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 2024  aprile 02 Martedì calendario

Intervista a Carlo Conte

Il suo verbo preferito continua a essere «pedalare», segue poche semplici regole nella vita: «Non tradire sé stessi e il pubblico, mettere tutti davanti alla tv: generalista è ancora importante». Carlo Conti ha 63 anni, lavora a Roma ma vive a Firenze con la moglie Francesca e il figlio Matteo con i suoi ritmi, e in una Rai che non può permettersi di perdere pubblico è uno degli ultimi baluardi. Odia il gossip, con Tale e quale e Rischiatutto 70 ha portato ascolti notevoli e da sabato torna con I migliori anni, show ultrapop alla decima edizione. «La prima è andata in onda nel 2008», spiega «è come se fosse un unico grande racconto: è un format tutto nostro, che gioca sul passato ma senza nostalgia. Lo abbiamo creato, rinnovato e ogni volta lo proponiamo in maniera diversa». C’è chi è pronto a scommettere che condurrà il prossimo festival di Sanremo, lui replica che deve capire se ha «ancora orecchio».
“I migliori anni” continua, è cambiato il mondo intorno.
«I ragazzi hanno un oggetto solo, il cellulare, con cui fanno tutto. il consumo è molto più veloce rispetto a qualche anno fa, si brucia tutto più velocemente. Il programma è al passo con i tempi, con modi nuovi di fare le interviste, piccole idee. Nella prima puntata verrà Carlo Verdone con tre oggetti da tramandare, un modo per raccontare episodi di vita. Ci sono i ragazzi in studio, avrà questa doppia traccia: il ricordo e la scoperta. Verranno Nile Rodgers, co-fondatore degli Chic, poi Patty Pravo, Captain Sensible, Francesco Gabbani, Wilma De Angelis, che l’8 aprile compie 94 anni. Gli interventi comici sono di Maurizio Battista».
Cosa funziona in tv?
«La leggerezza, quella che mi fa andare in onda il sabato sera».
Contro “Amici” di Maria De Filippi non è una passeggiata.
«Non mi preoccupano più gli ascolti, ho superato quella fase. Mi interessa fare un buon prodotto in linea con la rete, intercettando una bella fetta di pubblico».
Come si intercetta?
«Tale e quale ha una forbice più larga, mette insieme i bambini e i nonni, le esibizioni fanno divertire, si gioca e la giuria ha il suo peso nel successo. Con I migliori anni è difficile allargare la forbice così tanto, ma l’obiettivo è sempre far sedere sul divano tutta la famiglia. Quindi cerchi di incuriosire i più giovani sul passato per far capire che tante mode partono da lontano. Mi interessa fare televisione con un certo stile rispettando il pubblico. Vale per Rai 1 e per Rai 2, ho ideato Dalla strada al palco di Nek che porta allegria con eleganza».
Quale è il segreto di Maria De Filippi?
«Intanto è intelligentissima. Conosce a fondo la televisione: l’ha fatta prima come autrice poi ci ha messo la faccia. Ha avuto al suo fianco un grande maestro come Maurizio Costanzo, capisce come si costruisce un programma e i gusti del pubblico. Entra nel mondo dei giovani con Amici, nei sentimenti con C’è posta per te, in quelli più leggeri con Uomini e donne, cerca il divertimento e il talento a Tú sí que vales. Prende le misure e sa stare un passo indietro».

“I migliori anni” va in onda dal 2008, “Tale e quale show “dal 2012: è così difficile cambiare?
«Costanzo diceva che la televisione crea abitudine e affezione. Per questo certi programmi, anche se ripetitivi, funzionano sempre. Poi vanno rimodulati secondo i tempi, si possono attualizzare – pensi a L’eredità – e continuano a vivere. È un po’ come per le auto, su un modello che funziona si fa un restyling che vive molti anni».
Non è un po’ comodo?
«Le ultime due rivoluzioni in tv sono state Il milionario, che ha scardinato il quiz, mettendo il montepremi record con la multiple choice della risposta e l’interazione da casa, e il Grande fratello».

Che idea si è fatto del possibile addio alla Rai di Amadeus?
«Non ci ho parlato quindi non so neanche se siano vere le voci che girano. Il suo contratto scade in estate. Non so niente ma so che farà la scelta più giusta».
Una certezza c’è: dopo cinque edizioni non farà il prossimo Festival di Sanremo. Lo hanno chiesto a lei?
«Se me lo chiedessero – o forse me l’hanno già chiesto – mi metterò a tavolino e cercherò di capire se ho le energie e l’orecchio moderno per la scelta delle canzoni e del cast. Perché, parliamoci chiaro, il successo di Sanremo dipende dalle canzoni, per il resto è un programma televisivo».
A “Un giorno da pecora”, su Radio1, ha detto che non farà Sanremo 2025, ma non ci crede nessuno.
«Ripeto: devo capire se ho ancora l’orecchio allenato. E, se per caso non dovessi più averlo e rifiutassi, non lo dirò perché mi sembra una mancanza di rispetto nei confronti di chi lo farà».
Ha già condotto tre edizioni nel 2015, 2016 e nel 2017 con De Filippi. Non ha voglia di riprovarci?
«All’epoca ho accettato di farlo perché avevo l’orecchio giusto, pensavo di essere all’altezza. Oggi bisogna vedere se quell’orecchio c’è ancora. Sanremo è cambiato, ce ne siamo accorti tutti: si deve continuare sulla strada che avevo inaugurato, continuata con Baglioni e portata ai risultati che si sono visti con Amadeus. Vince la scelta musicale al passo con i tempi. E non è così scontata».
Che stagione televisiva è questa?
«Uguale a tutte le altre. Ci sono stati conferme, sorprese, ritorni, c’è chi ha cambiato squadra. C’è stato un po’ di calciomercato ma per quanto riguarda l’intrattenimento – e non solo quello – si è capito che il pubblico ama le certezze».
Non è proprio uguale, si è mai sentito a disagio aTeleMeloni?
«Assolutamente no, io faccio intrattenimento. E non ho mai sentito pressioni neanche con TeleRenzi, TeleConte o TeleDraghi».
È stato corteggiato dalla politica?
«Mai. Credo per il mio ruolo equidistante da tutti, forse sono apprezzato per questo».
A casa Conti cosa si guarda in tv?
«Francesca ha un giorno speciale, il lunedì, in cui segue Csi, con quell’ispettore rosso di capelli, Horatio. Mio figlio Matteo ha dieci anni, ha apprezzato Fantozzi e ha scoperto Pierino con Alvaro Vitali. Ha scritto in una tema: “La felicità è abbracciare il babbo e la mamma”, non aggiungo altro. Passi dall’io al noi: le soddisfazioni professionali hanno contato per 50 anni, poi le priorità cambiano».