutto pur di evitare di imporre la loro visione come l’unica verità possibile, pur desiderando valorizzarla. Sarà invece chi crede di trovarsi nel possesso della verità oggettiva, posta al di sopra delle diverse opinioni, che si servirà di ogni forza a sua disposizione per sostenerla.
Frindte accompagna la storia di Feyerabend nel suo affermarsi quale critico del razionalismo, conoscitore della storia della scienza ma ribelle a ogni incensamento della scienza stessa. Lo slogan, la bandiera di Feyerabend suona «anything goes», tutto va bene, tutto fa brodo, fa «minestrone» – ci scherzava sopra usando un termine italiano insegnatogli da Grazia Borrini. È però insieme il grido serissimo dell’anarchismo metodologico, che vorrebbe spezzare la gabbia che soffoca la creatività, contro gli scienziati che si presentano come guardiani dell’unica verità senza capire che le loro idee e i loro procedimenti sono fallibili e talora errati. Il suo è un relativismo democratico che oppone le iniziative civili all’esclusiva sentenza degli esperti e dei tecnici: «Gli esperti sono necessari – aveva dichiarato in un’intervista rilasciata nel 1990 al giornalista della Radiotelevisione Svizzera Guido Ferrari – però questi esperti devono essere controllati. Supponiamo che in una certa zona si voglia costruire un reattore nucleare [oggi potremmo dire un ponte sullo stretto, nda], il giudizio definitivo spetta alla popolazione del luogo, deve essere una decisione democratica perché si tratta del destino di quella gente. Gli esperti sono importanti, ma l’ultima decisione spetta agli organi democratici di quella zona».
Questo stimola i cittadini a pensare, a riflettere, a conoscere, a diventare maggiorenni, tanto per salire sullo sgabello spirituale di un altro pensatore di lingua tedesca di cui si celebrano quest’anno i trecento anni dalla nascita, Immanuel Kant (22 aprile 1724 – 12 febbraio 1804).
Sembra un paradosso avvicinare il teorico prussiano della ragione con dell’anarchismo della conoscenza, eppure… eppure il Kant che difende l’illuminismo oggi scioccamente da alcune parti deprecato è proprio chi esorta ognuno a pensare con la propria testa e a camminare sulle proprie gambe; a stabilire in autonomia le proprie regole, a non lasciarsi guidare da chi giura di saperne di più e meglio. L’etica kantiana ritiene la solidarietà con il diverso più importante della lotta di tutti contro tutti. Anche Paul Feyerabend approverebbe tale etica.
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Wolfgang Frindte
Wider die Borniertheit und den Chauvinismus-
mit Paul K. Feyerabend
durch absurde Zeiten
Springer, pagg. 288, € 63, 17
Paul Feyerabend
Historische Wurzeln moderner Probleme
Suhrkamp, pagg.600, € 40