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 2024  aprile 23 Martedì calendario

Intervista a Carla Bruni

Sensibile, spiritosa, anticonformista. Carla Bruni, 56 anni, ex top model, ex première dame di Francia, cantautrice, ride quando la definiscono “algida” o “snob”. Racconta la sua vita, dalle scelte alla malattia, con intensità e leggerezza. “Ho viaggiato tanto, ma la verità è che a me piace stare a casa: non uscirei mai”. Due figli, Aurélien, 22 anni, avuto con il filosofo Raphaël Enthoven, e Giulia, 12, nata dal legame con Nicolas Sarkozy, è stupita dall’eco dell’intervista a Belve: “È pazzesco, ha avuto successo, sì, se ne è parlato tanto… Non vado spesso in tv e non mi rivedo”. Sarà ospite il 5 luglio al Festival di Spoleto, dove terrà un concerto al Teatro Romano. “Non sono mai stata a Spoleto, ma i miei genitori ci venivano sempre, la parola Spoleto fin da piccola risuonava nelle mie orecchie. Mio padre era compositore”.
È emozionata?

“Sono felice. È una novità ma è come se fosse scritto nella memoria. Mia madre ricorda che andare al festival era una meraviglia, vuole venire. Mi ha già detto: ‘Con te sarà una bellissima esperienza’”.
Cosa le dà la musica?
“Molto, ed è anche il mio mestiere. Dal punto di vista umano è un rifugio, risolve l’ansia… Sia come compositrice che come melomane, semplicemente mi fa stare bene. Adoro anche la musica dei giovani d’oggi, certe volte sono lì in ascolto e mi perdo. Mio marito Nicolas mi parla e devo interrompere, la ascolto quasi dappertutto”.
Ha collaborato con Colapesce e Dimartino al Festival di Sanremo, per la cover di ‘Azzurro’, mai stata così chic come con lei. Ora con Michele Bravi per ‘Malumore francese’.
“Sono state esperienze bellissime. Michele è meraviglioso, ha una voce unica. È proprio un ragazzo bellissimo umanamente, la persona è al livello dell’artista”.
Nella vita ha avuto il privilegio di scegliere: da ragazzina cosa sognava di fare?
“Sognavo la musica, ero molto infantile e solitaria, di natura profonda, per me la solitudine non è una ferita. Mi piacciono il silenzio e le cose che fai da sola: leggere, scrivere, suonare. Non amo tanto le situazioni speciali, la moda è una meraviglia, i tour con la musica… Ma amo stare a casa. Quando scrivo è diverso: sarebbe bello avere 18 anni… La band nel garage, quando senti l’energia, l’urgenza, quella cosa lì, disperata e piena di speranza. Invece ho 56 anni, scrivo sola, seduta alla scrivania, con una tazza di tè verde”.
Non pensa che l’energia, “quella cosa disperata e piena di speranza” alla fine resti dentro anche se non hai più 18 anni?
“Pensandoci, ha ragione, resta. Uno sceglie dove mettere l’energia, spesso da giovane ti scappa, adesso siamo giovani grandi”.
Le pesa l’età?
“Uhm, un po’. Mia mamma, che ha 94 anni, dice: ‘Se solo avessi 60 anni: una è ancora giovanissima, puoi ballare di notte, far l’amore di mattina’. Se ci riflette, è così. Tutto quello che succede nella vita succede dentro di noi, ma ha visto come la gente sia attaccata al fuori? Contano l’amore, la rabbia, la frustrazione, la speranza. Mica andare a ballare”.
Si immaginava che l’intervista a ‘Belve’ avrebbe avuto tanta eco?
“No, è pazzesco. Francesca Fagnani è bravissima, vitale, mi incuriosiva, sono andata per lei. Non vado in tv, ho paura e non mi piace riguardarmi. Una volta un’amica mi ha detto: ‘Dai riguarda quando sei stata ospite da David Letterman’. Non so se sia un problema di narcisismo, ma mi faccio schifo, divento scema, comincio a giudicarmi: ‘Che aria stupida, ma come ti sei vestita?’. Sono talmente separata dalla mia immagine”.
Ammetterà, è un po’ strano detto da una che faceva la modella.
“Ma quello è il punto. Quando la metti liscia, una foto di Richard Avedon, va bene. Ma in tv non mi riconosco: una parla, si muove, cambia. Quando mi rivedo mi scoraggio. La battuta spiritosa che volevi dire ti viene sempre il giorno dopo”.
Dopo l’intervista a ‘Belve’ vi siete chiarite, ha parlato con sua sorella Valeria?
“Io e mia sorella non facciamo niente relegato al pubblico. Come attrice è meravigliosa, una presenza, come regista ha uno stile unico e particolare, solo suo. Però la questione che si pone è: a chi appartengono le storie? Appartengono a tutti, anche se il suo talento lo vedo ancora di più, quando racconta cose estranee alla famiglia. Lei sa tutto quello che penso, con le mie sorelle, anche Consuelo (figlia del padre naturale di Carla, Maurizio Remmert) comunico quotidianamente, parliamo di tutto, sempre. Abbiamo distanza geografica ma le nostre anime sono vicine”.
E discutete?
“A volte, certo… E una litigata è anche un segno di vitalità. Se non fossero mia madre e le mie sorelle io vorrei averle come amiche, perché sono fantastiche”.
Sua madre l’ha lasciata libera fin da ragazza: lei come si regola con i suoi figli?
“Sono abbastanza ansiosa. Li sorveglio, hanno meno libertà di me, ma rispetto i loro gusti. Non impongo i miei. Giulia ama andare a cavallo, è la sua passione. Anche con le persone vicine, amiche, sono un po’ paranoica. Un po’ spavento i miei figli, ma sono prudenti. Con Giulia sono attenta, d’altronde i predatori esistono, e sono uomini. La cosa più grave è che quando sei vittima ti senti in colpa invece bisogna sempre denunciare. Spero nello nuove generazioni, perché tanto dipende dall’educazione. Noi abbiamo quattro maschi, tre di mio marito, uno mio. Sono splendidi, si comportano in modo esemplare. Io vedo mio figlio con le donne, si alza, è un gentleman di una delicatezza... Mio marito è un super super super maschio alfa, ma è l’uomo più rispettoso che conosca. Non lo avrei sposato se non fosse così. È un esempio per i ragazzi, pensa che bisogna proteggere le madri dei propri figli anche se si è separati. E le ha protette”.
L’ha accompagnata al Festival di Sanremo l’anno scorso.
“Gli piace stare dietro le quinte, sta lì con i pompieri e i carabinieri, chiacchiera con tutti. È molto simpatico, sarebbe stato un attore di genio. Si butta intero in quel che fa, errori inclusi”.
Da ragazza le è capitato di trovarsi in difficoltà?
“A 18 anni viaggiavo per il mondo da sola, ma non andavo mai da sola agli incontri di lavoro. Non ero disinvolta. Vede, nella moda il lavoro dura 24 ore, ti senti anche più protetta. Gli stilisti i fotografi, i parrucchieri, sono gay, siamo una famiglia. Tutte persone rispettosissime, gli abusi si fanno in altro modo. Poi è un’economia così pazzesca che non si può sbagliare, non si ammettono errori. Le persone sono sorvegliate”.
Ha fatto parte di quella generazione di super modelle – Naomi Cambell, Linda Evangelista, Cindy Crawford – che facevano sognare, più delle star. Ha sempre detto che deve molto a Gianni Versace: cosa le ha insegnato?
“Ci ha dato il potere bello, creativo, di far sognare. Il potere di rappresentare una donna forte. L’immagine è potere, guida il momento storico. Era affettuosissimo, come lo è Donatella. Sembrava di stare in famiglia, c’era una fedeltà che non c’è più. Erano creatori che non avevano grandi gruppi dietro, hanno cominciato da soli, i fratelli e il cugino, e hanno costruito un impero. Siamo state così fortunate a lavorare con Gianni. Lui, la sua gentilezza, la sua generosità, restano. La sua morte è stata uno choc profondo”.
Che rapporto ha con le donne? Pensa di aver suscitato invidie?
“Un rapporto stretto. L’unica cosa che non faccio con le donne è l’amore. Ma mi dispiace. Ho tantissime amiche, non so se suscito invidia. Io credo nella sorellanza. Non tradisco mai le donne, e neanche gli uomini. Mi sono sposata tardi, non per niente”.
Si sente giudicata?
“Non solo mi sento giudicata, ma sono io a giudicarmi per prima. Bisognerebbe vivere all’interno di sé stessi, ma lavoro con l’immagine. Non mi permetto i chili in più. Diciamo le cose come stanno: credo che vengano ad ascoltarmi per la mia musica, ma anche un po’ per guardarmi. Non è che sono Nina Simone o Aretha Franklin. La mia voce non è tanto al di là del corpo. Col corpo facciamo i conti… Tutti questi anni di analisi non mi sono serviti a niente”.
Ma è magrissima.
“È un lavoro, c’è disciplina, faccio tanta ginnastica. Ho avuto un gran metabolismo fino a 50 anni. Poi qualcosa è cambiato. E ho una particolarità, sono ingrassata dopo il parto. Tutte le donne ingrassano durante la gravidanza, no?… Invece io, mesi dopo, vado dal medico con parecchi chili in più: “Com’è possibile?”. Per l’angoscia dopo la nascita dei bambini mi veniva una fame nervosa. Poi non so regolarmi, mangio. O tutto o niente”.
In un post ha raccontato che quattro anni fa è stata operata per un tumore al seno e ha invitato le donne a fare prevenzione. Cosa le ha lasciato quell’esperienza?
“Prima ho avuto paura, terrore direi, quasi un assaggio della propria morte. Abbiamo tanti assaggi terribili della morte altrui, ma la tua è diverso. Poi invece mi ha aperto lo spirito, l’anima, non so come spiegare, mi ha aperto un mondo sconosciuto: essere nella gratitudine del momento e continuare. Aiuta molto pensare che ‘la vita è solo adesso’. L’ho capito con questa malattia, che non è finita – gli esami sono buoni, ma uno non sa. Faccio i controlli”.
Ha cambiato le sue prospettive?
“La malattia mi ha insegnato che noi esseri umani non abbiamo la libertà di scegliere, siamo solo liberi di scegliere come prendere le cose che succedono. Un incidente, un lutto, anche la povertà, come le malattie gravi, succedono. Non sono una scelta, ma possiamo decidere come affrontarli. Il cervello manda solo brutti pensieri, ti avverte, ti fa stare in allarme, ma io non sono solo il mio cervello. Se mi preoccupo di cosa succederà domani, non solo vivo nell’ansia, ma è inutile. Non so cosa accadrà e non posso farci niente. Non vivo. Invece conta cosa succede ora, e ogni giorno è prezioso”.