Corriere della Sera, 22 aprile 2024
Le bollette choc del gas: il caso dei rincari illeciti
Bollette del gas, prezzi choc e il caso dei rincari illeciti. Proprio in questi giorni sono in arrivo le fatture per i pesanti consumi invernali, una stangata per migliaia di famiglie. Le pratiche «scorrette» nel 2022 e gli incassi in più per un miliardo. Ecco cosa c’è dietro agli aumenti.
Tutti i fornitori di luce e gas hanno il diritto di cambiare il prezzo della nostra bolletta quando vogliono, con una decisione unilaterale e un preavviso di 3 mesi. Inoltre devono essere chiari i prezzi al kilowattora o al metro cubo, quanto veniva pagato prima, quanto in futuro e l’impatto della nuova tariffa. Il cliente deve poi essere informato sulla possibilità di recedere entro una tal data e di passare a un altro operatore se le condizioni non gli vanno bene. Queste sono le regole generali, tuttora in vigore. Dal 10 agosto 2022 al 30 giugno 2023, invece, il decreto «Aiuti bis» del governo Draghi ha vietato ai fornitori di cambiare unilateralmente il prezzo di luce e gas agli utenti con il contratto non in scadenza (art. 3). Una decisione mirata a proteggere le famiglie in un momento incandescente per le forniture di gas dopo l’invasione della Russia in Ucraina. Vediamo cos’è successo e cosa sta ancora succedendo.
La ricostruzione
Per capirlo prendiamo un caso, simile a migliaia di altri, che conosciamo bene e dunque siamo riusciti a ritroso a ricostruire tutti i passaggi: la bolletta del gas della signora Giuseppina, 85 anni, con un contratto di libero mercato con Enel. Parliamo del gas perché proprio in queste settimane sono arrivate bollette stratosferiche: i costi del riscaldamento invernale. Ci concentriamo poi su Enel perché, oltre a essere uno dei grandi operatori dell’energia e il gruppo numero uno in Italia per fatturato (95 miliardi nel 2023 con 6,5 miliardi di utile), è una società a controllo pubblico che ha come principale azionista il ministero dell’Economia (23,6%). Solo per il gas ha 3,4 milioni di utenze domestiche.
L’avviso per email
Il 12 ottobre 2022 alla signora Giuseppina arriva per email una comunicazione sull’«offerta gas in scadenza». Ci girano intorno per un po’: «Ciao, siamo felici di averti con noi... Ricordati dei vantaggi del nostro programma fedeltà... ENELPREMIA WOW! Potrai ottenere bonus in bolletta... Comunicare con te in modo sempre trasparente è una priorità...». Poi arrivano al sodo: le nuove condizioni economiche saranno applicate a partire da febbraio 2023 per 12 mesi con un «prezzo della componente materia prima gas pari a 1,48 euro/smc», cioè al metro cubo. Enel assicura che «tali condizioni... sono al momento le più vantaggiose di Enel Energia», ma non c’è alcuna indicazione sul prezzo precedente (0,40 a metro cubo), e non è possibile capire che quasi si quadruplicherà. C’è scritto che il nuovo contratto vale 12 mesi e che quello precedente è in scadenza. Però sulla bolletta è indicato chiaramente «a tempo indeterminato». Poi viene allegata una criptica tabella di confronto sulla spesa annua stimata per 6 fasce di consumo. L’anziana signora non ha la possibilità di capire e neanche noi. Del resto chi ricorda la scadenza di un contratto di fornitura o di un’offerta economica e sa quanto sta pagando al metro cubo? Sta di fatto che il vecchio contratto va in rinnovo automatico con il nuovo prezzo.
La stangata
L’ultima bolletta alle vecchie condizioni è dunque quella relativa a dicembre 2022/gennaio 2023, per un importo di 601,74 euro. Poi da febbraio scatta l’aumento unilaterale a 1,48 euro al metro cubo, ma intanto arrivano primavera ed estate. La consapevolezza che qualcosa non va non è immediata, fondamentalmente per tre motivi: 1) verso un operatore storico del Paese come Enel c’è una fiducia di fondo che poi è anche il patrimonio della stessa azienda; 2) il primo pensiero è che la colpa sia sempre della guerra in Ucraina che ha fatto correre i prezzi; 3) il dubbio di base è che magari si è esagerato con i consumi e bisogna fare più attenzione. Ma poi il freddo invernale porta con sé la stangata e, a febbraio 2024, arriva la bolletta relativa a dicembre 2023/gennaio 2024: 2.917,68 euro, a consumi pressoché invariati. Nello stesso periodo è di 0,50 euro la media del prezzo del gas rilevato dall’Autorità di regolazione del settore energia (Arera) nel servizio di maggior tutela.
La sanzione e la difesa
Sulla base di documenti ufficiali Dataroom stima che solo con le bollette del gas di Enel la stessa cosa è successa a circa 1 milione di famiglie, sempre negli 11 mesi in cui era in vigore il divieto di cambiare il prezzo ai contratti non in scadenza. Una pratica commerciale illecita. Per questo l’Antitrust, dopo una lunga istruttoria avviata in seguito alle denunce di alcune associazioni di consumatori, a novembre scorso multa Enel con il massimo della sanzione: 10 milioni di euro. Però non è detto che debba pagarli perché pende il ricorso al Tar. Enel si difende dalle accuse dell’Antitrust sostenendo di «non aver mai comunicato alla propria clientela modifiche unilaterali – come si legge nelle carte del procedimento – ma di aver comunicato le nuove condizioni economiche in ragione di una scadenza contrattuale».
E oggi cosa sta succedendo?
Intanto nell’inverno 2023-2024 esplodono le bollette figlie di quelle pratiche scorrette, e chi non riesce a pagare può solo rateizzare. Quanto si porta a casa invece Enel? Facciamo una stima partendo dai documenti dell’Antitrust dai quali emerge che gli incrementi medi applicati sul prezzo del gas da Enel con le modifiche unilaterali dei contratti sono tra 0,5 e 1,5 euro al metro cubo. Secondo Arera i consumi medi di gas per la famiglia-tipo sono di 1.400 metri cubi annui. Fatti due conti, su 1 milione di famiglie, ecco che risulta come solo con gli aumenti delle bollette del gas Enel ha incassato almeno 1 miliardo di euro. Domanda: anche ammesso che le modifiche unilaterali siano pratiche lecite e tollerabili e che gli utenti siano colpevolmente disattenti, possibile che aumenti del 200-300-400% che mandano in crisi i bilanci delle famiglie (gli aumenti sono protratti nel tempo anche quando il prezzo del gas crolla), vengano comunicati come se si trattasse della promozione pubblicitaria di un prodotto qualsiasi e in modo così poco comprensibile? E che a farlo non sia un operatore aggressivo e senza storia che vuole conquistare il mercato, ma chi invece ha contribuito a far crescere il Paese diventandone una delle aziende più importanti e rappresentative?
Gli azionisti e i dividendi
Dalla primavera 2023 ai vertici dell’Enel ci sono Paolo Scaroni (presidente) e Flavio Cattaneo (amministratore delegato) al posto, rispettivamente, di Michele Crisostomo e Francesco Starace. Tra pochi giorni il gruppo distribuirà agli azionisti (per il 57% investitori istituzionali, in gran parte fondi esteri) dividendi per 4,37 miliardi.
La fiducia dei clienti
Da gennaio 2024 per il gas è scomparso il servizio di tutela (ad eccezione dei vulnerabili) e c’è solo il libero mercato. Il decreto Draghi è scaduto, e quindi qualunque fornitore può in ogni momento dire: «Questa è la nuova meravigliosa offerta per te». Prima di accettare bisogna fare attenzione e capire quanto cambierà la bolletta. In una giungla di offerte, Enel dovrebbe essere la più affidabile per reputazione e invece ha giocato sul filo delle regole commerciali, sfruttando i commi dei contratti che in pochi capiscono e di sicuro nessuno legge, speculando sulla fiducia di migliaia di clienti. Dai procedimenti dell’Antitrust risultano pratiche scorrette, pur se con numeri decisamente inferiori, anche da parte di Eni, Edison, Acea, Dolomiti, Iberdrola. Se la giustizia amministrativa respingerà i ricorsi, le sei società potrebbero dover restituire 1 miliardo secondo la stima assai prudenziale di Roberto Rustichelli, presidente dell’Antitrust. I leader dei partiti in campagna elettorale dicono sempre che bisogna occuparsi di cose serie come le bollette degli italiani. Occupatevene.