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 2024  aprile 19 Venerdì calendario

Serie A, un mini campionato di sei giornate: in palio la Champions


La conquista della quinta squadra nella Champions rinnovata e ampliata della prossima stagione segna una tappa cruciale nel percorso di rientro nell’élite europea del calcio italiano di club. Veniamo da anni tremendi, in particolare dal 2011 al 2020 quando non abbiamo vinto nulla – primo decennio vuoto da quando esistono le coppe – e con due stagioni (15-16 e 18-19) nelle quali addirittura nessuna squadra italiana guadagnò lo straccio di una semifinale (i tornei erano due, l’Uefa ha ripristinato la terza competizione soltanto da tre anni). È appunto dal 2022 che le cose hanno ripreso ad andare discretamente, col titolo vinto dalla Roma nella prima edizione della Conference: per quanto fosse la terza coppa in ordine di importanza, non ne vincevamo una dal 2010 e quindi viva. L’anno scorso i club italiani hanno centrato tutte le finali, purtroppo perdendole ma dando un’efficace dimostrazione di forza, completata da altre due semifinaliste per un totale di 5 squadre su 12 nelle final four.
Italia e Germania in testa al ranking
Quest’anno siamo ben vivi in Europa League con Roma e Atalanta che possono sognare il derby in finale, e con la Fiorentina in Conference. L’insieme di questi risultati ha portato all’acquisizione della quinta squadra in Champions, e per quanto il premio obiettivamente ci vada un po’ largo visto il flop stagionale nel torneo nobile, il confronto diretto con gli inglesi, quasi certamente i grandi bocciati (il secondo campionato ad allargarsi sarà al 99 per cento la Bundesliga), dà un responso inequivocabile. Il Milan ha preceduto il Newcastle nel girone di Champions, la Roma ha travolto il Brighton e l’Atalanta ha fatto fuori nientepopodimeno che il Liverpool: 3-0 secco per la Serie A. La stessa combinazione dei risultati settimanali ci dice che la Premier di quest’anno è paradossalmente troppo bella, se è vero che le tre corazzate impegnate in una lunga volata per il titolo sono uscite in blocco: chi è grande davvero non sceglie mai, e per questo Manchester City, Arsenal e Liverpool meritano rispetto, ma dopo lo straordinario treble di Guardiola l’anno scorso nessun pretendente alla Premier è andato oltre i quarti.
Psg su tre fronti
Soltanto il Paris St.Germain è arrivato fino in fondo con i tre obiettivi intatti: ma la Ligue 1, pardon, è un’altra cosa. Da tempo Parigi ha virtualmente vinto il campionato, come il Real Madrid ha un margine rassicurante in Liga (occhio al Clasico domenica, però). Diverso il discorso per le tedesche: il dominante Bayer Leverkusen di Xabi Alonso insegue il suo triplett passando per l’Europa League. Al Bayern è rimasta da tempo la sola Champions e si vede che Tuchel, nei limiti della sua posizione uscente, ha logicamente scelto di concentrarvi gli sforzi. Il Borussia Dortmund ci ha dato dentro a tutta forza perché anche grazie alla sua semifinale il quinto posto tedesco nella prossima Champions è quasi certo: il che rasserena loro e il Lipsia, che in Bundesliga stanno sprintando per arrivare quarti. Tranquilli, a settembre ci si rivede tutti.
Serie A, la corsa Champions si accende
Da mesi risolta in favore dell’Inter, la Serie A ha portato nelle semifinali europee le squadre attualmente quinta, sesta e decima in classifica. La seconda, il Milan, è uscita con le ossa rotte dal derby con la Roma, e in generale la sua campagna europea, iniziata in Champions e finita in Euroleague, è stata infelice. Juventus e Bologna terza e quarta non hanno partecipato alle coppe. Le prime due dello scorso campionato, il Napoli e la Lazio, hanno totalmente fallito la stagione in Italia ma va loro riconosciuto (specie alla Lazio, che ha fatto il massimo) di aver portato punti alla causa comune con la qualificazione agli ottavi di Champions. Gira e rigira il rimpianto europeo serio resta l’uscita prematura dell’Inter, dovuta ai peccati nel confronto con l’Atletico ma anche, e prima, all’incapacità di vincere il girone per godere di un sorteggio più semplice. L’Inter si è lasciata sopravanzare dalla Real Sociedad, che una volta agli ottavi è durata come un gatto in tangenziale, perché preoccupata di non sprecare energie in campionato: lo scudetto della seconda stella era l’obiettivo prioritario, d’accordo, ma il distacco accumulato ci dice che c’è stato un surplus di prudenza.
Le ambizioni della Roma di De Rossi
Venendo alle squadre ancora in corsa, la Roma sta superando un esame dopo l’altro e il prolungamento del contratto di De Rossi fa scopa con la lungimiranza dei Friedkin di scegliere lui per chiudere l’era Mourinho. A livello di gioco, stentiamo a ricordare un avvicendamento più riuscito di questo. A livello di risultati, Mourinho non ne aveva portati in Italia ma in Europa sì, proseguendo e accentuando la vocazione del club all’eliminazione diretta già apprezzata con Di Francesco (semifinale di Champions nel 2018) e Fonseca (semifinale di Euroleague nel 2021). La Roma sa competere faccia a faccia, e questa è una bellissima dote che De Rossi ha perpetuato attraverso un gioco più spigliato e coraggioso, senza però smarrire la grinta e l’applicazione necessarie per difendersi un’ora in dieci contro undici dal disperato ritorno del Milan. In questo momento – lo dicono i fatti – la Roma è la seconda squadra più forte in circolazione dopo l’Inter.
Atalanta e Fiorentina, sogni di gloria
O magari è l’Atalanta? Un bel dubbio che sarebbe magnifico dirimere nella finale di Europa League. Il torneo aveva due favorite chiare: Gasperini ha fatto fuori la prima, il Liverpool, adesso tocca a De Rossi sbrigarsela con la seconda, il Bayer. L’Atalanta ha due giocatori fuori scala, i portentosi Koopmeiners ed Ederson, attorno ai quali il tecnico ottiene il meglio dall’intelligenza di De Roon, dalla decisione di Kolasinac, dalla classe di Scamacca, dalla corsa di Zappacosta, e potremmo continuare a lungo. La Fiorentina, infine, sta ripetendo la scorsa stagione: deludente in campionato ma avanti nelle coppe grazie a un gioco che crea palle-gol a getto continuo per poi sbagliarle quasi tutte. Col Viktoria ci sono stati momenti grotteschi fra pali, traverse e miracoli non sempre consapevoli del portiere ceco. Meno male che alla fine Nico Gonzalez ha trovato il pertugio. Ora c’è il Bruges, e nell’eventuale finale l’ultima superstite inglese, l’Aston Villa. Visti i precedenti stagionali, why not?