Corriere della Sera, 3 aprile 2024
Il Vangelo secondo Kirill
Ma che razza di Vangelo ha mai letto e studiato e amato Vladimir Michajlovič Gundjaev, il Patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie col nome di Kirill? «Da un punto di vista spirituale e morale», ha detto l’altro ieri parlando dell’invasione dell’Ucraina, «l’operazione militare speciale è una guerra santa, in cui la Russia e il suo popolo, difendendo l’unico spazio spirituale della Santa Rus’, compiono la missione di “Colui che trattiene” (o Katéchon), proteggendo il mondo dall’assalto del globalismo e dalla vittoria dell’Occidente caduto nel satanismo». Parole in accecante contrasto con quelle usate in questi anni da papa Francesco: «C’è bisogno di ripudiare la guerra, luogo di morte dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono. La guerra non devasta solo il presente, ma anche l’avvenire di una società. Ho letto che dall’inizio dell’aggressione all’Ucraina un bambino su due è stato sfollato dal Paese. Questo vuol dire distruggere il futuro, provocare traumi drammatici nei più piccoli e innocenti tra di noi. Ecco la bestialità della guerra, atto barbaro e sacrilego! La guerra non può essere qualcosa di inevitabile: non dobbiamo abituarci alla guerra! Dobbiamo invece convertire lo sdegno di oggi nell’impegno di domani. Perché, se da questa vicenda usciremo come prima, saremo in qualche modo tutti colpevoli. Di fronte al pericolo di autodistruggersi, l’umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell’uomo prima che sia lei a cancellare l’uomo dalla storia». E ancora: «Le Religioni non possono essere utilizzate per la guerra. Solo la pace è santa e nessuno usi il nome di Dio per benedire il terrore e la violenza». E ancora: «In nome di nessun Dio si può dichiarare “santa” una guerra». Evidentemente la differenza fra i due uomini ai vertici delle due Chiese cristiane non è solo nella scelta dell’orologio, che nel caso di Francesco è minimalista e in quello di Kirill è un sontuoso Breguet da 30 mila dollari immortalato in una foto ufficiale e poi fatto (maldestramente) sparire col Photoshop. Certo che il passo evangelico «ama il prossimo tuo come te stesso» è più complicato da ritoccare...