La Stampa, 31 marzo 2024
Gli stipendi dei banchieri
Banchieri dagli stipendi stellari, sì, ma non tutti sono uguali. Non se la banca in questione è pubblica, perlomeno. Lo sa bene Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena, che nonostante il lavoro svolto finora per risanare l’istituto di credito si ritrova quasi in fondo alla classifica dei ceo di banche più pagati in Italia. Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è il “salary cap” stabilito con la Commissione europea in occasione del salvataggio della banca: lo stipendio del manager non può superare di 10 volte la retribuzione media dei dipendenti Mps. E così nel 2023 Lovaglio ha percepito un compenso che non arriva al milione di euro, 947.400 euro per essere precisi, stando a quanto emerso dalla relazione sulla politica di remunerazione 2024. La somma è composta da una parte fissa di 473.700 euro, soggetta al tetto salariale, e da un bonus di pari importo, maturato proprio per aver superato tutti gli obiettivi, compreso un utile di oltre 2 miliardi lo scorso anno e il ritorno a un dividendo dopo oltre due lustri, previo aumento di capitale da 2,5 miliardi nel 2022 sulla cui riuscita pochi, forse, avrebbero scommesso.Per fare una comparazione, nel 2020, quando era in Creval, Lovaglio aveva guadagnato oltre 3 milioni. Tra l’altro il top manager di Siena non potrà incassare la quota variabile perché è subordinata all’uscita della partecipazione dello Stato dalla banca.Giusto o sbagliato che sia mettere un tetto salariale, sicuramente non è una scelta di mercato. Guardando infatti agli stipendi degli altri ceo di banche, il più pagato è Andrea Orcel, ad di Unicredit, che nel 2023 riceverà un compenso di 9,75 milioni, di cui 3,25 fissi e 6,5 variabili, rispetto ai 7,5 dell’esercizio precedente. Orcel stacca di parecchio il secondo classificato, e cioè Alberto Nagel, numero uno di Mediobanca. Per l’esercizio 2022-23 il banchiere ha ricevuto una remunerazione totale di 5,8 milioni, il 30% in più rispetto ai 4,5 milioni del 2021-22, per via dell’erogazione di una quota dell’incentivo di lungo termine maturato nel piano quadriennale. Nagel supera quindi il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che nel 2023 ha percepito un compenso pari a 4,098 milioni divisi tra una componente fissa (2,620 milioni), invariata dal 2016, e 1,478 milioni dalle quote dei premi legati agli anni precedenti. A questo compenso va poi ad aggiungersi la componente in azioni ricevuta, pari a 1,647 milioni, per un totale di 5,745 milioni. Il presidente della banca Gian Maria Gros-Pietro, per intenderci, ha percepito compensi complessivi per 940 mila euro, tanti quanto Lovaglio.A seguire ci sono poi il numero uno di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, il cui compenso complessivo nel 2023 dovrebbe aggirarsi attorno ai 3 milioni e Piero Luigi Montani, ad di Bper Banca, per il quale al momento è noto solo il compenso dell’esercizio 2022, pari a 1,15 milioni.Se si vuole veramente guadagnare come banchiere conviene però andare in altri paesi europei. Nel Vecchio continente il più pagato è senza dubbio Sergio Ermotti, ceo di Ubs, che nei primi nove mesi dal suo insediamento (era il 1° aprile 2023) ha guadagnato 14,4 milioni di franchi (pari a circa 14,7 milioni di euro). Di questi 2,1 milioni costituiscono il salario fisso e 12,3 milioni la parte variabile come “performance award”, inevitabilmente legata al gran lavoro di integrazione con la storica rivale Credit Suisse che il top banker sta portando avanti.In Spagna troviamo la prima e unica donna cioè Ana Botin di Banco Santander (11,7 milioni nel 2022), seguita nel Regno Unito da C.S. Venkatakrishnan di Barclays (11 milioni) e in Germania da Christian Sewing di Deutsche Bank (9,9 milioni). —