il Fatto Quotidiano, 10 aprile 2024
Domani anche Gramsci torna fra gli operai in lotta di Torino
Un secolo fa Torino aveva 500 mila abitanti di cui 150 mila erano lavoratori dell’industria. Davanti alle fabbriche si incontrava ogni giorno un giovane poco più che ventenne dalla chioma folta e dalla schiena ricurva che si chiamava Antonio Gramsci. Lo ricordava così l’operaio Giorgio Carretto, membro della commissione interna della Fiat centro: “Veniva nell’officina a insegnare e a imparare. Ma quando mai c’era stato un intellettuale che dicesse queste cose? Insegnare e imparare. Bisognerebbe riportarci alla nostra condizione di quel tempo. Noi operai eravamo umiliati, disprezzati, sfruttati, accantonati”.
Fondarono l’Ordine nuovo, diedero vita ai consigli di fabbrica, occuparono gli stabilimenti. Ricorda ancora Carretto: “Gramsci aveva un’idea per noi rivoluzionaria. Che l’operaio diventasse produttore, padrone del processo di produzione della ricchezza”.
Domani a Torino tornano protagonisti i lavoratori metalmeccanici. I sindacati hanno proclamato uno sciopero unitario di otto ore. Non succedeva da 15 anni. Di nuovo gli operai si sentono umiliati, disprezzati, sfruttati, accantonati. Al termine della loro giornata di lotta contro la multinazionale Stellantis, che sta di fatto smantellando quella che fu la città dell’automobile, anche Antonio Gramsci tornerà a Torino. Potremo ascoltare le voci originali dei protagonisti di quella vicenda straordinaria riuniti intorno al giovane ribelle venuto dalla Sardegna, divenuto uno dei più grandi pensatori italiani del Novecento.
La racconteremo Silvia Truzzi e io, con la regia di Simone Rota, al Salone “Pia Lai” di via Pedrotti 5, già sede della Camera del Lavoro. Il sogno di Gramsci è una lettura teatrale prodotta da Loft con il patrocinio della Fondazione Gramsci, ospitata dalla Fiom Cgil. È il nostro modo di aderire alla mobilitazione. Appuntamento alle ore 20.30. Ingresso libero.