il Fatto Quotidiano, 18 aprile 2024
Il rapporto Letta: più armi europee nella Ue (pagano i prestiti del Mes)
Jean Monnet, uno dei padri dell’integrazione europea, ebbe a dire che “l’Europa sarà forgiata nelle crisi e sarà la somma delle soluzioni adottate per quelle crisi”. Nel suo piccolo Enrico Letta, che stamattina presenta il Rapporto sul mercato unico dell’Ue, ritiene che questa crisi – una guerra alle porte di casa, una in Medioriente – renda la “sfida della sicurezza” la “terza maggiore direzione strategica europea per il prossimo decennio con transizione e allargamento”. Niente voli pindarici tipo l’esercito europeo, ma la proposta di un mercato unico e di una base tecnologica continentale per la difesa: in sostanza armi Ue per i Paesi Ue, visto che per supportare Kiev “abbiamo acquistato fuori dall’Unione il 78%” dei prodotti militari, mentre gli Usa hanno comprato l’80% degli aiuti da loro industrie.
Vasto programma, avrebbe detto il presidente di Monnet: i Trattati Ue, per dire, vietano a Bruxelles di intromettersi nella difesa e di finanziare col bilancio comune la relativa industria. Ma la crisi innescata da Putin può cambiare le cose, sotto il cappello di una “definizione estesa di sicurezza” che “avrà inevitabili ricadute su tutti gli aspetti dell’economia e della vita dei cittadini”. Finora ogni Paese si è più o meno regolato da sé e, com’è noto, l’Ue produce poche armi e non compatibili tra loro: questo comporta sprechi (la spesa totale nel 2022 è stata di 240 miliardi, poco meno della Cina) o che si finisce “per comprare americano per garantirsi il sostegno Usa”. E allora serve il mercato unico delle armi con la piattaforma tecnologica unica e l’intera catena di fornitura locale, il tutto alimentato da ordini corposi e stabili dei Paesi Ue.
Ammesso che tutti siano d’accordo, non è chiaro chi pagherà. Le economie di scala possono funzionare a regime, ma la transizione va finanziata: Letta dice che serve tutto, dai fondi statali ai soldi privati, dai prestiti della Bei agli Eurobond (ma ci sono “sensibilità politiche” sul tema). Il colpo di genio arriva, però, alla fine: un’idea, scrive, potrebbe essere “l’utilizzo del Meccanismo europeo di stabilità”, un “Mes militare” disegnato sul modello di quello “pandemico” che garantiva prestiti per il 2% del Pil da destinare alla sanità. Non li chiese nessuno: un’ideona.