la Repubblica, 4 aprile 2024
Amori segreti e sesso negato L’intimità ai tempi della guerra
RAFAH – Quella che stiamo vivendo da mesi è la guerra più lunga da quando Hamas governa la Striscia di Gaza. Sono quasi sei mesi che viviamo sotto le bombe e cresce la percezione che questa non è più soltanto una situazione temporanea ma una nuova condizione: per sopravvivere, non solo nel fisico ma anche nella mente, bisogna adattarsi a questo nuovo stile di vita. Così nonostante la fame e le operazioni militari israeliane che continuano a minacciare Rafah, si respira tra la popolazione la voglia di andare avanti.
Ognuno prova a farlo a suo modo, superando il pudore di provare a godere di momenti di spensieratezza nonostante il lutto che ci circonda. Viaggiando verso il centro della Striscia negli ultimi giorni mi è capitato di osservare che la strada costiera si è animata di vita da entrambi i lati. Ci sono venditori ambulanti che si sono inventati un lavoro improvvisando banchi di mercato sui quali dispongono cibo, quasi sempre arrivato grazie agli aiuti umanitari, ma anche caffè e sigarette. Iniziano ad aprire anche ristoranti di strada cheservono carne grigliata, non solo soltanto di pollo ma anche di manzo che finalmente arriva surgelato dopo mesi di totale assenza. Felicità oggi è anche addentare un pezzo di manzo.
Ma felicità è soprattutto concedersi una passeggiata sulla spiaggia e c’è chi timidamente prova a farlo camminando mano nella mano. Ci sono anche le amiche che si mettono in posa per scattare una foto, le famiglie che giocano al sole con i loro bambini, le donne incinte che trascorrono del tempo all’aria aperta. Deboli segnali di una vita che riprende e di una popolazione che inizia a smettere di essere soltanto impaurita dalla guerra.
Anche l’amore sembra essere tornato a farsi spazio nel dolore e in tanti, non vedendo più una fine a questa guerra, prendono decisioni. Ultimamente mi è capitato di sentire di almeno due matrimoni di coppie fidanzate da prima della guerra che hanno voluto portare a termine la loro promessa sposandosi nella tendopoli di Rafah. La scorsa settimana a Deir al-Balah si è tenuta anche una cena di fidanzamento: i futuri sposi Mohammed, 27 anni, e Maran, 20 erano insieme da due anni ma hanno deciso di non aspettare oltre. Lo hanno fatto organizzando una ristretta cena di famiglia, non una festa come sarebbe stato in tempi normali: ci si sente in colpa a provare gioia quando intorno c’è soltanto dolore.
Tornare a vivere però non significa riuscire a farlo con normalità. Uno degli aspetti che molte coppie vivono con frustrazione è quello dell’assenza di una vita sessuale. Sono pochi i privilegiati che abitano ancora nelle loro case, dove è possibile avere un’intimità; la maggioranza della popolazione è sfollata in tende dove coabitano decine di persone molto spesso divise tra uomini edonne. Così mogli e mariti dormono separati e trovare la privacy per fare l’amore è impossibile. La maggioranza delle persone con le quali ho parlato mi racconta di averlo fatto non più di una volta dall’inizio della guerra e questo comporta anche un problema demografico che potrebbe colpire la popolazione nel post – guerra.
Molti uomini lamentano la rabbia di non avere più una vita normale fatta di intimità con le proprie mogli e chi può cerca di affittare appartamenti anche per trovarsi finalmente soli. Le case libere però sono introvabili e i prezzi dieci volte più alti del normale. Fare sesso a Gaza oggi è un privilegio riservato ai benestanti e, pur avendo le condizioni, per tanti è impossibile lasciarsi andarementre fuori continuano a cadere le bombe.
Non bisogna dimenticare che la nostra è una comunità conservatrice che da 17 anni vive sotto il regime di Hamas che ha imposto uno stile di vita che nega l’amore fuori dal matrimonio. Parlarne per i single è un tabù, ma è evidente che tra le migliaia di persone sfollate in tanti si sono conosciuti e magari innamorati. Il problema resta quello della condivisione dell’intimità: finora queste relazioni venivano vissute segretamente grazie soprattutto a chat e social. Ora però le connessioni sono scarsissime e parlare online con una persona amata è diventato impossibile: la sfida di questi innamorati sotto le bombe è anche trovare nuovi modi per stare vicini.