La Stampa, 15 aprile 2024
Leggere Lolita a Teheran
Gli iraniani non vogliono la guerra contro Israele, perché non hanno nessun problema col popolo israeliano e perché sono già in guerra contro il dittatore Ali Khamenei; il regime iraniano e Hamas usano la questione palestinese per i propri comodi; la battaglia deve essere né contro gli israeliani né contro i palestinesi ma contro tutte le dittature; le democrazie occidentali dovrebbero smetterla di fare affari col regime iraniano; noi abitanti delle democrazie ci siamo adagiati nella sicurezza fragile dei nostri privilegi; la disobbedienza civile delle donne iraniane è commovente; la nuova generazione di iraniani mette in crisi Khamenei perché non parla la sua lingua: lui li tortura e li uccide, loro gli cantano e ballano in faccia; la difesa della libertà di questi popoli è la difesa della libertà di tutti. Queste parole, che dovrebbero appartenere a tutti i leader, tutti i giornalisti, i professori universitari, le femministe, gli intellettuali, più in generale a tutti gli abitanti delle democrazie occidentali, sono state pronunciate – in una formidabile intervista sul Corriere della Sera – da Azar Nafisi. È un’importante scrittrice iraniana, vive negli Stati Uniti, ha scritto Leggere Lolita a Teheran, un commovente romanzo sulle ragazze iraniane che si riuniscono di nascosto a scambiarsi libri proibiti dalla loro teocrazia. Che sia lei a ricordarci il decalogo delle nostre libertà, a tracciare gli esatti confini delle drammatiche contrapposizioni del mondo, dice molto di lei e, purtroppo, dice molto anche di noi e della nostra insipienza a pancia piena. Un giorno, forse, le toccherà scrivere Leggere Lolita Ovunque.