Corriere della Sera, 8 aprile 2024
Geppi e le battute che spaventano
Geppi Cucciari è un pericolo pubblico. Non si può stare mai tranquilli con lei. Con la sua ossessione per la battuta fulminea è più fastidiosa di Beep Beep quando strapazza Willy il Coyote. Esempio: se il mago Silvan le si avvicina pericolosamente per un numero di magia nel contenitore televisivo Splendida Cornice (nome immodesto, peraltro), confidando nell’«intelligenza del pubblico», lei replica asciutta: «Non sopravvaluti la qui presente e gli astanti». Usa il medesimo programma per fini personali. Vedi giovedì scorso, che ha chiamato Tony Hadley solo per farsi cantare Through the Barricades. Oppure, peggio, quando ha invitato Matthew McConaughey con la scusa del suo libro per bambini appena pubblicato e, strizzandogli l’occhio, ha ammiccato al loro «piccolo aperitivo» di fine puntata. Non ha rispetto nemmeno per le istituzioni. In radio, a Un giorno da pecora, disse all’ex premier Mario Monti: «Lei è più complesso delle sue giunture». Ma ha superato ogni decenza con Sergio Mattarella, che alla presentazione dei David di Donatello, nel 2019, ebbe il coraggio di definire «un supereroe super partes». Un anno fa utilizzò la stessa cerimonia perfino per chiedere a Nanni Moretti un piccolo ruolo «da pasticciera trotzkista». Il David, poi, in nome del sovranismo, finì con il chiamarlo Davide di Donatello. Del resto, questa benedetta ragazza è sempre stata il cruccio del padre, che voleva per lei un futuro da avvocato o da notaio e lei, invece, nello studio milanese dove stava facendo il praticantato si mise a organizzare uno sciopero. Si è parlato di lei, adesso, perché pare avrebbe dovuto condurre la serata televisiva dei «David di Donatello» accanto a Carlo Conti, ma sarebbe risultata sgradita a una certa politica. Forse perché all’ultimo Premio Strega aveva pungolato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (in un momento di confusa emozione lui aveva dichiarato che avrebbe provato a leggere i libri finalisti, dopo averli già votati). Ma sono tutte «fantasie» e il ministro lo ha chiarito: «Da liberale conservatore, mi oppongo a qualsiasi forma di censura». Il risultato però è che Geppi, dopo anni, non presenterà più il tradizionale incontro dei candidati al Quirinale con il presidente Mattarella. Al suo posto Teresa Mannino. Bravissima, certo. Però, se nemmeno Sangiuliano si opponeva...