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 2024  marzo 19 Martedì calendario

Biografia di Michael O’Leary

Michael O’Leary, nato a Mullingar (Irlanda) il 20 marzo 1961 (63 anni). Dirigente d’azienda. Attualmente, amministratore delegato di Ryanair (dal 1994). «Se potessi, farei pagare per respirare… ma darei il biglietto gratis» • Secondo dei sei figli di una casalinga e di un imprenditore. «Fino al diploma i suoi risultati scolastici non brillano, ma già prima di laurearsi in Business al Trinity College di Dublino, una delle scuole più prestigiose d’Irlanda, riesce ad accumulare denaro, risparmiando sulla paghetta paterna e arrotondando come barista. Terminati gli studi, vuole guadagnare più denaro possibile. Nel 1983 però l’Irlanda dava poche opportunità ai neolaureati, e l’unica chance di stipendio gli viene da un posto come contabile in una grande azienda. L’impiego gli dà l’opportunità di conoscere Tony Ryan, un cliente che in 10 anni scarsi aveva costruito un piccolo impero, noleggiando aerei alle compagnie di bandiera. A O’Leary bastano pochi consigli su come risparmiare sulle tasse per farsi notare dall’uomo d’affari, ma il momento non è ancora quello giusto. Lasciato il posto fisso, si mette in proprio con un’edicola [in realtà, una catena di edicole – ndr]. “Aprivo alle 7 di mattina e chiudevo alle 11 di sera: così ho imparato come si gestisce un’impresa”. In tre anni incassa 250 mila euro. È a quel punto che bussa alla porta di Ryan, che, due anni prima, aveva aperto una linea aerea concorrente alla compagnia di bandiera irlandese. Michael O’Leary, pur di essere assunto, si offre a stipendio zero: unico guadagno il 5% degli introiti annuali incassati grazie al suo lavoro. Il suo compito: scoprire perché la linea aerea fosse in perdita costante malgrado l’aumento dei passeggeri. […] Per i primi due anni O’Leary si butta a capofitto sui libri contabili. E la sua prima mossa è strategica: elimina tutti i costi più salati, dall’intero dipartimento marketing alle polizze assicurative. Diminuiti fino al 25% gli stipendi dei piloti, rinegoziati i contratti delle forniture di carburante… Nel 1991 diventa direttore finanziario della compagnia e ottiene la promessa, da parte di Ryan, del 25% dei guadagni che la compagnia fosse stata in grado di incassare oltre i 2,5 milioni di fatturato. Ma nemmeno il suo impegno è sufficiente a risolvere tutti i problemi» (Silvia Messa). Nel 1992 la svolta. «Durante un viaggio negli Usa, scopre che la Southwest Airlines intascava decine di milioni di dollari con i suoi voli low cost: un modello di business che O’Leary, una volta sul posto, osserva con attenzione. E scopre che gli aerei Southwest scelgono scali secondari, restando a terra solo per mezz’ora, rispetto agli altri, che si fermano un’ora e mezza. Veloce anche il check-in dei passeggeri, spediti a bordo senza numero di sedile. Una formula semplice e replicabile in Europa. Tornato in Irlanda, O’Leary riesce a dimostrare in soli tre mesi che prezzi più bassi rispetto alla concorrenza incrementano in modo sensibile gli affari. Il momento, poi, è quello giusto, perché nel 1993 la deregulation europea offre una nuova chance agli operatori: vendere biglietti per ogni destinazione a prezzi liberi. […] Per contrastare la concorrenza, O’Leary potenzia la flotta con un nuovo aereo dotato di più posti passeggeri. Altra trovata: la possibilità di acquistare tariffe ridotte con un solo giorno di anticipo rispetto al viaggio, in confronto ai tradizionali 14 di tutte le compagnie. L’innovazione è epocale, tale da far raggiungere oltre un milione di passeggeri a una compagnia che si limitava ai collegamenti tra Irlanda e Gran Bretagna. E arriva un’altra trovata: la riduzione dei costi aeroportuali a carico della compagnia. Il rospo non è semplice da mandar giù per i dirigenti degli scali, ma il business di O’Leary dimostra che i clienti aumentano e, avendo risparmiato sul volo, sono disposti a spender soldi al duty free, nei ristoranti e nei parcheggi. A fine 1994 l’irlandese è già riuscito a strappare una compagnia aerea dalle paludi del fallimento portandola, in soli sei anni, a profitti plurimilionari. E, mentre i suoi sfidanti aprono e chiudono in poche stagioni, lui prosegue la sua avanzata in Europa, stipulando accordi con gli aeroporti secondari. Nel 1996 i suoi profitti personali raggiungono quasi 10 milioni di euro. Al 1997 risale una nuova rivoluzione: la diminuzione delle percentuali pagate agli agenti di viaggio per la vendita dei biglietti, portata dal 9 al 7,5%. Da allora Ryanair non si è più fermata» (Messa). Per molti anni O’Leary «è rimasto sempre fedele ai princìpi cardine del suo modello: abbattere i costi per stracciare le tariffe e accrescere passeggeri e profitti, quindi aumentare la flotta e ridurre ancora i costi per fare altrettanto con le tariffe e accrescere ulteriormente passeggeri e profitti» (Ugo Arrigo). Nel 2022 ha però iniziato a rivedere al rialzo i prezzi dei voli Ryanair per adeguarli all’aumento del costo dei carburanti: ciononostante, alla fine del 2023 la società ha registrato ottimi risultati. «Le azioni di Ryanair […] dall’inizio dell’anno hanno guadagnato il 75 per cento. Secondo il prezzo di Borsa il valore dell’intero capitale di Ryanair è di 21,46 miliardi. Di gran lunga la compagnia di maggior valore in Europa. […] Ryanair è la seconda al mondo per valore di Borsa, dietro Delta Air Lines, che vale 27,2 miliardi di dollari, corrispondenti a 25,1 miliardi di euro, al cambio corrente. […] O’Leary è stato pagato 925.000 euro nell’ultimo anno finanziario di Ryanair. Inoltre possiede il 3,9% della compagnia, una quota che ha un valore di mercato di 907 milioni di euro, secondo FactSet» (Gianni Dragoni). «Nei prossimi anni avrete bisogno di crescere anche comprando qualche compagnia in Europa? “Non penso. Nel prossimo triennio [2023-2026 – ndr] riceveremo altri 140 Boeing 737 Max, che ci consentiranno di crescere da 168 milioni di passeggeri a 225 milioni. E torneremo a parlare con Boeing e Airbus per ordinare altri velivoli. Non c’è, insomma, bisogno di fare acquisizioni”. Fino a quando ha intenzione di fare l’amministratore delegato di Ryanair? “Onestamente? Non lo so. Prima di Natale [2022 – ndr] il board ha esteso il mio contratto di altri cinque anni. Nel 2028 io avrò 67 anni, i miei ragazzi saranno al college e io probabilmente starò meno tempo in Ryanair e un po’ di più con la signora O’Leary”» (Leonard Berberi) • Nel settembre 2023 è stato preso a torte in faccia da alcuni ambientalisti a Bruxelles. «“Certo, ovunque vada mi accolgono bene!”. Non è un segnale di quanto le caratteristiche della popolazione siano cambiate, con più persone sensibili ai temi ambientali? […] “Ogni volta che aggiungiamo un aereo alla nostra flotta riusciamo a riempirlo. Le persone vogliono viaggiare. A nessuno importa dell’ambiente quando stanno prenotando le loro vacanze e i loro voli”. L’impatto degli aerei è diventato un argomento sensibile tra le giovani generazioni. “Eppure volano sempre più pieni. E ricordo che il trasporto aereo emette il 2% dell’anidride carbonica a livello mondiale in un anno. Perché non se la prendono con le navi, che contribuiscono per il 5%? Sono gli stessi giovani che vogliono mangiare i loro avocado, che vengono trasportati dal Cile, inquinando più di chiunque. Per quel che ci riguarda, noi stiamo investendo quasi 40 miliardi di dollari in aerei di ultima generazione che inquinano poco”» (Berberi) • Sposato, quattro figli • Fortemente contrario alla Brexit, che ha definito «un disastro», «un fallimento assoluto» e «il colmo dell’idiozia» • Tifoso del Manchester City • «Il successo non ha cambiato O’Leary. Vestiti sempre sportivi, linguaggio anche di più. Unico lusso: allevare cavalli purosangue e bestiame Angus nella sua tenuta di Mullingar, a ottanta chilometri da Dublino, dove vive con la moglie. Vizio che si ripaga grazie alla licenza di tassista con cui recupera sul tempo del commuting (il tragitto casa-ufficio) occupando le corsie preferenziali degli autobus della capitale» (Michele Neri) • «Istrionico, combattivo e senza peli sulla lingua» (Lucio Cillis). «Un genio, spesso immorale. […] Qualche sua dichiarazione: “Per anni volare è stato il privilegio dei ricchi stronzi. Adesso è alla portata di tutti”. Gli agenti di viaggio? “Affanculo gli agenti di viaggio. Tirateli fuori dalle agenzie e sparategli”. Rimborsi? “Cos’è che non capite, quale voce non viene rimborsata? Semplice, non c’è nessun rimborso: capito, stronzi?”. Sulla concorrenza con British Airways: “Chi dice ‘Ammiriamo i nostri concorrenti’ dice cazzate. Ognuno vuol far sputare sangue all’altro. Noi a loro e loro a noi”» (Neri) • «Finché non facciamo qualcosa di stupido, che è una sfida quotidiana in questo settore, continueremo a spazzare via ogni altra compagnia aerea in Europa».