Corriere della Sera, 7 aprile 2024
Slovacchia, vince Pellegrini. Delusione per gli europeisti
Il candidato del governo, Peter Pellegrini, ha vinto il ballottaggio alle elezioni presidenziali in Slovacchia. A scrutinio concluso stacca con il 53,1 per cento Ivan Korcok, scelto dall’opposizione che ottiene il 46,9. Lo spoglio nella capitale è stato più lento: nonostante exit poll incoraggianti, non è stato sufficiente il recupero di Korcok, che si è detto «deluso e disilluso» e ha parlato di un voto deciso dalla «paura, diffusa da chi ricopre incarichi statali». Pellegrini ha rivendicato: «Non mi sono lasciato spezzare da alcun attacco».
Il presidente ha un ruolo cerimoniale. Comanda le forze armate, però, e ha potere di veto: non è totale, viene meno se il Parlamento riapprova, ma la presidente uscente Zuzana Caputová l’ha maneggiato con efficacia, portando alla Corte costituzionale le proposte di legge più controverse di Robert Fico, che l’ha accusata di essere «una spia americana». Caputová non si è ricandidata per le minacce online, anche dai sostenitori del primo ministro. Fico deve il quarto mandato all’amico-nemico Pellegrini. Terzo alle urne a fine settembre, gli aveva consegnato la maggioranza, allargata all’estrema destra di Sns. In cambio il premier l’ha sostenuto alle presidenziali. È stato il favorito fino al primo turno, quando si è trovato a inseguire. Korcok è stato ministro degli Esteri nella parentesi (2020-23) in cui ha governato l’opposizione. È stato ambasciatore negli Usa e in Germania, rappresentante alla Nato e all’Ue. Da indipendente, ha ricevuto l’investitura degli europeisti di Slovacchia Progressista, dei Cristiano-democratici e di Libertà e Solidarietà (SaS), che fa parte dell’Ecr. Aveva chiuso in testa, in rimonta, il primo turno, col 42,5%. L’opposizione ha sperato di ripetere le vittorie del 2014, con Andrej Kiska vincente proprio su Fico, e del 2019, con Caputová, prima presidente donna. Il differenziale, due settimane fa, era di 5,5 punti. Da allora Pellegrini ha incassato 4 endorsement su 9 candidati. Korcok due. Il terzo, Stefan Harabin (11,7%), ufficialmente non si è schierato. Ma la base dell’ex magistrato, populista e pro Cremlino, è più sovrapponibile al pacifismo di facciata di Pellegrini, che l’ha corteggiata con dichiarazioni filorusse, rispetto all’atlantismo di Korcok. L’affluenza, salita al 60,6%, può essere indice di un travaso. «A sei mesi da quando il governo di Fico è entrato in carica, mentre ha cominciato a fare modifiche problematiche alle leggi, sul modello ungherese, il voto ha mostrato che l’opinione pubblica è divisa – spiega Michaela Terenzani, giornalista del quotidiano Sme —. In questo, i risultati possono essere un indicatore di come i cittadini giudicano il governo, rappresentato da Pellegrini». Nel gruppo Visegrád, Bratislava si è riavvicinata all’Ungheria di Viktor Orbán, allontanandosi da Repubblica Ceca e Polonia. Dopo un incontro, a marzo, tra il ministro degli Esteri slovacco e quello russo Sergei Lavrov, Praga ha protestato sospendendo le riunioni intergovernative. Per Fico quel bilaterale era prova di un posizionamento «bilanciato». Pellegrini, per calcolo, si mostra più moderato di lui. «Resteremo nell’Ue e nella Nato», ha assicurato al seggio. In campagna elettorale ha dato del «guerrafondaio» a Korcok, che è favorevole agli aiuti militari all’Ucraina. «Dalle elezioni dipende il futuro orientamento del Paese», ha detto il candidato dell’opposizione.