Corriere della Sera, 13 aprile 2024
Intervista a Valeria Marini
Il grande amore?
«Deve ancora venire...».
Non vale.
«Un amore grande è stato sicuramente quello con Vittorio».
Cecchi Gori, produttore.
«Mi sono trovata col cuore a dover affrontare cose più grandi di me, di cui non avevo esperienza, ero una ragazza. L’ho fatto con coraggio, a testa alta, l’ho aiutato e ne sono orgogliosa. Un altro grande amore è stato Patrick».
Baldassari, imprenditore.
«Con lui l’amore si è trasformato in amicizia e questo lo rende eterno: per qualsiasi cosa io per lui ci sono e lui c’è per me».
E allora perché finì?
«La distanza a me pesava: ero sempre da sola e soffro la solitudine. Non dico che con chi amo devo starci appiccicata, ma desidero condividere tempo ed esperienze».
Valeria Marini splende nel suo attico milanese in zona Corso Como, la sua immagine riflessa alle pareti (nei quadri e nelle foto artistiche), sul divano (sulle federe dei cuscini), sopra le mensole (nelle cornici che la ritraggono accanto a Michael Jackson e Franco Zeffirelli), perfino nella Barbie Malibu del 1971 che sembra la sua copia. Una limousine l’aspetta giù per accompagnarla alla Stazione, destinazione Roma.
Il primo amore?
«Avevo 8 anni. Si chiamava Ilario Carboni, era mio compagno di scuola a Cagliari. Ci siamo dati anche un bel bacio in bocca, di quelli passionali. Ero bella precoce, forse avevo bisogno di affetto...».
Dopo?
«L’amore tumultuoso con Giovannino: aveva quasi 30 anni, io 14. Ero innamorata».
Rimase incinta.
«Quando l’ho scoperto, mia mamma mi ha aiutata. Lui era una persona non tanto equilibrata, molto possessiva. Io ero proprio una bambina. Mi fa male parlare di questa cosa, perché comunque quando succede, anche se sei una ragazzina, ti rimane dentro».
Ha un rimpianto?
«Sinceramente, se fossi stata maggiorenne quel figlio forse me lo sarei tenuto. Ma non ho un carattere da rimpianti, guardo sempre avanti. Mia mamma mi ha dato una seconda vita, allontanandomi da un amore che non mi stava dando felicità né me l’avrebbe data. A volte, soprattutto quando sei così giovane, bisogna fidarsi di chi ti vuole bene. Mia madre mi riportò a Roma e non sbagliò».
Tra i suoi amori di ragazza c’è stato un certo Lorenzo Cherubini.
«Avevo quasi 19 anni, non eravamo famosi né io né lui. Ci eravamo conosciuti in una discoteca d’estate, dove lui faceva il dj e io lavoravo come ragazza immagine, perché da subito mi sono mantenuta da sola, pur essendo di famiglia benestante. Non aveva ancora incontrato Cecchetto, ma faceva già sognare tutti».
Un ricordo speciale?
«È stato lui a insegnarmi a guardare le stelle la notte di San Lorenzo: io non lo sapevo che si esprimono i desideri. Era un amore puro, è durato circa un anno. È diventato famoso prima di me, è un grande, lo stimo molto per il suo carattere gioioso, solare, un po’ come il mio».
Vi siete mai rincontrati?
«Una volta a una trasmissione, e ci siamo salutati affettuosamente. Non ci sentiamo più, ma mi piacerebbe fare un disco con lui. Amo la sua energia positiva, il modo in cui rende più leggera la vita degli altri, che già è pesante, come adesso con la guerra... Ti salvano l’amore e la fede».
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Crede ancora nel principe azzurro?
«Sì, ma lo devi incontrare per caso e avere il cuore e la mente aperta. Invece a me è successo quasi sempre di essere avvicinata da uomini con secondi fini: fingevano di essere innamorati, ma cercavano solo visibilità».
Anche il suo ultimo fidanzato ufficiale Gimmi Cangiano, il deputato di Fratelli d’Italia con cui l’abbiamo vista sul red carpet a Venezia?
«No, non mi riferivo a lui. Nel nostro caso, ho deciso io di allontanarmi: per lui era un momento delicato e ho voluto dargli la possibilità di trovare equilibrio nella sua situazione famigliare. Sono una persona di valori, molto rispettosa delle altre donne. È rimasto un rapporto molto affettuoso con la mamma. Devo, anzi, ringraziare Gimmi, il senatore Mollicone, il ministro Sangiuliano e tutti quelli che si sono impegnati in questi mesi per includere il Salone Margherita nell’elenco dei teatri considerati “monumento nazionale”. Adesso sarà riaperto. Lì interpretai l’ultimo spettacolo, La Presidente di Ninni Pingitore. Profetico, direi».
Prima di Cangiano ci fu Eddy Siniscalchi, di 20 anni più giovane di lei.
«Non parliamone...».
Un po’ di responsabilità l’avrà, se incontra spesso uomini sbagliati...
«Ma se indossano una maschera cosa ci posso fare? Mica ho il radar! Io sono una persona vera, quella che vedi sono. Adesso, certo, comincio a essere diffidente per forza».
Sua mamma Gianna non sempre risulta simpatica ai suoi fidanzati.
«Al contrario: mia mamma Gianna ci vede lungo e non sbaglia nei giudizi. Infatti non si è mai sbagliata con quelli che si sono rivelati ciò che erano. Ma mia mamma non si mette di mezzo, è una persona molto rispettosa della vita degli altri».
E con Signorini come andò? Nella sua autobiografia lui scrisse che fu amore a prima vista.
«La prima volta ci siamo incontrati a piazza San Lorenzo in Lucina per un’intervista e ho capito subito che aveva una marcia in più. Sua madre mi adorava: mi chiamava “Burro e farina”. Alfonso è una persona speciale, abbiamo avuto un flirt d’amore, di stima, ma platonico».
La cosa più folle che ha fatto un uomo per lei?
«Un amico con cui ebbi un love affair, per il mio compleanno mi organizzò una festa a sorpresa sul suo yacht, c’erano tantissime persone. Quando salii a bordo, le altre barche cominciarono a suonare i corni da nebbia».
L’uomo più divertente con cui è stata?
«Chi ti strappa un sorriso ti regala felicità. E in questo, forse, il più divertente è stato Vittorio Cecchi Gori, sicuramente uno dei più simpatici, avendo vissuto una vita intera in mezzo ad attori da commedia».
I soldi sono importanti?
«A me non importa del denaro, anche se mi piace stare bene economicamente con quello che mi sono conquistata da sola con il mio lavoro, facendo la formichina, accendendo mutui e pagando le tasse. Se posso, aiuto sempre le persone che me lo chiedono, amiche o fidanzati».
Non abbiamo detto nulla di Giovanni Cottone, sposato nel 2013; matrimonio annullato dalla Sacra Rota.
«Per me non esiste più, è diventato trasparente. Anzi, forse lo è sempre stato. È Belfagor, un incubo da cui mi sono svegliata con l’annullamento. Ma dopo gli inganni arrivano le rivincite e io non ho perso la speranza di sposarmi, di costruirmi una vita felice e di diventare mamma, in qualunque modo».
Suo padre Mario le manca?
«Ogni giorno. È il mio angelo custode. Mi manca il suo bellissimo sorriso, però lo sento vicino e quando ho un cedimento o ho bisogno di un consiglio, prego per lui e gli chiedo di illuminarmi».
Di chi si vorrebbe innamorare adesso?
«Dell’agente 007: un uomo bello, elegante, galante, misterioso e imprevedibile. Posso risposarmi in Chiesa: sfruttiamola questa cosa, no?».