il Fatto Quotidiano, 14 aprile 2024
Gruppo Gedi, la vendita delle testate locali non è bastata: la perdita è di 103 milioni
Se alla fine del 2022 i tagli e le vendite dell’Espresso e della Nuova Sardegna hanno fatto sorridere un po’ i conti di Gedi, lo scorso anno non è andato altrettanto bene al gruppo editoriale controllato dalla famiglia Agnelli che edita Repubblica e La Stampa. “Nel 2023 c’è stata una perdita netta di 103 milioni – si legge nell’annual report del Gruppo di proprietà di Exor comunicato alla Sec americana (in Italia il dato non è stato reso noto ancora) – contro un utile netto di 2 milioni dell’anno precedente”, quando per la prima volta dal 2016 Gedi era tornato in positivo beneficiando delle plusvalenze derivanti dalla cessione di due testate, oltre a una serie di tagli del costo del personale. Stessa politica di cessione e tagli applicata anche nel 2023, che è valsa una plusvalenza di 43 milioni, senza i quali il passivo sarebbe stato ancora più pesante. Lo scorso anno Gedi ha venduto prima la Gazzetta di Mantova e poi tutti i giornali del Nordest (Il Mattinodi Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova di Venezia e Mestre, Il Corriere delle Alpi di Belluno, Il Messaggero Veneto e Il Piccolo di Trieste). I ricavi sono calati a 480 milioni dai 490 del 2022, quando già c’era stata una contrazione del 6%. Male anche i ricavi circolanti dei prodotti tradizionali e dagli abbonamenti digitali a quota 170 milioni (-13% rispetto al 2022). La valorizzazione a bilancio della partecipazione di Exor in Gedi vale per la famiglia Agnelli 68 milioni contro i 167 del 2022. A salire di poco sono stati, invece, i ricavi pubblicitari (263 milioni, +3%). Per Gedi sono positivi gli effetti della trasformazione tecnologica: è proseguito il trend delle vendite di abbonamenti digitali in crescita del 50% rispetto all’anno precedente, ha spiegato il presidente di Exor John Elkann presentando il bilancio della Holding. Risultato che sarebbe merito della campagna di abbonamenti perseguita a poche decine di euro all’anno che – come ha riportato Italia Oggi – ha consentito a Repubblica di arrivare a 200mila abbonamenti digitali ma non di raggiungere l’obiettivo dei 300mila. Per gli Agnelli, anche dopo la sfiducia votata dalla redazione di Repubblica al direttore Maurizio Molinari (ha inviato al macero 100mila copie di Affari&Finanza a causa del pezzo di apertura sugli intrecci economici Italia-Francia che parlava di Stellantis), le vendite paiono terminate: si terranno Repubblica e La Stampa. Ma a Gedi resta ancora La Provincia Pavese, mentre a marzo è stata avviata la cessione de Il Secolo XIX.