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 2024  aprile 10 Mercoledì calendario

Periscopio

Quando si guarda a un vuoto in una teoria quantistica dei campi, questo non è mai esattamente un nulla. Peter Higgs, Premio Nobel per la fisica nel 2013, scopritore del «bosone di Higgs», scomparso a 94 anni l’8 aprile 2024.
Margaret Thatcher tenne un discorso alla Royal Society di Londra, la più prestigiosa organizzazione scientifica del paese. Parlò con nostalgia di Arthur Eddington, l’autore dei libri che Peter Higgs aveva letto da studente. Era stato proprio alla Royal Society che Eddington aveva [riferito i risultati] della sua spedizione del 1919, nel corso della quale, osservando l’incurvamento dei raggi luminosi provenienti dalle stelle intorno al Sole, aveva dimostrato che Einstein aveva ragione. «Quando Eddington presentò i suoi risultati a questa società nel 1919 (…) la notizia ebbe vastissima eco» disse la Thatcher. «Molte persone non riuscirono a entrare nella sala tale era l’ansia delle folle di scoprire se il paradosso intellettuale dello spazio curvo fosse fondato. Dovremmo forse dire di più per spiegare perché al CERN siamo alla ricerca del bosone di Higgs?». Ian Sample, Higgs e il suo bosone, il Saggiatore 2013.

Kiev e Nato verso la sconfitta dopo 2 anni di massacri. La Veritasky.
Blitz a Kaliningrad degli 007 ucraini: a fuoco una nave russa. Per la prima volta Kiev riesce a colpire le forze russe nell’enclave sul Mar Baltico. Borrell: «Un conflitto ad alta intensità in Europa non è più da escludere». La Stampa.
Cosa conta per noi? La democrazia? I diritti? La libertà di andare da qua a là senza renderne conto, come spiegò due secoli fa Benjamin Constant? Oppure conta la pace, una pace purchessia, un lasciapassare a tutto quanto si oppone a noi nel miraggio che ci sia risparmiato di opporci a loro? Possiamo anche non chiamarla resa. Possiamo chiamarla pace, se ci fa stare meglio. Possiamo sacrificare qualcuno per salvare noi. Vogliamo la democrazia o vogliamo questa pace? Siamo chiamati a scegliere. Mattia Feltri 1, HuffPost.
Attaccatevi al telefono, ha detto il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, la settimana scorsa, rivolgendosi agli alleati europei della Nato: attaccatevi al telefono, chiamate i deputati repubblicani americani, lo speaker del Congresso Mike Johnson, i deputati democratici, tutti quanti. Gli aiuti americani all’Ucraina devono essere sbloccati subito, sono mesi che Kiev aspetta, pagando con i suoi morti i ritardi occidentali: ora basta. Paola Peduzzi, il Foglio.

Agisce su procura di molti mandanti il gentiluomo che sabato scorso, davanti alla Scuola Ebraica di Milano, aggrediva due ebrei, un vecchio e un bambino, al suono di «pezzi di merda», «assassini», «figli di puttana». (…) L’energumeno che ha aggredito quel vecchio e quel bambino è stato mandato lì dal malvissuto stalinista secondo cui Israele ha perso il diritto d’essere uno Stato, se mai lo ha avuto. È stato mandato lì dal giornalismo che dal pomeriggio del 7 ottobre, mentre ancora saliva il fumo dei bambini bruciati nel kibbutz, denunciava il tratto indiscutibilmente terrorista d’Israele. È stato mandato lì dagli officianti democratici delle manifestazioni «from the river to the sea», organizzate sempre nel tempo dell’apericena del 7/10 e mentre ancora sbrodava il sangue dai genitali delle ragazze ebree rapite e violentate dai «combattenti». (…) L’azione di quel violento bifolco (…) si compie su istigazione di questa conglomerata politica, sociale ed editoriale. Iuri Maria Prado, Linkiesta.

Se, sotto la pressione della politica democratica interna e dell’opinione pubblica globale, l’Amministrazione Biden imponesse un cessate il fuoco che lasciasse il nostro più stretto alleato nella regione a corto di vittoria su un nemico che cerca di distruggerlo, prima o poi pagheremmo tutti un prezzo. Perché, se non fosse chiaro, il futuro della democrazia occidentale dipende dalla vittoria di Israele. Claudio Cerasa, il Foglio.
In un convegno nell’ambito di Fratelli d’Italia, convocato per parlare dei 75 anni dell’Alleanza Atlantica, si sono ascoltate parole del viceministro degli Esteri, Cirielli, che hanno suscitato perplessità. (…) Dire, in sintesi, che l’imperialismo Nato ha favorito la violazione del diritto internazionale da parte della Russia, significa allontanarsi dall’interpretazione che Giorgia Meloni ha sempre fatto sua, fino alla recente visita in Usa. Insistere con l’argomento che «se tu fai una politica imperialista, gli altri si irrigidiscono», per cui «se avessimo fatto un’altra politica nei confronti della Russia, avremmo probabilmente evitato la guerra in Ucraina», significa mettersi sulla lunghezza d’onda di Orbán, non della Farnesina. Sarebbe interessante capire se Cirielli parlava dopo essersi consultato con la premier. Stefano Folli, Repubblica.

Quando ci sono guai seri il Pd a chiamata risponde e fa il suo dovere. È come un vecchio idraulico che chiami per un’emergenza, arriva col suo sturalavandini, il fil di ferro e ti sistema alla meglio il rubinetto vecchio, per tirare avanti ancora un po’. Ma non propone mai nulla di nuovo. È un partito conservatore per eccellenza, altro che Meloni. Può cambiare segretario ma resta geneticamente sempre uguale a sé stesso, con le radici nel XX secolo. La sua cassetta degli attrezzi non è utilizzabile nella società moderna. Claudio Velardi (Alessandra Ricciardi, Italia Oggi).
Conte aiuta la destra. Elly Schlein.
Conte (…) vuole restare nella condizione di contendere i voti al Pd in quanto più di sinistra del Pd e contendere i voti a Fratelli d’Italia in quanto più sovranista di Fratelli d’Italia. Stefano Cappellini, Repubblica.
Conte non aiuta la destra, Conte è la destra. Christian Rocca, Linkiesta.
Difficile stabilire se si comporti in modo più impolitico Carlo Calenda, che ogni giorno pronuncia dichiarazioni sprezzanti contro la lista promossa da Matteo Renzi ed Emma Bonino, incurante del rischio di doversele presto rimangiare, o i renziani che quotidianamente le rilanciano, scommettendo provocatoriamente che finirà per cambiare idea anche questa volta, al chiaro scopo di rendergli la manovra di rientro più difficile e più costosa, senza capire che il conto alla fine toccherà pagarlo anche a loro. La linea di Francesco Cundari.
Il falso benessere spinge i giovani a farla finita. [Il falso benessere? Ma va?] il Fattoide quotidiano.
La resurrezione dei corpi renderà più acuta la crisi degli alloggi. Roberto Gervaso.