ItaliaOggi, 2 aprile 2024
Periscopio
Gli F-16 a Kiev? Se li usano, li colpiremo ovunque si trovino. Anche le [basi Nato] saranno un obiettivo legittimo. Vladimir Putin.
Putin contro «i mini Napoleoni europei: per voi può finir male». il Fattosky quotidiano.
Oh ingozzata di oroscopi! / Vengano qua a salvarti / gli indagatori di cieli / gli scrutatori di astri / quelli che ai noviluni / ti predicono quel che sarà. / Eccoli là / come paglia il fuoco li ingoia. Isaia 47, 1-3, 10-15 (traduzione di Guido Ceronetti, in Trafitture di tenerezza, Einaudi 2008).
La Nato sta aumentando i soldati schierati a protezione dei paesi più vulnerabili: quelli che confinano con la Russia come l’Estonia oppure la Finlandia e quelli che confinano con l’Ucraina come la Polonia. Il movimento di decine di migliaia di soldati è la conseguenza dei report redatti dalle agenzie d’intelligence europee che si preparano all’ipotesi d’un attacco russo contro un paese Nato nei prossimi anni. Cecilia Sala, il Foglio.
La guerra è alle porte. Dobbiamo prepararci. Donald Tusk, premier polacco (da Repubblica).
Dalle ultime dichiarazioni dei vertici del regime russo sugli attentati di Mosca emerge un quadro piuttosto chiaro. Il capo del Consiglio di sicurezza, Nikolai Patrushev, ha detto che dietro c’è «certamente l’Ucraina». I servizi segreti hanno assicurato che a compiere l’attacco sono stati terroristi dell’Isis, ma addestrati in Ucraina (…) con l’aiuto di Stati Uniti e Regno Unito, aggiungendo inoltre che la pista sarebbe stata confermata dalle «informazioni iniziali ricevute dagli arrestati». E questo almeno non è difficile crederlo, viste le condizioni in cui li hanno ridotti. (…) Quanto poi all’idea che un presidente ebreo come Volodymyr Zelensky possa essere il manovratore di un’organizzazione jihadista, nessun problema. (…) Se un presidente ebreo può essere a capo d’un regime nazista, come la Russia sostiene da anni, non si vede perché non potrebbe occupare il tempo libero addestrando terroristi islamisti in Medio Oriente. Francesco Cundari, Linkiesta.
Per quanto l’Isis continui a rivendicare l’attentato, pubblicando mostruosi video d’uccisioni di civili russi, e lanciando minacce al Cremlino, a Mosca continuano a ignorarli. Credere alle rivendicazioni degli islamisti significa, secondo il regime, fare il gioco degli occidentali, che sono i veri colpevoli dell’accaduto. (…) Del resto Putin aveva già fatto capire in passato di considerare Al Qaeda e Isis come creazioni dei servizi occidentali. Anna Zafesova, La Stampa.
Possibile che nessuno [pensi a] una risoluzione Onu contro la Russia per il «cessate il fuoco» e il ritiro delle truppe dall’Ucraina? Possibile che nessuno chieda ai tagliagole di Hamas di mettere i bambini in salvo nelle centinaia di chilometri di gallerie sotterranee dove si nascondono i terroristi e le loro armi? Possibile che i missili contro i condomini di Kiev, gli ospedali pediatrici di Mariupol e le pizzerie affollate di civili non facciano impressione? Possibile che la commissione dei diritti umani di quell’ente malsano chiamato Onu (…) non dica una parola sulle torture e le orecchie mozzate ai terroristi acciuffati in Russia? Pierluigi Battista, HuffPost.
A partire dal 2014 circa Trump ha cominciato a riferirsi ai democratici utilizzando [il termine] «marxisti». (…) Tra le tante farneticazioni, almeno su questo Trump stava dicendo il vero. A partire dagli anni dell’amministrazione Obama, il marxismo ha infatti cominciato a dilagare nei campus universitari (…) così ben mimetizzato da antirazzismo che non ammette dialettica. Le sue origini risalgono al 1973 col saggio Race, Racism and American Law del professore di diritto Derrick Bell, ma è verso la fine degli anni ottanta che prende forma per opera d’un gruppo di giovani marxisti (tra i quali Kimberlé Crenshaw, la madre del femminismo intersezionale) che formulano la teoria critica della razza più o meno sostituendo il concetto di «classe» con quello di «razza». Gli stessi creatori si descrivono come marxisti e riconoscono che la teoria critica della razza è lo strumento principale del movimento chiamato «marxismo critico». La teoria parte dall’ipotesi che il razzismo istituzionale sia responsabile d’ogni svantaggio delle minoranze. (…) In sostanza, non potendo essere provata, questa teoria non può neanche essere messa in discussione e si pone dunque come un dogma: chi dissente dimostra col proprio dissenso d’essere razzista. Alessandra Libutti, la Ragione.
Una cultura accademica che considera «colonialista» Robinson Crusoe, «mascolino» Hemingway, che cancella i nomi del filosofo Berkeley e del fisico austriaco Schrödinger, non avrà problemi a considerare Hamas una banda di «decolonizzatori». Giulio Meotti, il Foglio.
[Ma presto] subentra la sensazione di battere la testa contro un muro, d’apprendere per esperienza diretta quella che Herbert Spencer chiamava la tragedia dell’assassinio d’una Bellissima Teoria da parte d’una Gang di Fatti Brutali. Walter Lippmann, L’opinione pubblica, Donzelli 1995.
Se si è d’accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani, se studieranno in modo potenziato l’italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si insegni approfonditamente la storia, la letteratura, l’arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate. Giuseppe Valditara, X (da Dagospia).
Signori, l’autore di questo guazzabuglio è Giuseppe Valditara, ministro dell’istruzione e del merito. ItaliaOggi.
Scontro sulle candidature. Pd a brandElly. il Tempo.
Il populismo morbido del Pd guadagna simpatie, sempre all’interno del recinto del centrosinistra, rispetto al populismo aggressivo dei 5S. Chissà se e quanto influisce la vicenda scandalosa dei superbonus edilizi e dei 170 miliardi e più dissipati dalle casse statali. [Ma] è un tema che imbarazza anche il Pd, all’epoca al governo con gli ex «grillini». Stefano Folli, Repubblica.
In arrivo [una] serie Netflix sul giovane Berlusconi. Libero.
Francesco I in carrozzella: «Ma ’n se pò fa in smart working ’sta Via Crucis». Osho, il Tempo.
Se andrò in paradiso, rimpiangerò di non avere peccato abbastanza. Roberto Gervaso