il Giornale, 4 aprile 2024
Schäuble e il rifiuto da gran signore. «Mi chiesero di sostituire la Merkel»
Berlino Dei morti non si deve dire che bene. Non è semplice nel caso di Wolfgang Schäuble che, scomparso il 26 dicembre 2023 all’età di 81 anni, è stato tra i protagonisti della storia della Germania contemporanea, della cui riunificazione fu artefice. Nella sua esistenza votata alla politica, l’esponente della Cdu ha ricoperto gli incarichi di ministro dell’Interno (1989-1991 e 2005-2009) e delle Finanze (2009-2017). In quest’ultimo ruolo, Schäuble ha applicato tutta la sua severità che sconfinava nell’intransigenza.
Guardiano del rigore di bilancio nell’Ue, fu il ministro delle Finanze tedesco a definire nel 2015 l’uscita della Grecia dall’euro «la soluzione migliore», mentre il Paese sprofondava nella crisi del debito sovrano che minacciava di contagiare l’intera Eurozona.
Non sempre bene si può parlare bene dei defunti. A volte, sono i morti a riprendere voce, come lo stesso Schäuble, le cui memorie verranno pubblicate postume in Germania l’8 aprile dalla casa editrice Klett-Cotta, la stessa di Ernst Jünger. Nel volume, visionato in anteprima dal settimanale Stern, l’esponente della Cdu rivela un piano di putsch per rovesciare l’allora cancelliera Angela Merkel nel 2015, durante la crisi dei rifugiati che investì la Germania. Un «golpe bianco» tra i popolari ordito dall’ex presidente Csu Edmund Stoiber. Oppositore delle politiche di Merkel per l’accoglienza dei migranti, Stoiber incitò l’allora ministro dell’Interno Horst Seehofer della Csu ad attaccare la cancelliera, presidente della Cdu. Schäuble aggiunge che Stoiber voleva convincerlo a «rovesciare» Merkel e a sostituirla come capo del governo federale, ma gli oppose un fermo rifiuto. L’ex ministro delle Finanze sottolinea: «Sono rimasto convinto che il rovesciamento del nostro cancelliere avrebbe potuto solo danneggiare il nostro partito a lungo termine senza risolvere veramente il problema. Questa era la mia concezione di lealtà, forse per gli standard odierni sembra un po’ antiquata».
Fedeltà e obbedienza teutoniche erano tra le doti di Schäuble. Tuttavia, al guardiano del rigore non mancava l’ironia, che nelle sue memorie lo porta a sorridere sia del «golpe» di Stoiber sia di se stesso. Il piano del putsch viene liquidato come «un po’ assurdo» da uno Schäuble che ricorda come nel 2015 avesse già 73 anni e fosse paralizzato «da più di un quarto di secolo» a seguito di un attentato subito nel 1990. L’ex ministro delle Finanze continua: «Quando il 4 settembre 2015 la cancelliera ha assunto la decisione, che in retrospettiva è stata fondamentale, di mantenere le frontiere aperte ho pensato che fosse giusto per ragioni umanitarie e di politica europea». A questo elogio, Schäuble affianca una critica di Merkel, che forse è il lascito più importante delle proprie memorie, bocciando la «costante ricerca di compromessi» da parte della cancelliera in cui degenerava la sua politica dell’equilibrio.