Anteprima, 25 marzo 2024
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Biografia di Maurizio Pollini
Maurizio Pollini (1942-2024). Pianista. Dotato di tecnica superba e di una capacità eccezionale di analisi del testo, «a detta degli esperti e per quanto valgano certe classifiche, probabilmente il più grande dei pianisti viventi» (Riccardo Lenzi) • Figlio di Gino (1903-1991), l’architetto fondatore del movimento razionalista italiano (realizzò la fabbrica Olivetti di Ivrea), e di Renata Melotti, sorella di Fausto (1901-1986), scultore fra i più importanti dell’astrattismo. «Allievo di Carlo Lonati e Carlo Vidusso, si diploma al Conservatorio di Milano, a 18 anni vince il prestigioso Concorso Chopin a Varsavia, lodato da Arthur Rubinstein “Quel ragazzo suona meglio di tutti noi” e dal musicologo Piero Rattalino “O diventerà il più grande pianista del mondo o finirà in manicomio”. Per fortuna sua e nostra si avverò la prima opzione. Chopin resterà sempre un cardine del suo repertorio accanto all’amatissimo Beethoven di cui eseguì alla Scala nel 1995 l’integrale delle Sonate, registrata più volte, soffermandosi sempre sulle ultime tre, per lui così coinvolgenti, mai esplorate abbastanza. Ma accanto ai grandi autori della classica, Pollini ha frequentato con curiosità inesausta anche la musica del Novecento, la cui promozione gli stava particolarmente a cuore. Dalle avanguardie storiche di Schoenberg e Boulez, fino a Luigi Nono, a cui fu legato da amicizia fraterna, interprete di alcune impervie partiture, da Como una ola de fuerza y luz a … sofferte onde serene… scritta dal compositore veneziano proprio per lui. Altro legame indissolubile quello con Claudio Abbado, destinato a cambiare la storia dell’interpretazione, ma anche della vita civile di Milano. Con Abbado, come con Nono, Pollini condivideva l’ideale di una musica strumento di comprensione e trasformazione della società. Memorabili i concerti tenuti insieme nelle fabbriche e nelle scuole negli anni Settanta. Memorabile, quel 19 dicembre 1972 alla Società del Quartetto, dove Pollini, prima di attaccare i tre Intermezzi di Brahms, lesse un comunicato firmato da artisti quali Abbado e Nono, Borciani e Farulli, che condannava i bombardamenti americani su Hanoi. Il pubblico insorse, impedendogli di proseguire nella lettura e anche nel concerto. Da ricordare anche le collaborazioni con altri grandi del podio, da Muti a Barenboim a Chailly. Come pure i concerti con Giulini, Boulez, Mehta» [Giuseppina Manin, CdS] • Sposato dal 1968 con Marilisa, «Conosciuta a undici anni, durante una “lezione di armonia”. L’ha vista e non l’ha più lasciata: sono inseparabili. Anche lei suonava il pianoforte, ed è pianista pure Daniele, loro figlio, nato nel ’78 e formato all’Accademia di Imola» (Leonetta Bentivoglio). Il 14 novembre 2014 padre e figlio si sono esibiti per la prima volta insieme in Spagna, a La Coruña, con il Quinto Concerto di Beethoven «Quando parliamo di musica, io e Daniele andiamo perfettamente d’accordo» (a Santolini cit.). • «Mi piace leggere, mi tuffo in un autore e non ne esco, sprofondo nei testi con metodo. Ho letto l’intera Comédie Humaine in francese, poi tutto Proust, poi Shakespeare in inglese. Una decina d’anni fa, quando mio figlio cominciò il greco, lessi tutto il teatro greco in greco antico. Per mesi ci siamo contesi il Rocci, il dizionario greco-italiano. Ho anche studiato tutte e duecento le cantate di Bach. Non dico basta se non ho finito». • Uomo di poche parole: «Una volta un giornalista inglese mi disse: “Parlare con lei è come cavare sangue da una pietra”» • Finché ha potuto, si è impegnato in quattro ore al giorno di esercizi («certe volte di più») • Ormai malato, da due anni era stato costretto a cancellare tutti gli impegni. «Il suo cuore palpitante di musica, bellezza, impegno civile, si è fermato ieri all’alba a Milano» (Manin). Aveva compiuto 82 anni lo scorso 5 gennaio • La camera ardente si terrà alla Scala martedì dalle 10 alle 14.