la Repubblica, 14 aprile 2024
L’autrice di Harry Potter contro le star della saga: “Voi difendete i trans e io non ve lo perdono”
«Risparmiatevi le scuse. Non vi perdonerò mai». La saga di Harry Potter va in pezzi, per lo meno tra le star che hanno costruito il suo successo negli anni. Perché è questo l’avvertimento che J.K. Rowling, la scrittrice inglese “madre” del maghetto più famoso del mondo, ha dato sul social X a Daniel Radcliffe ed Emma Watson, gli attori protagonisti dei film tratti dai romanzi bestseller in tutto il mondo. Un rapporto un tempo strettissimo, ma oggi sgretolato dallo scontro sui diritti trans e sull’ideologia gender. Argomenti che vedono Rowling e i due giovani cineasti su posizioni radicalmente opposte.
La scrittrice è da anni molto critica delle rivendicazioni della comunità trans, secondo lei nocive e deleterie per le conquiste femministe dei decenni scorsi. E così, l’altro ieri, rispondendo a un tweet di un utente su X, ha detto riferendosi a Radcliffe e Watson, che nei film di Harry Potter hanno impersonato rispettivamente il maghetto protagonista e Hermione Granger: «Non li perdonerò. Niente scuse: meglio che se le risparmino per le vittime di questa ideologia, con la quale si sono arruffianati, per erodere i diritti delle donne, conquistati dopo tante battaglie, e traumatizzare la vita di adolescenti e bambini».
Le frizioni tra i tre erano iniziate circa quattro anni fa. Quando Radcliffe aveva criticato apertamente la “madrina” Rowling, dopo che quest’ultima aveva dichiarato che «le donne trans non sono donne». Per la scrittrice, la definizione “donna” si applica soltanto alle persone biologicamente di sesso femminile e non con «un semplice cambio di genere». In quella circostanza, Radcliffe aveva risposto: «Le donne transgender sono donne, ogni affermazione in senso opposto cancella la loro identità e dignità. In “Harry Potter”, l’amore è la più grande forza dell’universo. Ciò per me è sacro. Spero che queste polemiche non abbiano rovinato tutto». E anche Watson non aveva esitato ad attaccare Rowling: «Le persone trans hanno il diritto di sentirsi ciò che provano, senza interferenze altrui».
Ma per la scrittrice di Harry Potter questa è oramai una battaglia esistenziale, per lei e per tutte le donne. Due settimane fa, Rowling ha sfidato apertamente la polizia scozzese, dopo l’introduzione di una controversa legge anti-odio da parte del governo locale guidato dagli indipendentisti, dai confini ampi e talvolta oscuri. Tanto che la romanziera èstata denunciata da decine di attivisti alle autorità scozzesi, ma lei ha risposto che non cancellerà mai i suoi post online in cui attacca le trans che vogliono definirsi donne a tutti gli effetti, difendendo la separazione tra generi sulla base del sesso biologico: «Sono pronta ad andare in carcere per questo», ha giurato. Sinora la polizia scozzese ha dichiarato che non ci sono i presupposti per incriminare la scrittrice. Che viene accusata dai suoi critici di “transfobia”, cosa che lei nega categoricamente, Rowling è tornata all’attacco proprio in questi giorni dopo la pubblicazione del “rapporto Cass”: un’inchiesta indipendente ordinata dal governo britannico sulla somministrazione, nelle strutture sanitarie britanniche, di farmaci e terapie ormonali a minorenni che volevano cambiare genere. Le conclusioni, lodate dai critici della teoria di genere, raccomandano molta più cautela nell’assistenza ai giovani transgender, in particolare per quanto riguarda i trattamenti ormonali, a causa della mancanza di “dati affidabili”. Inoltre, si esorta la sanità pubblica a rivedere la sua politica sulla somministrazione di ormoni mascolinizzanti o femminilizzanti ai minori a partire dai 16 anni: «Dovrebbe esserci una chiara motivazione clinica per fornire ormoni in questa fase rispetto ad aspettare fino a quando un individuo raggiunge i 18 anni».
Rowling ha definito il rapporto Cass un «momento spartiacque», perché «i bambini sono state usate come cavie» dall’ideologia gender, secondo lei, «con gravi conseguenze anche per la loro fertilità». Per i suoi commenti, l’ex primo ministro Boris Johnson ha definito Rowling «una santa moderna». Proprio il mese scorso, ha chiuso i battenti l’unico centro medico pubblico del Paese riservato alla transizione di genere e ai problemi di disforia per bambini e ragazzini sotto 17 anni di età, nella città inglese do Tavistock. Una clinica molto criticata in passato per la prescrizione di trattamenti “facili” a minorenni, rivoltia bloccare la pubertà.