ItaliaOggi, 13 aprile 2024
Periscopio
L’ansia da missili e droni che Teheran potrebbe lanciare da un momento all’altro su Israele non è mai stata così forte. Biden assicura sostegno ma è sotto stretta osservazione dal suo partito, mentre gli strateghi americani vanno a Tel Aviv per prepararsi a tutte le opzioni. Linkiesta.
Il vero guaio per Benjamin Netanyahu non sono le minacce spompe dell’Iran, ma gli ultraortodossi, che in migliaia hanno manifestato a Gerusalemme contro la decisione della corte suprema di bloccare i fondi per le scuole religiose e costringerli ad arruolarsi. Abituati a non fare un tubo, gli ultraortodossi – tramite i partiti di Ben-Gvir e Smotrich – tengono «Bibi» per le palle. Dagoreport.
[Nicaragua]. Dal 2018, 28 università, 3.500 ong e 60 mezzi d’informazione sono stati chiusi e 208 giornalisti sono andati in esilio. A ottobre, è stato sciolto il partito politico indigeno Yatama, e arrestato il suo leader e deputato Brooklyn Rivera. Tra agosto 2022 e giugno 2023 ci sono stati otto attacchi violenti contro le popolazioni indigene, private con la forza di 21 mila ettari di terra. La repressione delle proteste del 2018 ha fatto 328 morti, oltre duemila feriti e centinaia di detenuti. Molti dei quali sottoposti a scosse elettriche, percosse, estrazione di unghie, asfissia e stupro. Tra il 2018 e il 2023 oltre 300 mila nicaraguensi sono fuggiti. (…) Eppure questo stesso governo del Nicaragua si è permesso di citare in giudizio presso la Corte internazionale di giustizia la Germania accusandola di genocidio per il suo appoggio a Israele. il Foglio.
Si teme che gran parte degli ostaggi a Gaza siano morti. Wall Street Journal (da repubblica.it).
Ennesima pioggia di missili e droni russi che si sono abbattuti su tutta l’Ucraina: Mosca cerca di mettere in ginocchio Kiev colpendo soprattutto le infrastrutture energetiche. Ansa.
Gli ucraini a Meloni: ci servono altri missili Patriot e Samp-T per fermare gli attacchi sulle città.Repubblica.
L’intelligence alleata avverte: «Putin non ha mai cambiato piani, vuole un governo fantoccio a Kiev». HuffPost.
L’anno scorso il Fatto quotidiano aveva lanciato una campagna contro tutti quei politici che dopo averne fatto l’elogio si erano scagliati contro il Superbonus, a cominciare da Giorgia Meloni, che ancora nel settembre del 2022, in piena campagna elettorale, si diceva pronta «a tutelare i diritti del Superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie». Il Fatto invitava i lettori a votare «la più grande faccia da Superbonus», ma dovrebbe consegnare il premio al suo direttore, Marco Travaglio, che [giorni fa] a Otto e mezzo ha avuto il coraggio di sostenere che il provvedimento avrebbe dovuto essere «a tempo» e «prevedere un décalage» (ma va?) solo che il povero Conte «l’ha varato e dopo otto mesi l’hanno mandato a casa», dunque «Conte l’ha gestito per otto mesi, Draghi l’ha gestito per diciassette mesi». Che gl’ideatori e i massimi sostenitori del Superbonus accusino Draghi di non essere riuscito a fermarli dà la misura del livello di degrado raggiunto dal nostro dibattito pubblico. Francesco Cundari, Linkiesta.
La disfida elettorale è ormai un carnevale carioca, ogni giorno comparse e protagonisti indossano una boutade diversa pur di farsi notare e tuttavia da qualche giorno sta affiorando una novità più corposa delle altre ed è una doppia novità: alla sinistra e alla destra del Pd stanno crescendo due liste – gli Stati Uniti d’Europa e Sinistra-Verdi – che sembrano capaci di rispondere a quell’ansia di voto utile che circola tra diversi elettori (…) Pd che, per opposte ragioni, si stanno scoprendo insoddisfatti dal partito di Elly Schlein. Fabio Martini, HuffPost.
La Lega delle origini era per la libertà dei popoli, manifestava per gli indipendentisti catalani. Oggi la nuova Lega di Salvini abbraccia il neofranchismo di Vox. Come dice l’architetto e aviatore Giuseppe Leoni [uno dei fondatori della Lega]: «Eravamo partiti per arrivare all’autonomia e al federalismo e siamo arrivati, invece, al fascismo». Alessandro Trocino, Corriere della Sera.
Salvini? L’è un barlafus. Giuseppe Leoni (da Open).
Duo Pascale-Cecchi Paone: le quote Lgbt di Renzi. Calenda a Renzi: «A ’sto punto candida puro er Gabibbo, no». Osho, il Tempo.
Diffamazione, blitz di FdI: sì al carcere per i giornalisti. Ma gli alleati [per fortuna] non ci stanno. Corriere della Sera.
«Aumenta il carcere per i giornalisti e le pene pecuniarie diventano esagerate». È il Pd a lanciare l’allarme sugli emendamenti appena presentati dal relatore al ddl sulla diffamazione. «La libertà di stampa è a serio rischio», incalza il PD commentando le proposte di modifica depositate dal senatore di FdI Gianni Berrino. Nel disegno di legge all’esame della Commissione Giustizia del Senato, che puntava a eliminare il carcere per i giornalisti, in realtà, con gli emendamenti Berrino, la detenzione non solo resta, ma in alcuni casi aumentano le pene. Crescono anche le sanzioni pecuniarie. In uno degli emendamenti più criticati dall’opposizione le multe vanno dai 5.000 ai 10.000 o dai 5.000 ai 15.000 euro. Se l’offesa consiste nell’attribuzione d’un fatto determinato la multa può andare dai 10.000 ai 30.000. Mentre se il fatto «è falso, la reclusione va dai 3 mesi a 1 anno» e la multa dai 15.000 ai 60.000 euro. (…) Infine, «se l’offesa è recata a un Corpo amministrativo, politico o giudiziario o a una sua rappresentanza oppure a un’autorità costituita, le pene aumentano ancora». Ansa (da Dagospia).
C’è aria di «demokratura». Dal Web.
[Roma]. Le immagini delle donne chiuse in un’area recintata alla festa di fine Ramadan per separarle dagli uomini mentre pregano mandano su tutte le furie Fratelli d’Italia. Adriana Logroscino, Corriere della Sera.
Tra «demokratura» e «sharia» è una bella gara. Italia Oggi.
Sfogandosi con i fedelissimi a proposito del comportamento di Giuseppe Conte sulla questione pugliese, Elly Schlein avrebbe detto: «Ci dipinge come un partito di trasformisti, ma si è dimenticato che il governo con Salvini lo ha fatto lui, se non è trasformismo questo, ditemi che cos’è». Giustissimo. Il problema è che, fino a ieri, se lo era dimenticato pure lei. La linea di Francesco Cundari.
In Puglia M5S fuori dalla giunta. Conte: «Facciamo tabula rasa». Repubblica.
Spero che i 5stelle rientrino. Faremo ciò che dicono loro. Michele Emiliano (dal Fatto quotidiano).
Ho sognato d’essere un altro che si complimentava con me. Roberto Gervaso.