Corriere della Sera, 6 aprile 2024
La prima conduttrice trans
Luxuria: «Non mi sfugge che in tv sia una novità
Io trasgressiva? Macché, sono molto tradizionalista»
È un punto di arrivo?
«Non ci sono mai punti di arrivo, io del resto sono in continua transizione».
Cosa prevede?
«Facciamo intrattenimento, ci sarà da ridere, ci saranno momenti divertenti, ilari... oddio ho detto Ilary».
Ecco, ha fatto fuori Ilary Blasi...
«Ma no. Quest’idea del mondo dello spettacolo che appena uno gira le spalle bisogna accoltellarlo non mi appartiene, io il coltello lo uso solo per affettare il pane. Non ho fatto fuori Ilary come lei non aveva fatto fuori Alessia Marcuzzi. Tocca qua, tocca là. Oggi tocca a me».
Scelta direttamente da Pier Silvio Berlusconi, da lunedì Vladimir Luxuria conduce su Canale 5 la nuova edizione dell’Isola dei Famosi.
Il «Grande Fratello» in mano a Signorini che è dichiaratamente omosessuale; l’«Isola» condotta da lei: c’è un significato sociale?
«Non mi sfugge che la prima conduttrice trans sia una novità, ma spero che l’identità sessuale sia presto una caratteristica neutra, che non metta una persona né all’ultimo banco, né in una corsia preferenziale. Dobbiamo andare oltre».
Lei si chiama Wladimiro. Un nome russo. A Foggia.
«Me lo sono chiesta anche io tante volte come mai. Si chiamava così mio nonno paterno che però aveva il busto di Mussolini sulla scrivania: non siamo di origini russe, è un mistero, forse dietro c’è un certo gusto per l’esotico».
Un’anima femminile dentro un corpo che crescendo diventava un fardello. Un’adolescenza difficile.
«Io ho già fatto un po’ di isole nella mia vita, ho superato diversi corsi di sopravvivenza: sono sopravvissuta agli insulti, ai giudizi, alle botte, agli sputi in faccia, alle porte chiuse. Adesso mi sento una che ha tutto il diritto di vivere e non di sopravvivere».
Ci è riuscita con il carattere?
«Il carattere c’è, sicuramente. Ho visto altre persone come me che invece non ce l’hanno fatta e hanno dovuto soccombere. L’altra salvezza è stata la grande passione per la cultura, per gli studi, per l’arte. È stato un grande motore di emancipazione».
Dobbiamo andare oltre e spero
tanto che l’identità sessuale diventi presto una caratteristi-ca neutra, che non metta una persona né all’ultimo banco, né in una corsia preferen-ziale
C’è qualcuno che non perdona?
«Io non vivo di rancore. Non conosco nemmeno l’odio. Ci sono persone che mi hanno fatto male, ma vado oltre».
Nel suo oltre odierno c’è «L’isola». Ha fatto tutta la gavetta: concorrente con Simona Ventura, inviata con Nicola Savino, opinionista con Marcuzzi e Blasi.
«Mi sono trovata bene con tutti. Io tendo a fare squadra, non sono una rompiscatole, in ogni occasione sono consapevole del mio ruolo e cerco di non strafare. Mi sono sentita con tutti loro, ma non dirò cosa mi hanno detto: fondamentalmente devo essere me stessa. Devo stare all’erta, come i gatti quando dormono. Non mi devo perdere nemmeno un’espressione facciale di un naufrago, non mi deve sfuggire nulla».
È più istintiva o più razionale?
«Il mio motto è affrettati con calma. So di essere molto istintiva, ma cerco di domarmi, perché a volte non puoi dire tutto quello che vorresti».
Come si è preparata? Da secchiona?
«Sono Cancro, a quello devo la mia parte più umorale e pazzerella; ma ho l’ascendente in Vergine: da lì arriva la precisione, il dover prendere tutto sul serio».
Busi disse di lei: «È uno che ce l’ha fatta, ma è diventato un gay da regime, che va in tv in maschera e la cui funzione politica è filogovernativa».
Ride. «Busi è uno che ha una parola buona per tutti, ma il suo stile provocatorio mi manca. Io comunque non mi sento un gay di regime».
Ha attraversato ogni trasgressione, qual è invece la cosa più borghese che fa?
«Ma io sono una finta trasgressiva! Sono molto tradizionalista, tengo alla famiglia, anche Luxuria ormai è solo un nome d’arte... Una volta folleggiavo, ero la regina della movida. Prima tornavo a casa alle sei di mattina, ora alle sei mi sveglio».
Su Rai Radio1 conduce «Il rosso e il nero» con Storace: lei di sinistra, lui molto all’opposto: come fa a condividere lo stesso studio con uno così?
«Non ho paura di confrontarmi con chi la pensa diversamente da me, l’unica paura era se funzionavamo radiofonicamente. Spesso battibecchiamo, ma i nostri contrasti non risultano sgradevoli, del resto si litiga dappertutto».
Sono sopravvis-suta agli insulti, ai giudizi, alle botte, agli sputi in faccia, alle porte chiuse
Però io non conosco l’odio e adesso mi sento una che ha tutto il diritto di vivere e non di soprav-vivere
Giorgia Meloni prima premier donna.
«È un dato storico, ma mi dispiace che siano stati loro i primi a farlo; per la storia della sinistra avremmo dovuto essere noi a dare l’esempio. Ma come non basta essere trans per condurre l’Isola, non basta essere donna per fare l’interesse delle donne».