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 2024  marzo 15 Venerdì calendario

Biografia di Gabriel Attal de Couriss

Gabriel Attal de Couriss, nato a Calmart (Francia) il 16 marzo 1989 (35 anni). Politico. Primo ministro francese, il più giovane della quinta repubblica. Già ministro dell’Éducation nationale (istruzione).
Titoli di testa «Essere francesi nel 2024 significa poter diventare primo ministro rivendicando apertamente la propria omosessualità».
Famiglia Secondo araldica della madre nobile Marie de Couriss figlia di Anne-Marie Françoise de la Forest-Divonne e di Alexandre de Couriss [Toni Damascelli, il Giornale]. È impiegata in una società di produzione • Famiglia ebrea di origini tunisine, le petit Gabriel cresce in ambiente di alta borghesia, frequenta scuole di élite, è un primo della classe, parla, parla, parla, la vita è bella, suo padre Yves, avvocato scomparso all’età giovane di sessantasei anni per un cancro fulminante è soprattutto produttore cinematografico, mette firma e denari ne Il Mostro di Benigni, in Tacchi a spillo di Almodovar e in Io ballo da sola di Bernardo Bertolucci. Aveva anche provato la carriera di attore, dopo il provino per il film La Belle Personne, di Christophe Honoré gli dissero “le faremo sapere”, fu la prima e unica bocciatura dei suoi progetti di grandeur, gli offrirono una comparsata che gli procurò i denari per uno scooter [Damascelli, cit.] • «Quando ero piccolo papà mi leggeva le biografie di Napoleone» • I suoi si separeranno nel 2000. Gabriel ha tre sorelle Noémie, figlia di primo letto del padre, Fanny e Iris. Nel 2016 arriva anche un fratellino adottato che si chiama Nikolai e ha tre anni. In realtà è un suo cugino di secondo grado che la madre e il suo nuovo compagno hanno voluto adottare dopo la morte di una cugina di Marie: «Andiamo d’accordo. Lo porto al cinema. Ci piacciono i vecchi film. Ma l’ho portato anche a Disneyland • Il padre Yves muore nel 2015 di un cancro fulminante • «Che Attal avesse l’ambizione di salire in alto, molto in alto, era già chiaro dai tempi in cui frequentava l’École alsacienne, prestigioso istituto privato del Sesto arrondissement fondato nel 1874 da un gruppo di pedagoghi protestanti dove nel passato hanno studiato l’attore Jean-Paul Belmondo e l’ex ministro della Giustizia Robert Badinter, colui che abolì la pena di morte. È l’anno del cosiddetto “yearbook”, l’album che ripercorre i momenti trascorsi con i compagni tra i banchi di scuola e non solo. “Io avevo incollato delle foto con la mia compagnia di amiche, le nostre vacanze, le gite annuali dell’École alsacienne, i miei inizi da cantante allo spettacolo di fine anno… Gabriel, invece, aveva messo solo una foto che lo ritraeva davanti a una bandiera francese in modalità presidente. Ho pensato che un giorno lo sarebbe diventato!”, ha raccontato la cantante Joyce Jonathan, che fu compagna di scuola di Attal [vedi sotto amori] • La sua passione per la politica nasce a 13 anni quando i suoi lo portano alla manifestazione contro la presenza di Jean-Marie Le Pen, leader dell’allora Front national (oggi Rassemblement national), al secondo turno delle presidenziali [Mauro Zanon, Foglio] • Laurea a Sciences Po (master in affari pubblici) come molti altri primi ministri e capi di Stato prima di lui • Il percorso di Attal in politica inizia tuttavia nel Partito socialista, ai tempi in cui Ségolène Royal aveva creato Désirs, associazione politica esterna al Ps per sostenere la sua candidatura alle presidenziali che è stata in un certo senso antesignana di En marche!. Prende la tessera del partito nel 2006, ma la sua vocazione politica nasce quattro anni prima [Zanon, cit.] • Amareggiato dalla sconfitta di Ségolène contro Nicolas Sarkozy, resta comunque nel Ps, si avvicina all’orbita di Dominique Strauss-Kahn, ma senza essere un “Dsk boy” come molti futuri macronisti. Il Monde lo situa “nel solco di quella ‘deuxième gauche’ (la sinistra di Michel Rocard, ndr) per cui le imprese e il liberalismo non sono due parolacce, ma con idee umanistiche rivendicate” [ibid.] • Nell’anno 2009-2010 ha una parentesi italiana: a Roma, a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia nella capitale e fulcro della vita culturale europea, dove è incaricato di una missione per conto dell’allora direttore Éric de Chassey. Due anni dopo ottiene il suo primo ruolo importante: entra nel gabinetto di Marisol Touraine, ministra della Salute di François Hollande, alla quale scrive i discorsi. A 23 anni, è il più giovane consigliere ministeriale del quinquennio. «Era brillante, molto ironico e con un grande fiuto politico. Del resto, è rimasto al ministero durante tutta la durata del quinquennio», racconta una sua collega di gabinetto dell’epoca [ibid.] • Durante la presidenza Hollande è stato consulente responsabile delle relazioni con il Parlamento all’interno del ministero della Salute. Nel 2014, è eletto consigliere del comune di Vanves nella lista del partito Socialista, quindi molto prima di passare alla formazione macroniana En Marche!, cosa che avviene nel 2017 con la candidatura come deputato all’Assemblea nazionale per la decima circoscrizione degli Hauts-de-Saine alle elezioni legislative • «Ero con lui al Ps e ce ne siamo andati. Perché abbiamo constatato che il Ps non era in grado di fare posto alla nuova generazione e che il partito era inghiottito da vecchi schemi di pensiero. Con Emmanuel Macron, abbiamo avuto l’impressione che i valori di progresso, di libertà e di emancipazione erano maggiormente difesi e lo erano in una dinamica positiva», ha spiegato Aurélien Taché, ex deputato macronista, oggi sotto i colori della Nupes, la coalizione guidata dal giacobino Jean-Luc Mélenchon. Attal non fa parte del commando dei “Mormons”, il gruppo di soldati del macronismo che ha seguito Macron fin dal ministero dell’Economia: inizialmente è più discreto, ma quando viene eletto deputato nel 2017 si fa rapidamente un nome, emerge in maniera dirompente [ibid.] • «In un gruppo pieno di neofiti della politica com’era la République en marche (oggi Renaissance) ai suoi inizi, Attal è di gran lunga il più talentuoso, soprattutto sul piano mediatico. Contro i pasdaran di Marine Le Pen che nei talk-show cannoneggiano contro il governo, Attal buca lo schermo e risponde colpo su colpo con un aplomb e un’efficacia assai rari per la sua età (all’epoca non aveva ancora trent’anni), difendendo l’azione del presidente. Le Monde, nell’ottobre del 2017, lo inserisce tra i “cecchini” dell’inquilino dell’Eliseo, “giannizzeri devoti anima e corpo al capo dello stato, che dipendono soltanto da lui, che rendono conto soltanto a lui”» [ibid.] • «Non ero nulla prima di Emmanuel Macron, gli devo tutto», ha confidato al Parisien • Si è dimesso a novembre 2018, dopo essere stato nominato Segretario di Stato al ministero dell’Educazione nazionale del governo Philippe II [Vittorio Russo, TgLa7] • Attal, che tutti chiamano Gaby si guadagna il soprannome di Natascha. Il riferimento va a Natascha Kampusch, giovane austriaca sequestrata per otto anni nella cantina del suo rapitore. «Blanquer [all’epoca ministro dell’Istruzione] era insopprtabile con lui. Con lui era sadico, non apprezza che Gabriel iniziasse ad avere una certa notorietà… Cos’, anche se Gabriel non si lamentava mai di lui, supplica tutti noi: “vi prego spostatemi da qui”», racconta un membro del governo dell’epoca [Le Monde] • Nel 2020 è portavoce del governo di Castex • È in questa veste che il suo nome appare per la prima volta nelle cronache italiane. Definisce «vomitevole» la linea sui migranti del governo gialloverde Di Maio-Salvini, che aveva deciso di chiudere i porti all’Aquarius (la nave di proprietà dell’ong Sos Méditerranée e ai suoi seicento migranti a bordo) [Zanon, cit.] «Non ho nulla contro l’Italia, forse ho usato una parola sbagliata, è stata una reazione a caldo» aveva poi confidato a Repubblica. • Nel febbraio 2021, Attal lancia e anima una trasmissione su Twitch e YouTube, Sans filtre, nel corso della quale porta gli influencer all’Eliseo, per avvicinare gli under 30 alla politica, spiegando loro le riforme con un linguaggio cool. La sua popolarità cresce, i giovani riconoscono il suo volto e Macron non resta indifferente: averlo nella squadra dei ministri non può che essere un beneficio [Zanon, cit.] • Da allora rilascia un’intervista dopo l’altra: «Piace tantissimo alle donne di una certa età che sognano di vederlo sposato con una delle loro figlie ma che lo amano così tanto che sarebbero disposte anche a vederlo spostato con uno dei loro figli» [Un sondaggista] • Ministro delegato e incaricato dei conti pubblici nel 2022 con il Borne I, incarico che ha tenuto anche nel Borne II [Russo, cit.] • Da luglio 2023 è ministro dell’Istruzione e della Gioventù: «Quando ha preso le redini dell’Éducation nationale lo scorso giugno, ossia del ministero dell’Istruzione, si era subito distinto per carisma e personalità, facendo ombra ai suoi colleghi grazie a un talento di comunicatore fuori dal comune e a un sorriso contagioso, imponendo il marchio Attal con idee forti e precise, a partire dal divieto dell’abaya a scuola, il velo integrale che scopre soltanto l’ovale del viso ed è indossato da sempre più ragazze musulmane, e il ritorno delle uniformi (per ora è una sperimentazione in alcuni istituti). Le idee attaliane per rilanciare la scuola francese avevano anche l’approvazione della première dame ed ex professoressa di lettere Brigitte Macron, che molto probabilmente ha avuto voce in capitolo nella scelta del neopremier (dice a tutti che Gabriel è un “fighter”, “audace”, “coraggioso”, che “andrà lontano”). “Da studentessa indossavo la divisa: quindici anni di gonna blu navy, maglione blu navy. E l’ho vissuta bene. Così si cancellano le differenze, si risparmiano tempo – ci vuole tempo per scegliere come vestirsi la mattina – e soldi – rispetto alle marche”, ha dichiarato Brigitte» [Zanon, cit.]. Da qui si capisce che il governo sta virando a destra. Le sue decisioni avevano allarmato persino Marine Le Pen: «Attal ci copia il programma» • A C à vous su France 5, il salotto buono della televisione francese, Macron ha riempito di elogi il suo pupillo per il lavoro compiuto in meno di sei mesi all’Éducation nationale, salutando «la sua energia», «il suo coraggio», «il suo talento», «la sua popolarità», dicendosi «molto contento, molto fiero» di avere in squadra uno come lui • Il 9 gennaio diventa il più giovane primo ministro della V repubblica • Astuto come una volpe nell’intuire, anzi anticipare il comune sentire e capire, insieme con il suo docente Macron, che la Francia deve rosicchiare voti alla destra cattiva lepenista ma non scivolare dalle parti di Jean-Luc Mélenchon e la sua Francia indomita. Ma anche i suoi fedelissimi avvisano che l’enfer de Matignon, al civico 57 di rue de Varenne, residenza del Primo Ministro, trappola mortale per chi deve passare dalle chiacchiere e distintivi all’azione, alla messa in pratica delle indicazioni fornite dall’Eliseo [Damascelli, cit.] • Popolare nei sondaggi, addirittura con una ventina di punti di più del capo di Stato [Rep] • Nomina ministro dell’Europa e degli Affari esteri ministro dell’Europa e degli affari esteri nel governo Attal , suo ex compagno [vedi sotto amori] • Il 30 gennaio nel suo discorso programmatico parla dell’evoluzione di una nazione che solo dieci anni prima si lacerava su le «mariage pour tous», ovvero l’unione civile. «Un discorso gay e sovranista», lo bolla Giuliano Ferrara sul Foglio. Poi tende la mano ai trattori: «La nostra agricoltura è la nostra forza ed è anche la nostra fierezza». Anaïs Ginori su Rep: «Il discorso di Attal - che non è stato accompagnato da un voto di fiducia - conteneva alcune novità, come la scelta di limitare l’assistenza medica gratuita per gli stranieri, dopo che la legge sull’immigrazione è stata bocciata su alcuni punti dalla Consulta. Sul fronte economico, il premier ha poi confermato che la Francia si impegnerà a tornare sotto al 3% di deficit/Pil nel 2027 e a riformare nei prossimi mesi la legge sul salario minimo e le regole per accedere ai sussidi di disoccupazione. Nel programma del governo Attal c’è anche la legge sul fine vita, che sarà presentata entro l’estate, e la creazione di un “servizio civico ecologico” per i giovani che vogliono “impegnarsi concretamente per il clima”» • «Dopo il suo primo mese nega che Matignon sia «l’enfer»: «Servire il proprio Paese è straordinario ma non è neanche un paradis. Non c’è niente di facile». Appena insediato si è trovato nel bel mezzo della protesta dei trattori. Il 14 febbraio a Le monde vuole sapere se ffesteggerà San Valentino o se guarderà la partita del Psg ha risposto: «Né l’uno né l’altro. Torno a Matignon sui miei dossier» • Sostiene il diritto dell’Ucraina a difendersi e accusa Marine Le Pen di essere pro Putin. Antisalviniano convinto, con il ministro dei Trasporti però condivide le idee sullo sciopero: «Ogni volta che c’è una festività segue uno sciopero. I francesi sanno bene che la mobilitazione è un diritto. Ma sanno anche che andare a lavorare è un dovere» • A marzo difende modifica costituzionale per l’introduzione dell’aborto in Costituzione: «Abbiamo un debito morale verso tutte le donne». E poi «Decenni di lacrime e sangue delle tante donne costrette ad abortire in clandestinità». E ancora «il treno dell’oppressione può ripassare». Le sue parole convincono il parlamento: il 4 marzo il parlamento approva e con 780 sì e 72 no la Francia è diventata il primo paese al mondo a mettere nella Costituzione la libertà di abortire.
Curiosità Ama il mare. «Nel fine settimana tornerà nei luoghi di infanzia, la casa a Île-aux-Moines, un ex allevamento di ostriche trasformato in dimora di famiglia, un giro in barca a vela se il mare lo consiglierà» [Damascelli, cit.] • Si Instgram ha condiviso con I suoi 288mila followers foto dei suoi viaggi in Senegal, Spagna, Guadeloupe, Giappone, foresta amazzonica, Cina • Ha sempre amato il teatro. Ha recitato per dieci anni durante gli studi: «infiammava la sala», assicura la sorella Fanny. «I genitori degli altri alunni ci aspettavano fuori per fargli i complimenti. Come se avesse vinto un Oscar» • Comparso nell’adattamento cinematografico di Christophe Honoré del libro La Princesse de Clèves di Madame de La Fayette: «Avevo 18 anni e mi sono ritrovato un po’ per caso sul set. Con i soldi guadagnati mi sono comprato uno scooter» • Pare che su Blablacar, app di car sharing, avesse un punteggio di 2.3: «Parla solo di sé stesso» • Va matto per i cereali Trésor di Kellog’s: «li metto nel latte e aspetto che si ammorbidiscano». Ne ha divorati anche sei chili in un giorno • Beve Coca-cola zero, e fuma sigarette elettroniche. «Non il massimo della salute ma a vederlo questo primo ministro di Francia è proprio l’immagine di uno chouchou, cocco di mamma e della gente che piace» [Damascelli, cit.].
Patrimonio È socio all’11 per cento, assieme alla madre e alle sue sorelle Iris e Fanny dell’immobiliare Sci Ama, proprietaria della casa di famiglia all’Île-aux-Moines che vale 130mila euro • Ha un patrimonio di 1,6 milioni di euro costituito per il 90 per cento da un’assicurazione sulla vita stipulata nel 2016, dopo la morte del padre. Non è proprietario della casa in cui è residente e ha chiesto un prestito di 670mila euro nel 2017. Nel 2014 si è comprato una Vespa 50 per 2.600 euro. Ad oggi unico suo bene fisico [Bianchi, Bfmtv] • Da primo ministro guadagna 15.400 euro lordi mensili [Damascelli, cit.]
Amori Un amore alle superiori con la cantante Joyce Jonathan • A rivelare la sua omosessualità ci ha pensato Juan Branco, un compagno di scuola che lo bullizzava: «Non che volessi nascondere la mia omosessualità ma avrei voluto fare coming out con i miei tempi. Quello che mi ha fatto male è che alcune persone a me vicine ancora non lo sapevano» [a Sept à Huit] • Nel 2015 incontra Stéphane Séjourné. All’epoca, Attal era consigliere di Marisol Touraine e Séjourné del ministro dell’Economia… Emmanuel Macron. «Un colpo di fulmine», scriverà le Monde nel 2021. Galeotta fu una convention a Bercy. Nel 2017 decidono di diventare una coppia di fatto (Pacs) ma Attal non vuole rendere la sua relazione mediatica: «Posare assieme al mio innamorato non era in programma poi però ho pensato che gli etero lo hanno sempre fatto per cui mi sono chiesto perché no?» [Closer] • Rifiuta l’appellativo di coppia politica: «Abbiamo sempre diviso la nostra vita politica da quella privata» [Le Monde] • Nel 2020 Le monde dedica alla coppia un ritratto: «Si sono issati ai vertici dello stato in una posizione assolutamente inedita sotto la Quinta Repubblica: uno sussurra all’orecchio del presidente (Séjourné, all’epoca, era consigliere politico di Macron all’Eliseo, ndr), l’altro parla in nome del primo ministro» • Nel 2022 si separano in segreto. La stampa deve scandagliare i loro account per accorgersi che nelle immagini dalle loro mani è sparita la fede, poi spulciare le loro dichiarazioni per la trasparenza per notare che la voce Pacs è sparita e averne conferma • In un’intervista a Libération lascia intendere che non sarebbe contrario alla maternità surrogata «se in Francia fosse legale».
Titoli di coda «Se mi fossi proibito delle cose, probabilmente non sarei dove sono oggi».