il Fatto Quotidiano, 25 aprile 2024
“Evviva il debito!” Il convertito Giavazzi
Forse il lettorecomune non se n’è accorto, di sicuro non l’ha fatto il commentatore unico, che com’è noto non sa nulla, ma è in corso un deciso riposizionamento ideologico di quel poco di élite che resta nel Paese. Dopo Mario Draghi, che ci ha candidamente spiegato che dopo la crisi del 2010-2011 l’Europa ha reagito solo fregando i salariati e finendo per “minare il nostro modello sociale”, domenica il suo principale consigliere, l’economista Francesco Giavazzi, ha scritto sul CorSera che “occorre abbandonare l’idea che il debito sia solo un onere trasmesso alle generazioni future”. Così, di botto: “Se indebitarsi oggi per investire, consentirà ai nostri nipoti di vivere in un continente libero, e che cresce perché collocato sulla frontiera della tecnologia, ripagare il debito sarà un onere minore”. Finito? Macché: “Il debito pubblico non deve necessariamente essere ‘ripagato’: l’importante è ridurre il rapporto fra debito e Pil, e questo dipende dalla crescita. Alla scadenza il debito pubblico può sempre essere rimborsato ri-emettendo altri titoli”. Tecnicamente siamo alla scoperta dell’acqua calda – ancorché il commentatore unico e il liberale de noantri si lavino con quella fredda da decenni – che però diventa una verità sconvolgente per lo stato del nostro dibattito. Ma perché Draghi&Giavazzi ci fanno sapere improvvisamente che l’austerità serviva a fregare i lavoratori e che il debito non è poi un problema, anzi è necessario? Non è un segreto, tra le righe lo spiegano entrambi: per ripulire un sistema inceppato da troppa carta e poca crescita, serve la spesa dello Stato, il debito europeo nel nostro caso. Bisogna però stare attenti a che la gente non pensi che il sistema possa cambiare e sia possibile con quel debito finanziare beni sociali tipo la salute o la scuola. Non sia mai, in questi casi il capitale ha un’unica parola d’ordine: keynesismo di guerra, “difesa europea” nel nostro caso, ovvero sparare in Ucraina finché si può, ricostruirla poi e intanto ingrossare le spese militari e di sicurezza interne, che hanno pure il vantaggio di produrre utili e crescita del Pil con spesa in salari relativamente bassa. Solo che servono tanti soldi: per questo ora il debito (europeo) si può fare, anzi va fatto per il bene dei nostri nipoti…