Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  marzo 09 Sabato calendario

Biografia di Akira Toriyama

Akira Toriyama (1955-2024). Fumettista giapponese. «Il suo manga più famoso, Dragon Ball, ancora oggi il secondo più venduto al mondo dopo One Piece di Eiichiro Oda. In quegli anni, in patria, Toriyama schivo, riservato, timidissimo […] aveva già raggiunto lo status di maestro, vincitore del prestigioso Premio Shogakukan. In Italia invece il suo nome era legato solo a un bizzarro anime (ma al tempo si diceva: cartone animato), Il Dr. Slump e Arale, andato in onda nei primi anni Ottanta su Rete 4 insieme alla valanga di prodotti nipponici che affollavano le reti Mediaset e locali. Una storia strampalata e demenziale, quella di Arale, bambina robot che il Dr. Slump, scapolo con un debole per le donne (e per la loro biancheria intima: la versione italiana censurò), ha costruito per potersi avvicinare alla desideratissima professoressa Midori Yamabuki. Al grido di “Ciriciao, gente!”, l’ingenua, allegra e super-forte Arale diventò un piccolo fenomeno anche in Italia, dopo aver scalato ogni classifica possibile in patria. Toriyama, ex pubblicitario di Nagoya, l’aveva creata su carta nel 1980, per debuttare sulle pagine della prestigiosa rivista Shonen Jump Weekly. La serie a fumetti, che doveva durare solo pochi episodi, andò avanti per cinque anni, con 35 milioni di copie vendute nel 1981, due serie animate, dieci film e un capitale in merchandising stimato - nel 1983 - in più di 800 oggetti “brandizzati”. Nel 1984, stremato dai duri ritmi di lavoro imposti dal suo editore Kazuhiko Torishima (il “cattivo” di Arale, il Dr. Mashirito, è ispirato a lui), Toriyama passò a quello che sarebbe diventato il suo progetto più ambizioso e popolare: un manga ispirato sia ai film di arti marziali di Jackie Chan, di cui era appassionato, che al testo cinese Il viaggio in Occidente, già portato sul piccolo schermo nel 1967 dal mangaka Osamu Tezuka (in Italia il cartone arrivò in tv, nel 1980, con il nome di The Monkey). Nacque così Dragon Ball, la saga del giovane Goku, un bambino esperto di arti marziali che intraprende un viaggio alla ricerca delle sette mitiche sfere del drago. Con lui amici e nemici (la scienziata Bulma, il principe guerriero Vegeta, l’alieno Piccolo) in un’avventura che condurrà il gruppo fino alle soglie dell’età adulta. Un po’ soap opera, un po’ feuilleton cappa e spada, il mondo creato da Toriyama si rivelò un successo immediato in patria e all’estero: 260 milioni di copie, undici anni di sequel e spin off, due serie animate (Dragon Ball Z e Dragon Ball Super), 21 film, videogiochi, giochi di carte collezionabili. In Italia l’anime fu trasmesso subito dopo pranzo su Italia 1, a partire dalla fine degli anni 90, diventando l’appuntamento imperdibile del “dopo scuola” per un’intera generazione, che collezionava e scambiava i volumi del fumetto, conservati gelosamente come reliquie. Toriyama stesso non si spiegava la ragione di una simile popolarità: “Per me è un miracolo disse perché ha aiutato una persona come me, con una personalità difficile e contorta, a fare un lavoro decente, e a farsi accettare dalla società”. Non amava, del resto, né la popolarità né l’aura intellettuale da autore: diceva di aver cominciato a disegnare “per soldi” e di considerare le riviste di fumetti “puro intrattenimento”, non partecipava a trasmissioni tv e proteggeva ossessivamente la privacy della famiglia. “Se il mio volto diventasse pubblico”, diceva, “non avremmo più una vita normale” […] Autore del saggio Scuola di manga, un bignami di consigli pratici su come fare fumetti con la massima economia di mezzi, […] Toriyama ha continuato a pubblicare fumetti fino ai primi anni 2000, collaborando anche con il mondo dei videogiochi (suoi i personaggi del popolare Dragon Quest) e come direttore creativo dei nuovi film d’animazione Dragon Ball Z: La battaglia degli dei(2013) e Dragon Ball Z: La resurrezione di F. (2015)» [Ilaria Ravarino, Mess]. Se n’è andato a 68 anni per un’emorragia cerebrale, lo scorso primo marzo.