il Giornale, 11 aprile 2024
Anche i Rizzoli hanno la loro saga
La famiglia è un’istituzione che non gode di ottima salute a livello statistico, ed è assai sotto attacco in questo momento da parte di una certa diciamo così – «sociologia»...
Ma ai lettori italiani la famiglia piace moltissimo e infatti, negli ultimi anni, ha dato vita a un filone di grande successo. Di più: all’unico, nuovo filone di successo editoriale made in Italy, a parte i libri nati dal mondo del web, come quelli di autori/youtuber e i fenomeni partiti da Wattpad.
I primi a conquistare il pubblico sono stati gli ormai famosissimi Florio, raccontati da Stefania Auci nel suo romanzo I Leoni di Sicilia, pubblicato da Nord nel 2019, come il seguito, L’inverno dei Leoni (2021). Parliamo di seicentomila copie vendute e una serie televisiva su Disney+. Un bestseller così non poteva non fare gola agli editori e anche ai produttori. E infatti le dynasty italiane si sono susseguite, tra fabbriche di birra e cioccolato, cotonifici e automobili, fino alle più recenti «saghe familiari» arrivate in libreria e sugli schermi: Il canto della fortuna di Chiara Bianchi (Salani), dedicato a Angelo Rizzoli e alla costruzione del suo impero editoriale e cinematografico, il biopic Ferrari di Michael Mann con Adam Driver, il film Ennio Doris C’è anche domani di Giacomo Campiotti sulla vita del banchiere, con Massimo Ghini e Lucrezia Lante della Rovere, e la docuserie Il giovane Berlusconi di Simone Manetti su Netflix, che racconta le origini della carriera imprenditoriale di Silvio nel mondo della televisione commerciale. In mezzo, le storie sono moltissime. Ci sono appunto i «bottegai» Florio, che dal negozio di spezie nella Palermo dell’Ottocento iniziano a commerciare lo zolfo e, poi, a crescere senza sosta fra immobili, terreni, navi, marsala e tonno in scatola: grazie al lavoro di Stefania Auci sono stati il bestseller del 2019, che ha garantito vendite eccellenti anche nei due anni successivi, aiutato dal rinforzo del sequel nel 2021. Ed ecco che sono arrivati i Crespi e i Menabrea: i primi sono i protagonisti del romanzo di Alessandra Selmi, Al di qua del fiume. Il sogno della famiglia Crespi, sempre pubblicato da Nord (2022), che racconta la costruzione della fabbrica di tessuti e del «villaggio Crespi», l’ambizione e la passione del capostipite Cristoforo che si realizzano in quel paesino vicino al fiume; i secondi al centro di La salita dei giganti. La saga dei Menabrea di Francesco Casolo (Feltrinelli 2022), che narra le vicende dei «signori della birra» che si sono inerpicati sulle vette dell’industria come gli antenati sui ghiacciai della Val d’Aosta. E poi le donne della famiglia Zaini, marchio milanese del cioccolato, protagoniste di La fabbrica delle tuse di Giacinta Cavagna di Gualdana (Piemme 2023) e i re del Bitter, la famiglia Campari, al centro di L’elisir dei sogni. La saga dei Campari di Silvia Cinelli (Rizzoli 2024). Due storie molto meneghine, queste ultime, come quella di Angelo Rizzoli, il Commendatore, che a Milano nasce nel 1889 (e vi muore, nel 1970), unico maschio dopo due sorelle in una famiglia così povera che la madre, rimasta sola (il padre è morto suicida) manda il terzogenito all’orfanotrofio dei Martinitt, nella speranza di un destino migliore. Cosa che in effetti si realizza, come racconta la saga: «Il titolo, Il canto della fortuna, fa riferimento a un discorso che lui porta avanti per tutta la vita – dice Chiara Bianchi, al suo esordio come autrice dopo annidi lavoro da editor – È figlio della miseria e della povertà, una situazione comune a molti e nella quale, in quell’epoca, finire in un istituto è l’unica garanzia. Rimane legato ai Martinitt per tutta la vita. L’orfanotrofio dava la possibilità di avere una formazione professionale una fortuna, per quei ragazzi – e lui si trova a dover scegliere tra orefice e tipografo.
Non sa neanche che cosa sia, un tipografo, e sceglie l’orefice, ma poi non gli piace, ha difficoltà a entrare in sintonia coi i maestri nelle botteghe, e convince la madre a scrivere al rettore per fargli cambiare strada...». Un aneddoto fra i tanti, raccolti dall’autrice, fa parte della storia dell’editoria: «Dopo una esperienza con i maestri in tipografia capisce che non può avere un padrone, che deve essere lui il padrone della sua attività e si mette in proprio. Ha questo incontro “magico” con un venditore tedesco, che gli propone una pedalina di ultima generazione: lui la compra coi soldi ricevuti dai Martinitt, senza preoccuparsi del peso del torchio; quando è alla dogana però deve trasportarlo e non ha soldi per pagare qualcuno, così prende un carretto e lo porta in giro per le vie di Milano...» Sono i primi del Nocevento, da quella pedalina portata su un carretto al successo i passi sono quasi incredibili: Angelo inizia a farsi conoscere presso le tipografie già affermate per ottenere lavori e trova quasi un «padre» nell’amico Calogero Tumminelli, che si occupa di pubblicazioni d’arte e gli consiglia di comprare quattro periodici da Arnoldo Mondadori, fra cui una certa Novella...
«La sua vita è stata mille vite – racconta Chiara Bianchi – Ci sono stati degli incontri che hanno segnato le sue scelte, dei bivi: un personaggio fondamentale è sicuramente Tumminelli, che lo fa affacciare alla possibilità di essere non solo stampatore ma editore; poi c’è il mondo del cinema, come produttore, e il primo contatto con Roma è con Vittorio Mussolini, il figlio del Duce. Fanno qualche film insieme, ma poi la figura centrale è Peppino Amato: c’è quasi una volontà comune di fare del buon cinema, nonostante Angelo non sapesse di sceneggiature e di libri; Peppino gli raccontava le storie che leggeva e lui chiedeva soltanto: c’è il lieto fine?». La grande intuizione di Amato è quella di portare il libro di Giovannino Guareschi (già firma, e poi bestseller, di Rizzoli) sul grande schermo: è il 1952 quando Don Camillo diventa il film di Julien Duvivier, destinato a diventare un classico. Ma Rizzoli produce anche Federico Fellini: prima La dolce vita, poi Otto e mezzo, con cui vince l’Oscar. E a Ischia, dove cerca soltanto una villa per le vacanze di famiglia e poi trasforma l’isola in una meta turistica internazionale, ospita i grandi divi di casa nostra e di Hollywood, fino a Charlie Chaplin. Una vita fatta di mille vite, appunto. Sarà anche per questo che le saghe di famiglia piacciono tanto. Oltre che a un sequel, Chiara Bianchi pensa già a una fiction...