Corriere della Sera, 31 marzo 2024
La Pasqua sociale è in declino
Se le feste comandate fossero società quotate, l’azione pasquale sarebbe in ribasso. La più importante festività cristiana – siamo nati in tanti, ma Uno solo è risorto – soffre i tempi che cambiano. Anche a Natale il sentimento religioso è schiacciato dalle abitudini e soffocato dal commercio. Ma il 25 dicembre resta una data intima e intensa. Le spettacolari incomprensioni familiari che nascono nell’occasione difficilmente si ripetono a Pasqua. Perché la ricorrenza è meno sentita, e il carico emotivo è inferiore.
Perché accade? Una prima spiegazione è legata al calendario: Pasqua è una festa mobile. Dal concilio di Nicea (325 d.C.) cade la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera: quindi, sempre tra il 22 marzo e il 25 aprile. In molte regioni italiane, in marzo, si scia; altrove, a fine aprile, si va in spiaggia. La festa di Pasqua può essere perciò cose diverse. Natale è un appuntamento preciso, che aiuta convenzioni, tradizioni e prenotazioni.
Secondo motivo della crisi pasquale: la stagione. Natale (25 dicembre) è la festa regina dell’inverno; Ognissanti/Defunti (1/2 novembre) la festa d’autunno, insidiata da Halloween; Ferragosto (15 agosto) la festa d’estate. Pasqua – data da definirsi – arriva in primavera, stagione irrequieta. La concorrenza è molta: aprile e maggio sono tempo di viaggi, matrimoni, convegni, congressi, iniziative. Salone del Mobile a Milano, Salone del Libro a Torino, Concerto del 1° maggio e Internazionali d’Italia a Roma, Maggio Fiorentino: molti possono ambire al titolo di festa urbana di primavera.
Un altro motivo per cui la Pasqua sociale perde colpi: i rituali natalizi tengono, brillano, competono tra loro (albero e presepe, babbo Natale e Gesù bambino, cena della vigilia o pranzo il 25). I rituali pasquali sono più blandi, e soprattutto gastronomici. Coinvolgere i bambini con i regali sotto l’albero è facile; più difficile entusiasmarli con l’abbacchio e l’agnello (soprattutto se capiscono che fine fa). Nel mondo anglosassone, per esempio, esiste la tradizione della «caccia alle uova» nascoste in giardino (Easter egg hunt). Da noi le uova sono di cioccolato, con la sorpresa. E talvolta non è quella che avremmo voluto. Vero, Chiara Ferragni?