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 2024  aprile 25 Giovedì calendario

biografia di Maria Sybilla Merian

«In gioventù mi dedicai a ricercare insetti e cominciai con i bachi da seta nella mia città natale di Francoforte. Osservai poi che essi, come altri bruchi, si trasformavano in belle farfalle notturne e diurne. Questo mi spinse a raccogliere tutti i bruchi che potevo trovare per osservarne la trasformazione. Ma, per disegnarli e descriverli dal vero con tutti i loro colori, ho voluto esercitarmi anche nell’arte della pittura». Così scriveva, nel libro Metamorphosis insectorum Surinamensium ("Metamorfosi degli insetti del Suriname"), colei che è considerata l’antesignana, la pioniera dell’entomologia, Maria Sybilla Merian. Le Metamorfosi sono state definite «l’opera più bella mai dipinta in America». Colpiscono anche perché a stilarle è stata una donna nata a metà Seicento. L’OBIETTIVO«Realizzando quest’opera, non ho mirato ai guadagni, contentandomi di rifarmi delle spese sostenute. Ho fatto incidere le tavole da un celebre maestro e ho procurato al libro la carta migliore per portare soddisfazione e piacere non solo agli appassionati dell’arte ma anche a quelli degli insetti e sono felice sentendo di aver raggiunto il mio scopo e di aver procurato loro della gioia», scrive ancora lei. È significativo che la Merian abbia provato una tale soddisfazione a classificare, disegnare, illustrare insetti e bruchi, allora considerati esseri “diabolici”, originati dalla putrefazione. La Chiesa riteneva che per sbarazzarsene fosse opportuno praticare esorcismi. Non sfuggivano alla pessima nomea nemmeno le farfalle, di cui si diceva che fossero streghe e volassero sul burro (da cui forse il nome butterfly) e la panna, rovinandoli.Se le donne dedite alle materie matematiche e scientifiche – STEM – sono più di quanto si pensi, quelle che hanno scelto l’entomologia sono un gruppo ristretto. Ma, pur di seguire il proprio daimon, Maria Sibylla non esiterà a sfidare i pregiudizi, affrontando privazioni e difficoltà economiche. Nata a Francoforte sul Meno il 2 aprile 1647, figlia di un noto incisore ed editore, Matthäus Merian “il Vecchio”, perde il padre quando ha 3 anni. Sua madre, Johanna Sibylla Heim, sposa allora un pittore di fiori, Jakob Marell. Questi si accorge delle doti della bambina e le insegna il disegno, l’incisione, la pittura a olio e l’acquarello. Lei, che viene mandata anche a scuola, si diletta «a ricercare insetti, e soprattutto bachi da seta».CAPITALEFrancoforte è un centro di scambi commerciali e culturali, capitale dell’editoria, aperta alle scienze, alle scoperte, ai viaggi, ai traffici con il resto del mondo. Più in generale, siamo nella fase in cui domina sui mari la piccola Olanda, che ha costituito un immenso impero commerciale; la fase della mania per i tulipani e i bulbi, della prima bolla speculativa. Ed è anche ai tulipani che si appassiona Maria Sibylla, tanto da rubarne uno per disegnarlo. Inoltre raccoglie foglie di gelso, studia la metamorfosi da bozzolo a crisalide, dice che i bruchi nascono dalle uova deposte dalle farfalle. É una tesi che scandalizza.IL MATRIMONIONel 1664 sposa il pittore Johannes Andreas Graff; poi nasce la loro figlia, Johanna Helena. La famiglia si sposta a Norimberga ed è Maria Sibylla che la mantiene. Apre una scuola di pittura e ricamo per gentildonne, studia il latino, scrive. A ventotto anni pubblica un libro dedicato ai fiori. Dopodiché è la volta di un testo in tedesco dal titolo La meravigliosa metamorfosi dei bruchi e il loro singolare nutrirsi di fiori. É nata la sua seconda figlia, Dorothea Henrica, ma il matrimonio non va bene per cui la Merian si separa e si sposta nei Paesi Bassi con il fratellastro e le figlie. Entra a far parte della setta dei labadisti – pietisti protestanti di Wieuwerd, nella Frisonia olandese – e vive nella loro comune. Nell’estate 1691 si reca ad Amsterdam, frequenta collezionisti e naturalisti, studia gli animali e le piante importate dalle Indie Occidentali.LA PARTENZADecide quindi di partire per il lontanissimo Suriname, in Sud America, compiendo una vera spedizione scientifica. Il viaggio, per cui chiede un prestito, è criticato da parecchi. Comunque, nel giugno 1699 lei si imbarca con la figlia Dorothea, sua assistente. Le due donne vanno a vivere nella capitale della colonia, Paramaribo. Grazie agli indios e agli schiavi africani (tradotti lì a forza per coltivare le piantagioni), compie esplorazioni nella foresta, scopre animali e vegetali ancora ignoti, studia le piante (di cui osserva le proprietà medicinali e l’utilizzo che ne fanno le donne indie), i fiori, i frutti, la fauna. Li raccoglie anche, in previsione del ritorno in Europa, che avviene nel 1701, perché ha contratto la febbre gialla. Qualche anno dopo esce Metamorfosi degli insetti del Suriname. Questa straordinaria anticipatrice, antesignana di Linneo e Darwin, muore poi di infarto il 13 gennaio 1717. Lo studio che l’ha appassionata, il fil rouge della metamorfosi, della metafora di una crisalide che diviene farfalla è stato la cifra della sua esistenza. Ma forse si tratta di una metafora che riguarda tutti coloro che vogliono crescere ed evolvere, percorrendo il cerchio della Vita.Alessandra Necci