7 febbraio 2024
Tags : Carolina Kostner
Biografia di Carolina Kostner
Carolina Kostner, nata a Ortisei (Bolzano) l’8 febbraio 1987 (37 anni). Pattinatrice su ghiaccio. Vincitrice della medaglia di bronzo ai Giochi olimpici invernali di Soči 2014, campionessa mondiale 2012, medagliata altre cinque volte ai Campionati del mondo (2008 e 2013 argento; 2005, 2011 e 2014 bronzo), cinque volte campionessa europea (2007, 2008, 2010, 2012, 2013), medagliata altre sei volte ai Campionati europei (argento nel 2009 e nel 2011, bronzo nel 2006, 2014, 2017 e 2018), vincitrice della Finale del Grand Prix di pattinaggio di figura 2011, medaglia di bronzo ai Campionati mondiali juniores del 2003, e nove volte campionessa italiana (2003, 2005, 2006, 2007, 2009, 2011, 2013, 2017 e 2018), ha anche concluso tre stagioni consecutive (2010-2011, 2011-2012 e 2012-2013) come prima al mondo nella classifica dell’Isu.
Titoli di testa «Un rimpianto? Bisognerebbe fare due o tre carriere per evitare tutti gli errori che si fanno».
Vita Figlia di Patrizia, fra le migliori pattinatrici azzurre degli anni Settanta, ed Erwin (7 aprile 1958) terzo hockeysta azzurro per numero di presenze (212). I fratelli Martin e Simon a loro volta appassionati di sci e hockey. Infine Isolde, la famosa cugina, mito dello sci alpino • «La prima volta che sono stata sul ghiaccio: mio papà era appena tornato dalla Finlandia e mi aveva portato un tutu come regalo di Pasqua. Dovevo provarlo e siamo andati in pista». Aveva 2 anni • «Ho iniziato le lezioni di pattinaggio quando ero ancora all’asilo. Una volta a settimana la mamma veniva a prendermi prima a scuola, e io ero tanto orgogliosa. La gioia di quel tutù è rimasta ancora oggi» • «Ammiravo tanto Isi, da piccina, e avevo anche cominciato a sciare, ma non emergevo» • «Ho sciato fino alla terza media, fino a quel momento riuscivo a organizzarmi, a fare insieme i compiti, le gare di sci e di pattinaggio. Un giorno pattinavo, l’altro sciavo» • «Nel pattinaggio ho trovato una gioia che nessuna altra cosa mi regalava. Ho deciso di insistere, con l’appoggio dei miei genitori. Purtroppo [...] a Ortisei, casa mia, si staccò un pezzo di montagna e precipitò sul tetto dell’impianto in cui mi allenavo. Non è più stato riparato, e allora sono emigrata» • Fino ad allora veniva allenata dalla nonna materna: «Il talento lo ha sempre avuto. Un talento grande, enorme. Sin da quando, tredicenne, spinta dai propri sogni, lasciò Ortisei per trasferirsi in Baviera, a Oberstdorf, per allenarsi alla corte di Michael Huth. Un talento fatto di grazia, di eleganza e di una pattinata profonda, rapida, incisiva, senza eguali» [Gazzetta] • Herr Huth, coach dell’ex Ddr, severo e per niente espansivo • Vita dura in collegio, al mattino le lezioni al liceo linguistico, al pomeriggio allenamenti con coach di altissimo livello e severissimi, la sera compiti e libri. «Di solito alle 22 crollo nel letto, stanca ma felice. In collegio è dura la quotidianità, non c’è la mamma che prepara il pranzo, ciascuno mangia quello che offre la mensa e non sono mai piatti dal gusto italiano. Se vuoi il relax, ti stendi sul letto perché non c’è un soggiorno con divano, l’odore della cera, la televisione da guardare con gli amici. E se manca qualcosa ci si arrangia. Ci si lava la roba, si stira, si rammenda... [...] La malinconia passa quando danzo. Non riesco a immaginare la mia vita senza il pattinaggio. I sacrifici sono le conseguenze di quello che voglio fare e che i miei genitori, con altrettanti grandi sacrifici, mi permettono di fare. Non smetterò mai di ringraziarli» [Sta] • «In senso metaforico il salto più grande è stato andare a vivere da sola a 13 anni. I miei dovevano fare 4 ore di macchina per raggiungermi. Non avevo un cellulare, per sentire al telefono mia madre usava una cabina telefonica, mi chiamava il giovedì alle 17. Ma se arrivavo con 5 minuti di ritardo a causa degli allenamenti, o dei compiti, allora la telefonata saltava e ci risentivamo la settimana successiva. L’accordo era quello» [a Valeria Teodonio, Rep] • Nel 2003 vince i campionati italiani, la medaglia di bronzo ai Campionati mondiali juniores e quella d’argento alla Cup of Russia • «Diciamo che ogni giorno cado sul ghiaccio almeno una decina di volte, pattino da 11 anni. Facciamo 30 mila volte, cifra approssimata per difetto» [Paladini, cit.] • Il 22 novembre 2005 è stata nominata dal presidente del Coni portabandiera dell’Italia nella cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Torino 2006. Nonostante le critiche mosse da molti alla decisione di scegliere come alfiere un’atleta giovane, alla sua prima Olimpiade e che non vive né si allena in Italia, Carolina si è detta «onoratissima di rappresentare l’Italia, perché io mi sento molto italiana e poi ha vinto la gioventù» • Intanto tutti i media la cercano: Carolina diventa testimonial di numerose marche in vari campi (Lancia, Biotherm, Dainese, Grissin Bon, Asics/Onitsuka Tiger...) e lo stilista italiano Roberto Cavalli crea appositamente per lei – prima volta di Cavalli in ambito sportivo – gli abiti da gara per l’importante evento Olimpico. Purtroppo le tanto attese Olimpiadi casalinghe le riservano solo un nono posto, complice sicuramente la tensione e la pressione mediatica che grava sulla sua persona • «Quello che non mi piace è che non sempre riesco a esprimermi come vorrei. Del resto la mia prima lingua è il ladino, la seconda il tedesco, la terza l’italiano» [a Fabrizio Paladini, Panorama] • «Se consideriamo italiana Carolina Kostner finiremo con considerare italiano anche l’imperatore Francesco Giuseppe» (Francesco Cossiga nel 2007) • Nel 2007 a Varsavia guadagna il suo primo titolo continentale, la medaglia d’oro agli europei, e arriva sesta ai mondiali di Tokyo • Carolina Kostner studia al Dams di Torino, indirizzo artistico: «Finché frequentavo le scuole superiori per me prima veniva lo studio poi lo sport. Adesso prima viene lo sport, è su questo che sono concentrata al massimo. Dunque avevo e ho bisogno di una facoltà che non dico mi richiedesse meno impegno ma che fosse compatibile con i miei viaggi, le gare, gli allenamenti...» [Piero Valesio, Tuttosport]• «Finora gli esami che più mi sono piaciuti sono stati quelli di filosofia, ma non so che potrò farci» [Giulia Zonca, Sta] • «È dura studiare. Sono sempre in giro e quando non capisco qualcosa, non ho nessuno a cui chiedere chiarimenti» • Quali erano i suoi programmi di riferimento, da ragazzina? «Ho ammirato molto Katarina Witt, ma il mio più grande idolo da bimba era Michelle Kwan. Il mio esercizio preferito in assoluto, però, è di un uomo: Naya di Kurt Browning. Non mi ricordo neanche i salti, ma è così bello...». [Gaia Piccardi, CdS] • «Le gambe: sinuose, lunghe, infinite. Le gambe di Carolina Kostner non sembrano quelle di una pattinatrice. Una pattinatrice ha bisogno di baricentro basso. Lei lo ha alto, più alto di tutte. Ed è anche per questo che sul ghiaccio è la più bella. Sempre, a prescindere. È elegante, suadente, veloce, morbida, aggraziata, con quella scivolata così profonda che è diventata un marchio di fabbrica» (Andrea Buongiovanni) • Il 2008 si apre con la qualifica alla finale di Grandprix e la medaglia di bronzo con un programma sulle musiche di Antonin Dvorak Dumky Trio op.90. A Zagabria conferma poi il titolo europeo con un buon programma. Alla fine del mese di marzo, ai mondiali di Goteborg (Svezia), è medaglia d’argento dietro la giapponese Mao Asada • «È un’icona nel mondo del miglior made in Italy. Un simbolo vincente, un’espressione sublime della nostra arte sportiva» [Daniela Cotto] • All’inizio del 2010 vince la medaglia d’oro nella prova individuale di figura agli Europei di pattinaggio artistico a Tallinn, in Estonia. Poche settimane dopo vola a Vancouver per le Olimpiadi invernali canadesi, dove però non riesce a brillare • «Tutti mi idealizzano come una fatina, una principessa sulle lame, ma io sono una ragazza moderna, mi capita anche di dire parolacce» [a Emanuela Audisio, Rep] • La tragicomica Olimpiade di Vancouver (16ª dopo tre cadute in mondovisione nel libero). Cambiare l’allenatore e andare negli Stati Uniti prima delle Olimpiadi di Vancouver è stato un errore? «Sì, ma mi è servito tanto. Lì, sola e sperduta nella periferia morta di Los Angeles ho capito il valore della mia famiglia, delle mie radici e del mio vecchio allenatore. Se non avessi fatto flop alle Olimpiadi forse non l’avrei capito» [Paladini, cit.] • Torna sul podio mondiale ai campionati che si svolgono alla fine di aprile 2011 a Mosca (Russia), conquistando una meritatissima medaglia di bronzo. All’inizio del 2012 si laurea campionessa europea per la quarta volta in carriera. La serie positiva prosegue e alla fine del mese di marzo 2012, a Nizza, si laurea campionessa mondiale vincendo per la prima volta l’oro • «Spesso scegliamo una musica, la ascoltiamo in pista, ci piace molto, montiamo un pezzo di programma e poi realizziamo che non ci convince, non è lo stile giusto; e allora siamo da capo, andiamo nei negozi, stiamo là per ore, ascoltiamo tantissime musiche. Ormai lo stile lo sappiamo, a me piace di più il classico. Ascoltiamo tanto, ascoltiamo, ascoltiamo. La mia coreografa mi dà suggerimenti, mi dà consigli sulla postura, su come muovere le braccia. Tuttavia nel programma decido io dove sono i salti e le trottole» • Tra il 2007 e il 2013 ha conquistato per 5 volte la medaglia d’oro agli europei. Nove le volte in cui ha vinto il titolo di campionessa italiana di pattinaggio. E per ogni manifestazione si contano numerosi piazzamenti sul podio che fanno della Kostner una delle pattinatrici italiane più premiate • Nel 2012 partecipa a Opera on ice. Cos’è questa passione per Opera on ice? «Ma lei ha presente che mettiamo il ghiaccio nell’Arena di Verona? Trentacinquemila litri d’acqua con i più grandi del mondo a pattinare sulle note di arie tratte da Carmen, Aida, Turandot, Romeo e Giulietta. Il 28 settembre sarà una festa incredibile». Le piace la lirica? «In realtà non la conoscevo per niente prima di cominciare Opera on ice». Ma ora lei ascolta Lady Gaga o Rigoletto? «Prima di una gara ascolto Mozart in cuffia perché mi rilassa e allo stesso tempo mi carica. Poi adoro andare in discoteca e lì ascolto musica house» • Nel 2013 conquista l’argento a Londra: «Quello a London sarà il mio undicesimo Mondiale. Chi l’avrebbe mai detto...». Complimenti per la longevità. Stupirà la giuria con effetti speciali? «Come mi dice sempre coach Huth: calma! Meglio fare bene le cose che so fare bene piuttosto che cambiare per il gusto di cambiare». E lei, ancora una volta, a 27 anni, sarà la più attempata. «Anche la più esperta, però...» [Piccardi, cit] • «Sono arrabbiata per l’errore. Vai in aria, ti ritrovi per terra e non sai nemmeno perché. Succede tutto così velocemente. Solo che questo programma meriterebbe di essere pattinato al meglio» (Carolina Kostner dopo la caduta sul secondo salto della combinazione triplo toeloop-triplo toeloop) • Nel 2014 alle Olimpiadi Invernali di Soči, in Russia, vince la sua prima medaglia olimpica: è un meritatissimo bronzo. Diviene così la prima pattinatrice nella storia dello sport italiano a vincere una medaglia olimpica nella specialità del pattinaggio di figura singolo: «Il momento più significativo della mia carriera? A Soči, prima del programma corto delle Olimpiadi, è calato un silenzio totale. In quell’istante ho percepito chiaramente l’importanza del momento. Ho capito che avevo fatto tutto quello che dovevo fare, avevo combattuto, ero cresciuta, e che l’importante non era il risultato, ma il fatto che ero lì. Appena ho mosso un braccio, è esploso il boato del pubblico. Come se avesse sentito quello che stavo provando. È stato un momento incredibile di amore condiviso» [a Valeria Teodonio, Rep] • A gennaio del 2015 viene squalificata per il caso Schwazer (vedi amori) • Il rientro coincide con i Medal Winners Open, una gara a inviti, non ufficiale, patrocinata dall’Isu. La Kostner presenta un programma inedito, elaborato sulla Méditation di Jules Massenet, che le vale il secondo posto, con un punteggio 59,69 • Nel 2017 conquista gli europei e il campionato italiano, replica nel 2018 • A settembre del 2018 si infortuna ad un’anca e salta il Gran Prix ma anche le olimpiadi di Pechino nel 2022 • Ci sono gare nel suo futuro? «La priorità ora è legata a stare bene fisicamente. Ho vinto tutto quello che non avrei mai azzardato di sognare, ho conquistato le medaglie più importanti. E vedere le nostre leve che gareggiano e trionfano è motivo di grande orgoglio. Ho ispirato e motivato questi ragazzi e ora saranno loro a portare avanti il movimento» • Vorrebbe fare l’allenatrice? «Non lo escludo. Di certo continuerò a far parte di questo mondo. Già adesso ho un ruolo di supervisore. Posso contribuire con la mia esperienza. 20 anni fa in Italia questo sport non era quello che è ora. Abbiamo aperto la strada». Fra tre anni ci saranno le Olimpiadi invernali: Milano-Cortina 2026. Lei è coinvolta nel progetto? «Sì, sono ambasciatrice di Milano-Cortina 2026. Se poi ci saranno ulteriori opportunità per un mio coinvolgimento, le valuterò con enorme piacere» [Teodonio, cit.] • Nel 2023 torna in pista con Cinema on ice. Balla sulle note delle colonne sonore che hanno fatto la storia • Carolina Kostner è entrata a far parte del team tecnico di Yuma Kagiyama, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Pechino 2022. La notizia è emersa ad agosto quando il nome della fuoriclasse è comparso ufficialmente nella scheda biografica Isu dell’atleta • ItaAirways ha dato il suo nome a un A320neo • A febbraio ha inaugurato il rinnovato palazzetto del ghiaccio Alceo Della Valentina di Claut (Pordenone) • Si allena? Cosa fa durante il giorno? «Per 30 anni la mia vita è stata programmata. Oggi ho la possibilità di sentirmi più libera. In alcune giornate mi alleno nei palazzetti, in palestra o in sala danza. Ma se è bel tempo vado a sciare. Tutta questa libertà è una cosa nuova per me, che ho sempre avuto le giornate pianificate. E poi sto con i miei amici, la mia famiglia… Per troppi anni mi hanno visto poco, per allenarmi vivevo soprattutto all’estero».
Curiosità Film preferito Ennio di Tornatore: «È uno dei pochi film che riguarderei all’infinito» • È mancina e fa quindi parte della minoranza di pattinatrici le quali saltano ed eseguono le trottole in senso orario • Oltra a ladino, tedesco e italiano parla correntemente anche l’inglese e il francese.
Tifo Tifosa della Juve.
Amori Nel 2008 si fidanza con Alex Schwazer, campione di marcia. «Alex è una persona che mi comprende al cento per cento perché si sacrifica per l’atletica proprio come io mi sacrifico per il pattinaggio». Sono la coppia più bella del mondo dello sport. La loro storia si è chiusa quando lui l’ha coinvolta nel suo scandalo per doping. «Tutti noi atleti abbiamo l’obbligo di dichiarare all’agenzia anti doping il luogo e l’indirizzo preciso dove ci troviamo ogni giorno dell’anno. Lui ha dichiarato di essere a casa sua, mentre si era intrattenuto a casa mia. Ho fatto quello che mi ha chiesto perché mi sono fidata di lui. Gli ho detto: devo andare all’allenamento, non posso stare chiusa in casa. Ora prendi le tue cose e vai a casa a farti trovare per fare il test. Quando torno non ti voglio più vedere» • «Sono stata con lui sei anni e non avrei mai immaginato che si dopasse. Se me l’avesse detto, avrebbe perso tutta la mia stima. Lo amavo, era l’uomo che avrei voluto sposare, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. Quando sono arrivati i risultati del test, è stata una bella botta ma non mi sono sentita di lasciarlo in quel momento: tutti gli stavano già voltando le spalle. Ci siamo allontanati poi col tempo. Quando la fiducia si rompe è difficile ricucire un rapporto, così è la vita» • Per aver coperto Schwazer è stata condannata a 1 anno e 4 mesi con sentenza di primo grado, poi ridotti: in seguito a un accordo con Wada e Coni, la squalifica è stata infatti retrodatata di sei mesi, permettendo così a Kostner di tornare a gareggiare a gennaio 2016. Da quando si sono lasciati i due non si sono mai sentiti fino allo scorso anno quando Carolina ha accettato di partecipare alla serie Netfilx Il caso Schwazer • Seguono un presunto flirt con il pattinatore svizzero Stephane Lambiel e una relazione con il collega Tomas Verner • Ora è fidanzata con Fabrizio Vittorini, il suo fisioterapista durante le Olimpiadi del 2018: «Ma avevamo solo un rapporto di lavoro. Finita quell’esperienza ci siamo riavvicinati. Ha qualche anno più di me, è bello. È laziale, dell’alto Lazio, più precisamente. Sposarci? Non lo escludo». Con lui, dice, di voler metter su famiglia.
Titoli di coda «Il pattinaggio farà sempre parte della mia vita, con o senza competizioni. Per cui, per me, non c’è mai stato un prima e un dopo, bensì un durante fatto di passione e d’impegno e di sogni che va avanti da vent’anni e di cui non vedo certo la fine».