Libero, 11 aprile 2024
Gli assassini dietro alle sbarre piacciono tanto alle donne
Sarà il fascino del dannato (e condannato), sarà la ricerca di un partner apparentemente forte, sarà l’attrazione del lato oscuro. O più semplicemente – come pensa la maggior parte della gente- sarà solo instabilità mentale ed emotiva.
Eppure accade di frequente e il termine tecnico (coniato dallo psicologo e sessuologo neozelandese John Money nel 1986) per descrivere questo disturbo, che non è classificato come malattia, è ibristofilia: la tendenza a provare attrazione sessuale e mentale di tipo morboso verso persone che hanno commesso crimini di varia natura. Meglio se gravi.
L’ultimo caso di innamoramento “criminale” riguarda Mario Pincarelli, uno dei quattro imputati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte il ragazzo di 21 annidi origine capoverdiana ucciso durante un pestaggio il 6 settembre 2020 a Colleferro (Roma) -, che proprio nei giorni scorsi è stato condannato a 21 annidi galera e che, si è appena saputo, si sposerà il prossimo 16 aprile nel carcere di Civitavecchia. Con una fidanzata storica? Macché, con una 28enne di un Comune a nord di Roma che ha incontrato una sola volta. E galeotto- oltre al condannato – in questo caso è stato un programma tv di cronaca nera: la ragazza dice di essere stata folgorata da quella visione, ha scritto al detenuto e da quel momento è nata una relazione epistolare, sfociata in un solo incontro durante un’udienza del processo. E ora il matrimonio.
DA BUNDY A MANSON Ma non c’è da stupirsi perché casi di ibristofilia, nella storia, ce ne sono sempre stati e basta pensare ai celebri Ted Bundy (aveva violentato e ucciso oltre 30 ragazze negli Usa e in carcere riceveva foto erotiche, lettere d’amore e proposte di matrimonio: si è sposato con una delle sue ammiratrici, Carole Ann Boone, conosciuta nel 1974) e Charles Manson (ebbe una relazione con una ventiseienne sua fan, Afton Elaine Burton, con cui aveva iniziato una corrispondenza mentre lui aveva più di 80 anni: in carcere gli arrivavano 20mila messaggi l’anno).
In Italia, comunque, Mario Pincarelli è in buona compagnia. Partendo dai classici Renato Vallanzasca (il bel René in prigione riceveva centinaia di lettere e la sua prima moglie Giuliana Brusa era una sua ammiratrice) e Raffaele Cutolo (sposò, nel carcere dell’Asinara, la diciassettenne Immacolata Iacone: i due si conobbero nella pausa di un processo al tribunale di Napoli), per arrivare al clamoroso caso di Angelo Izzo e Donatella Papi.
MAGNETISMO Lui era condannato all’ergastolo per il massacro del Circeo, lei era una giornalista che, nell’ottobre del 2009, ha scritto al direttore del carcere di Velletri per incontrare l’assassino e «concordare le modalità necessarie al fine di contrarre matrimonio in regime intramurario». I due si sono sposati nel 2010 («Sono una sposa serena. Ho sposato l’uomo che amo. È quello che volevamo entrambi. Non abbiamo paura, non abbiamo fatto nulla di male», le parole della cronista), ma dopo un solo anno si sono separati. L’altro detenuto super corteggiato e famoso è stato Pietro Maso (il 17 aprile 1991 uccise i suoi genitori), che di lettere in cella ne riceveva «migliaia, nei primi anni ne arrivavano fino a venti al giorno».
Uomini, ma non solo. A diventare oggetti del desiderio dietro le sbarre, ovviamente, sono anche le donne. Amanda Knox, accusata dell’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher e poi assolta, ricevette nella prima settimana di detenzione 35 lettere di suoi ammiratori e addirittura una proposta di matrimonio; Erika De Nardo, responsabile del delitto di Novi Ligure (assieme al fidanzato uccise la madre e il fratellino), ebbe una relazione con un ragazzo che iniziò a scriverle dopo il suo arrivo in carcere.