Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  marzo 05 Martedì calendario

Biografia di Kiri Te Kanawa (Kiri Jeanette Claire Te Kanawa)

Kiri Te Kanawa (Kiri Jeanette Claire Te Kanawa), nata Claire Mary Teresa Rawstron, nata a Gisborne (Nuova Zelanda) il 6 marzo 1944 (80 anni). Soprano. «Sempre è decisivo il ritorno a Mozart. Un paradiso per la voce. Qualche giorno di riposo, dopo l’uno o l’altro ruolo, e poi cuore e anima per Mozart. E di colpo la musica è serenità e gioia al cento per cento» (a Luigi Bellingardi, nel 1988) • Nata dalla relazione extraconiugale tra un macellaio maori già sposato (Tieki «Jack» Wawatai) e la figlia di un immigrato irlandese (Mary Noeleen Rawstron), fu da costei data in adozione, e quindi accolta in famiglia da Thomas Te Kanawa, titolare di una florida società di autotrasporti, e da sua moglie Nell. «Perché lei, così bella, invece di fare la cantante lirica non ha pensato di sfondare nel mondo del cinema? “Sono una ragazza di campagna e inizialmente ho provato a fare l’attrice, ma a 7 anni mi sono messa a studiare il pianoforte e a 15 il canto, e mi sono tanto innamorata della musica lirica che ho tralasciato tutto il resto per l’opera”» (Luigi Inzaghi). «“Fin da bambina, appena decenne, ho adorato Mozart ascoltando la Schwarzkopf cantare la parte della Contessa in un disco delle Nozze di Figaro. Mia madre si accorse subito di quella passione e mi insegnò a leggere le note. Poi mi iscrisse al coro del St. Mary’s College di Auckland, dove una suora per vari anni mi ha fatto far pratica, anche al di fuori del coro. Dopo avere ultimato gli studi a Auckland, partecipai a numerosi concorsi, vincendoli con facilità. Tutti mi raccomandarono di non distrarmi dallo studio e, per perfezionarmi, mi sono trasferita in Inghilterra nel 1966, appena maggiorenne”. L’impatto con un corso regolare al London Opera Centre non fu facile per il carattere di Kiri Te Kanawa, per sua natura una istintiva, per nulla una intellettuale. Prosegue la cantante: […] “Tutta la mia formazione artistica è stata graduale, un lento processo di avvicinamento a determinati obiettivi. All’inizio avevo un timbro un po’ da mezzosoprano, poi il mio registro ha attinto un colore sopranile, anche drammatico e di agilità, anche se è nella corda lirica che mi ritrovo al meglio e, in particolare, in Mozart. La mia vera e propria insegnante di canto, Vera Rózsa, praticamente la maestra di tutta una vita, […] me lo suggerì il primo giorno che mi sentì cantare. Mozart è l’ideale per l’addestramento della voce, e anche Strauss, almeno il repertorio modellato sul teatro mozartiano, da Capriccio ad Arianna a Nasso, ad Arabella, anche al Cavaliere della rosa”. “In quali ruoli ho riscosso i maggiori successi?”, prosegue. “Proprio in questo repertorio, anche se il primissimo esordio, al Covent Garden nel 1970, fu di una Fanciulla-fiore [nel Parsifal di Richard Wagner – ndr]. Già a Lione nel 1971, a San Francisco l’anno seguente e a Glyndebourne nel 1973 sono stata la Contessa delle Nozze di Figaro, la parte che ho interpretato nel 1979 a Salisburgo con Karajan. L’anno prima, a Berlino, avevo affrontato i Quattro ultimi Lieder di Strauss, e ricordo che, con tutti gli impegni che Karajan ha nella sua vita, quella sera fu in sala. Venne a salutarmi in camerino e m’invitò a Salisburgo: capii che non potevo tergiversare. Credo d’aver fatto bene”» (Bellingardi). «La cantante è divenuta una “stella” quando, nel 1972, interpretò a Londra il ruolo della Contessa nelle Nozze di Figaro» (Valerio Cappelli). «“Altre tappe e ruoli della mia carriera?”, ripete Kiri Te Kanawa dopo avere ascoltato la domanda. “Trascurando quelli marginali, desidero ricordare il debutto al Metropolitan come Desdemona nel 1974, l’Elvira e la Pamina che cantai all’Opéra di Parigi nel 1974 e nel 1976, l’Amelia, la Mimì e anche la Micaela che volli fare in quegli anni a un mio ritorno in Nuova Zelanda e poi in Australia. È stata importante anche l’esperienza come Donna Elvira nel film di Losey (Don Giovanni), e così pure la Tosca che feci con Solti, in disco, dopo averla cantata a Parigi nell’81 con Ozawa”» (Bellingardi). Molto attiva fino alla prima metà degli anni Novanta, iniziò quindi a diradare sempre più le proprie interpretazioni, rassegnandosi tuttavia ad annunciare il proprio ritiro dalle scene solo nel 2017. Nel frattempo aveva iniziato a dedicarsi all’insegnamento, attività che la vede tuttora impegnata, soprattutto con gli allievi della Kiri Te Kanawa Foundation • Degne di nota, tra le sue altre prestazioni artistiche, l’incisione di West Side Story di Leonard Bernstein (1984) insieme a José Carreras, quella di un disco di canzoni jazz (Kiri Sidetracks: The Jazz Album, 1992) e di uno di canti tradizionali maori (Maori Songs, 1999) e la partecipazione a una puntata della serie televisiva britannica Downton Abbey (2013) nel ruolo del soprano Nellie Melba • Sposata in seconde nozze; un figlio dal primo matrimonio • Molto legata, sin dagli anni Settanta, alla famiglia reale britannica, in particolare alla regina Elisabetta II (1926-2022), di cui fu più volte ospite nella tenuta di Sandringham e che la insignì di varie onorificenze (tra cui quella di Dama di commenda dell’Ordine dell’Impero britannico), ma anche a re Carlo III, alle cui nozze con Diana Spencer nel 1981 aveva intonato l’aria Let the Bright Seraphim di Georg Friedrich Händel. Nel settembre 2022 ha fatto parte della delegazione ufficiale della Nuova Zelanda inviata a Londra per il funerale di Stato di Elisabetta II • Monarchica. «Mentre alcuni hanno usato la morte della regina e l’ascesa di re Carlo per chiedersi se la Nuova Zelanda dovrebbe diventare una repubblica, Dame Kiri è fermamente convinta che questo non dovrebbe accadere. “Spero che manterremo la famiglia reale per sempre”, dichiara Dame Kiri. […] “Sono meravigliosi, e perché dovremmo cambiare? Per quale altro leader dovrei nutrire ammirazione? Con tutte le cose buone e cattive in questo mondo, la monarchia è sempre stata stabile. Sì, ha avuto i suoi alti e bassi, ma è stata stabile. Non riesco a pensare a nient’altro che possa prendere il suo posto”» (Marilynn McLachlan) • «Sportiva, dall’aria scattante nei blu jeans di velluto e nella camicia di flanella, con due grandi occhi marroni, tenerissimi ma fortemente ammiccanti, il soprano Kiri Te Kanawa ama definirsi una “country girl” che non ha molto da spartire con le primedonne dall’aria un po’ drammatica e un po’ fatale del mondo della lirica» (Inzaghi, nel 1979) • «Si è imposta nei ruoli lirici e drammatici di Verdi, Puccini e R. Strauss, grazie alla sua voce levigata, ma duttile e vibrante, all’incisività dell’introspezione e alle notevoli doti sceniche» (Gianni Canova). «Cantante squisita e civilissima; la sua voce chiara, che mai tradisce lo sforzo, l’estrema delicatezza del fraseggio, il gusto con cui pronuncia ogni parola danno ai suoi recital un sigillo di eleganze sfumate, di interiorizzazioni pensose. Si può osservare che il soprano neozelandese canta sempre come un angelo, e che gli angeli hanno un solo colore, il bianco. Ma quanta forza di seduzione c’è nella voce agile e soave di questa cantante, che predilige Mozart ma che non trascura le avventure sentimentali di Tatiana, Micaela, Mimì…» (Maurizio Porro, nel 1979). «Voce dolce, pura, perfetta ed elegante, quella del soprano neozelandese» (Mario Pasi, nel 1979). «Si è distinta come una magnifica Donna Elvira in Don Giovanni e Contessa nel Figaro mozartiano, con una vasta discografia e molto quotata in Inghilterra, Francia e Stati Uniti anche come Mimì, Manon Lescaut, Desdemona, Arabella, Marescialla nel Rosenkavalier e persino Violetta» (Enrico Stinchelli) • «Sino dalle prime esperienze vocali ho messo sullo stesso piano l’opera e il Lied, seppure i maggiori successi della mia carriera abbiano premiato certe particolari interpretazioni mozartiane e straussiane, alle quali poi si sono aggiunte quelle con Verdi e Puccini. E i miei insegnanti mi hanno sempre confortata in queste scelte esecutive, sin dall’inizio» • «Oggi i palcoscenici sono dominati da bellezze hollywoodiane quali Anna Netrebko e Angela Gheorghiu, il cui aspetto conta almeno quanto le capacità vocali. La grande soprano neozelandese Kiri Te Kanawa […] deplora questo stato di cose: “Le cantanti d’opera debbono essere robuste e corpulente per toccare certe note. Purtroppo sono anni che le giovanissime si comportano come le top model, sottoponendosi a diete assurde per rimanere magrissime”. A volte per fare carriera è più importante il look del talento. “Ci sono donne che a 28 anni decidono di fare le cantanti d’opera. È pazzesco”, commenta Kiri Te Kanawa. “Forse sono abbastanza brave per cantare sotto la doccia e abbastanza carine per far voltare gli uomini per la strada. Ma per cantare ci vuole ben altro”» (Hannah Furness) • «Tutta la mia esistenza si basa sulla spontaneità. Del resto, nella mia arte il sentimento, la sensibilità, il temperamento sono qualità essenziali. E, per fortuna, ne ho da vendere!».