5 aprile 2024
DALLE POPPE RIFATTE ALLE CRIPTOVALUTE: L’INCREDIBILE ASCESA DI GIANCARLO DEVASINI – IL 60ENNE TORINESE, INCORONATO DA “FORBES” COME QUARTO UOMO PIÙ RICCO D'ITALIA, CON UN PATRIMONIO DI 9,2 MILIARDI, HA FATTO LA SUA FORTUNA FONDANDO THETER, CRIPTOVALUTA CONSIDERATA PIÙ STABILE DEI BITCOIN – PER ANNI HA LAVORATO COME CHIRURGO PLASTICO: “QUANDO UNA DONNA VENNE PER FARSI RIFARE I SENI DECISI DI FERMARMI E CAMBIARE VITA” – PAOLO ARDOINO, AD DI TETHER: “DEVASTINI È UN GENIO CHE HA CAMBIATO LA VITA DI MILIONI DI PERSONE” -
1 - L'EX CHIRURGO PLASTICO CHE LASCIÒ IL BISTURI E DIVENNE MILIARDARIOEstratto dell’articolo di Lodovico Poletto per “la Stampa” Alla soglia dei 60 anni, l'uomo che disse no alla chirurgia plastica, è stato incoronato dalla bibbia dei ricchi - la rivista «Forbes» - come il quarto italiano più ricco del Paese. Nove miliardi e 200 milioni di patrimonio.
[…] l'illuminazione sulla via di Damasco, allo svincolo «criptovalute». E così adesso si conosce il nome di Giancarlo Devasini, classe 1964, Torinese di nascita. Una laurea di medicina in tasca, conseguita a Milano. Un periodo più o meno lungo con il bisturi in mano fino al giorno all'abiura, raccontata da lui stesso: «Quando una donna venne per farsi rifare i seni...». Disse no, Giancarlo Devasini. Posò il camice e ferri della chirurgia e iniziò la sua nuova vita.
[…] L'addio alla medicina lo fa avvicinare all'elettronica, fonda un gruppo che cresce in fatturato e che - lui stesso - racconterà di aver venduto poco prima della crisi finanziaria del 2008. Passano due decenni, dal gran rifiuto a quel dì. In questi vent'anni Devasini fonda società. Entra nel mondo delle vendite di hardware per computer.
Si fa chiamare «Merlin», come il mago Merlino. Inanella affari e qualche inciampo, ma sono cose di poco conto. Poi, un giorno, l'ex medico decide di mollare tutto, per la seconda volta nella vita gira la testa dall'altra parte ed entra nel mondo delle criptovalute. Ecco, è lì che Devasini fa il grande salto. Altro che chirurgia plastica. O prodotti in vendita per i pc.
Anno Domini 2012. Il mondo già sa cosa sono i Bitcoin, la criptovaluta incuriosisce, inizia a far ricco qualcuno. Altri storcono il naso. Resta il fatto che rende. E sul palcoscenico finanziario si affacciano altri player. Devasini punta dritto lì. Nasce la prima società «Bitfinex» e poi nasce «Tether» fondata con Brock Pierce, un altro profeta delle criptovalute, con un passato da attore di non primissima fila. Ma tant'è: il connubio sembra funzionare.
Oggi «Bitfinex» è diventata uno dei più importanti «exchange» di criptovalute, mentre «Tether» è una delle principali «stablecoin» termine che tradotto in italiano significa che «il valore è ancorato ad altri beni». E secondo gli esperti sarebbe meno «volatile» del Bitcoin.
Quanta ce n'è in circolazione? Di nuovo gli esperti: «Ci sono token in circolazione per almeno 60 miliardi di dollari». Di «Mr Merlin» si sa poco altro. Costa Azzura, isoleVergini inglesi, una vita in movimento. Torino come luogo di partenza. Il patrimonio come risultato di una scalata e qualche maroso.
E si torna a Forbes. Che conferma che l'uomo che ha il patrimonio più consiste del Paese è sempre l'imprenditore Giovanni Ferrero, l'uomo della Nutella, che ha un patrimonio di 43,8 miliardi di dollari, il più alto che Forbes gli abbia mai attribuito. È la ventiseiesima persona più ricca del mondo, nonché la quarta d'Europa [...]
2 – PAOLO ARDOINO: «IO, GIANCARLO DEVASINI E I BITCOIN, ECCO LA NOSTRA STORIA» https://torino.corriere.it/Estratto Dell’articolo Di Christian Benna Per Https://torino.corriere.it/
Università di Genova, 2009. «Guadagnavo 800 euro al mese. Ricercatore informatico a contratto e sottopagato come tanti altri. E c’era pure da pregare per ogni rinnovo di assegno di ricerca. Dopo 2 anni ho deciso di mollare tutto. […] La mia fortuna è stata incontrare Giancarlo Devasini, un genio che ha cambiato la vita di milioni di persone».
Paolo Ardoino, 39 anni, originario di un piccolo paese dell’entroterra savonese, Cisano Sul Neva, è oggi il ligure più ricco d’Italia: un patrimonio stimato di 3,9 miliardi, nella classifica di Forbes più in alto di Luciano Benetton e John Elkann.
Da ottobre 2023 è amministratore delegato di Tether, la piattaforma di stablecoin da 106 miliardi di capitalizzazione creata 10 anni fa da Giancarlo Devasini, 59 anni, il torinese più ricco d’Italia, 9 miliardi di patrimonio stimato, 270esimo nel mondo.
«Molti scrivono che Giancarlo è un ex chirurgo plastico. In realtà si è dedicato a fare imprese tech per 30 anni. Credo che abbia fatto davvero pochi interventi in sala operatoria. Lui è un imprenditore che ha avuto un’idea semplice ma estremamente innovativa».
Grazie alla criptovaluta UsdT, il dollaro digitale, con ogni token del valore di un dollaro e supportato da riserve fisiche, in Treasury bonds statunitensi. «Come sono diventato suo socio? Gradualmente, ma è partito tutto nel 2014, quando gli ho detto una scomoda verità, all’inizio della nostra collaborazione: stava sprecando soldi; il software che utilizzava il suo exchange Bitfinex - e che mi aveva chiesto di integrare nella piattaforma di trading, assumendomi - non avrebbe potuto sostenere l’aumento esponenziale di transazioni che poi si verificò […]»
[…] «[…] Ma noi abbiamo avviato Tether nel 2014 senza uno spirito speculativo, bensì come uno strumento tecnologico-finanziario con l’obiettivo di stabilizzare gli scambi di criptovalute. Le piattaforme finanziarie tradizionali utilizzano metodi e tecnologie lenti, che dialogano tra loro poco e male, e nella blockchain abbiamo intravisto la possibilità di risolvere questi problemi. In pochi anni siamo balzati da 1 a 100 miliardi di circolante con un’idea semplice che, proprio per questa sua caratteristica, è diventata una valuta anti-inflazione enormemente diffusa tra i soggetti non bancabili, che nel mondo sono quasi 3 miliardi».
[…] Devasini non ama l’idea di diventare un personaggio pubblico. «Lui è riservatissimo. Sempre in viaggio, iperattivo, propositivo. Con Torino i legami sono molto rarefatti, e anche io torno poche volte a Genova, anche se gusto ancora oggi l’olio fatto lì dai miei genitori».
Nel 2017 l’unica battuta d’arresto con la procura di New York, che contesta la spiegazione pubblicata online sull’allocazione e la gestione delle riserve. «Problema risolto. In pancia abbiamo 90 miliardi di bond americani, più del 10% di quanti ne ha la Cina, gestiti in grandissima parte dalla statunitense Cantor Fitzgerald. Se non siamo solidi noi…».