Anteprima, 18 marzo 2024
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Biografia di Frans de Waal
Frans de Waal (1948-2024). Il grande etologo di origini olandesi e da più di trent’anni alla Emory University di Atlanta. «Era l’uomo che sussurrava agli scimpanzé. Li conosceva per nome, li studiava, li amava per tutto ciò che sanno raccontarci sulla natura umana e al contempo per la loro unicità […] Se la vita sociale dei nostri parenti africani più prossimi è oggi per noi meno enigmatica, lo dobbiamo a lui. Dopo le ricerche di dottorato sull’aggressività nei macachi all’università di Utrecht (dove tornerà come docente nel 2013) e le migliaia di ore di osservazione sulla vita degli scimpanzé nello zoo di Arnhem, si era spostato nei primi anni Ottanta negli Stati Uniti, creando ad Atlanta una fucina per generazioni di etologi. Nel 1982 arrivò la fama internazionale con un libro sulle capacità politiche degli scimpanzé e sulla loro intelligenza “machiavellica”. Memorabili diverranno le sue descrizioni della vita dei bonobo, gli scimpanzé più piccoli (e più pacifici) che vivono nel bacino del fiume Congo. Frans de Waal ha indagato per tutta la vita le emozioni e le capacità cognitive e relazionali dei primati: come fanno la pace e la guerra; come gestiscono i conflitti; come esprimono disagio, vergogna, senso di colpa; come sorridono e ingannano; come non sopportano le ingiustizie; come le matriarche tengono insieme il gruppo; come accettano o sfidano l’autorità; come i giovani sanno innovare e come nascono e si tramandano le culture animali. Partendo dalla paura della morte e dall’immaginazione, già presenti negli animali, studiò le origini del senso religioso. Soprattutto, era interessato all’empatia come mattone della cooperazione e del senso morale umano. Non era ingenuo, sapeva che si può essere empatici anche con le peggiori intenzioni e che ereditiamo dall’evoluzione un impasto di altruismo e violenza, ma contestava l’idea che la moralità fosse una patina superficiale spalmata recentemente sopra una natura umana sostanzialmente cattiva. Socio pluripremiato delle maggiori accademie scientifiche internazionali, fedele ai dati sperimentali e sospettoso verso le speculazioni teoriche, acuto polemista, maneggiava con cura l’antropomorfismo inevitabile di chi studia gli altri animali per cercare somiglianze e differenze rispetto agli umani. In fondo, è proprio perché siamo primati anche noi e parenti di tutte le altre specie, nel grande albero della vita darwiniano, che riusciamo a comprendere le emozioni dei nostri cugini scimpanzé. In loro ci sono scintille di umanità che dovremmo riconoscere e rispettare, anziché sopprimere. Per onorarlo leggiamo i suoi libri, numerosi e appassionanti, a cominciare dal capolavoro del 2019: L’ultimo abbraccio. Cosa dicono di noi le emozioni degli animali (Raffaello Cortina, 2020). E poi altri classici, tra i quali La scimmia e l’arte del sushi (Garzanti, 2002) e, ancora per Raffaello Cortina, Il bonobo e l’ateo (2013), Siamo così intelligenti da capire l’intelligenza degli animali? (2016) e Diversi (2022), dove aveva lucidamente affrontato le questioni di genere dal punto di vista del primatologo. De Waal era convinto che, studiando il retroterra emotivo che condividiamo con i nostri compagni di viaggio sulla Terra, si possano acquisire preziose lezioni per costruire una società solidale. Ne abbiamo bisogno, in un’epoca in cui Homo sapiens pare non aver ancora imparato a gestire le emozioni più distruttive» [Telmo Pievani, CdS]. Morto il 14 marzo. La famiglia ne ha dato notizia ieri. Un cancro allo stomaco se l’è portato via a 75 anni.