Corriere della Sera, 10 aprile 2024
Se Taiwan impara dal suo terremoto
Un Paese che resiste al terremoto può resistere anche al Partito Comunista Cinese? A Taiwan la domanda corre, dopo la scossa di magnitudo 7,2-7,4 del 3 aprile. Il parallelo può sembrare inammissibile ma in realtà ciò che si è verificato a inizio mese offre insegnamenti nel campo della difesa dell’isola che la Cina vorrebbe annettersi. Venticinque anni fa, il 21 settembre 1999, un terremoto 7,7 della scala Richter provocò la morte di 2.400 persone, il ferimento di 11.300 e il crollo totale o parziale di centomila edifici. Il sisma di mercoledì della scorsa settimana ha causato 13 morti accertati, 1.133 feriti, sei dispersi. Inoltre, 18 edifici hanno subito danni strutturali gravi, 34 danni non gravi e 194 danni minori. Tra i due terremoti c’è stata una politica di regolamenti di costruzione, di modifiche strutturali, di utilizzo della tecnologia per ridurre i rischi. Soprattutto, c’è stata una preparazione sociale che ha evitato il panico, ha permesso di rimettere in funzione rapidamente i servizi idrici ed elettrici e ha consentito veloci interventi di assistenza. Essere esposti di frequente alla minaccia sismica ha preparato in modo efficace gli abitanti. È un caso per il quale si può usare il termine resilienza. È replicabile un concetto simile di fronte all’altra seria minaccia che Taiwan deve affrontare, cioè la pressione quotidiana della Cina Popolare per arrivare all’unificazione che i taiwanesi non vogliono, una pressione che non esclude, come ultima istanza, il ricorso alla violenza? Per quel che riguarda il rischio di un’invasione da parte di Pechino, un precedente che possa fare il paio con il terremoto del 1999 non c’è stato. Le minacce militari cinesi sono però quotidiane: nel 2023, 1.709 aerei militari cinesi sono entrati nella zona d’identificazione di difesa di Taiwan e le navi della Marina di Pechino incrociano stabilmente nelle acque attorno all’isola. A questa minaccia, Taiwan non è ancora pronta per rispondere come ha risposto al sisma. Da inizio anno, la leva militare è passata da quattro a 12 mesi. La modernizzazione dell’esercito e delle sue strategie è in corso. Parecchi gruppi di difesa civile sono mobilitati. Ma gli esperti dicono che non basta, c’è molto da fare. Gli stessi esperti aggiungono però che il Partito Comunista Cinese non è necessariamente una forza della natura.