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 2024  marzo 30 Sabato calendario

“Dopo la morte di Camus molti di noi trovarono in Heinrich Böll un punto di riferimento” ha scritto Goffredo Fofi, “mancò agli altri nostri maestri che praticavano letteratura e politica quell’afflato religioso, quella tensione verso le verità ultime”

“Dopo la morte di Camus molti di noi trovarono in Heinrich Böll un punto di riferimento” ha scritto Goffredo Fofi, “mancò agli altri nostri maestri che praticavano letteratura e politica quell’afflato religioso, quella tensione verso le verità ultime”. Ecco illustrata la fortuna di uno dei più celebri autori tedeschi del Novecento.
Premio Nobel nel 1972, Böll è stato testimone della storia del proprio Paese: dall’ascesa di Hitler al boom del dopoguerra. “Impossibile scindere il narratore e il personaggio pubblico” scrive Lucia Borghese nel suo saggio introduttivo al Meridiano Mondadori. Non si contano le prese di posizione con articoli e interviste “tanto che è difficile trovare un problema di attualità del quale non si sia interessato”. Un intellettuale militante sempre bersaglio di critiche ferocissime. Quando – riferendosi a una cofondatrice del gruppo armato Raf – invocò la necessità di una presunzione di innocenza fino a prova contraria, fu messo sul banco degli imputati come simpatizzante del terrorismo. Uno scrittore tanto lucido da smascherare la falsa coscienza di chi a Ovest voleva dimenticare il passato per consegnarsi al benessere consumista e di chi a Est brandiva l’utopia marxista per autoassolversi dagli orrori del nazismo.
Controprova di questa sua capacità di svelare contraddizioni e ipocrisie è la ripubblicazione negli Oscar Mondadori dei suoi testi umoristici. Tutti i giorni Natale, celebre racconto scelto anche come titolo della raccolta, ha al centro la vecchia zia Milla che impedisce di smontare l’albero di Natale, che vuole festeggiare ogni sera. I familiari si allarmano perché se non viene replicata la festività la donna rischia di soccombere. Ecco allora che alla chetichella si sottraggono alla farsa fino ad assoldare comparse che li sostituiscano.
Böll, nato a Colonia sulle rive del Reno nel 1917, sesto figlio di un falegname, nel 1939 è costretto ad arruolarsi nella Wermacht e spedito a combattere. Più volte tenta di disertare finché viene fatto prigioniero dalle truppe americane fino alla liberazione nel 1945. Nelle sue prime prove narrative, Il treno era in orario del 1949 o Viandante, se giungi a Spa… del 1950 lo scrittore rappresenta in tutta la sua durezza la vita dei soldati tedeschi: malati o feriti sono altrettante vittime del conflitto. Sempre Borghese scrive: “Böll non mostra come gli uomini fanno la guerra, ma cosa la guerra fa agli uomini”. I reduci faticano in seguito a reinserirsi.
E non disse nemmeno una parola del 1953 è il primo romanzo incentrato sulla ricostruzione. Fred Bogner è antesignano di una serie di eroi negativi, di outsider infelici e ai margini. Sullo sfondo di una città in macerie qui il pretesto è un matrimonio in frantumi. Terza fase è la nuova società tedesca, quella del miracolo economico e del riarmo. Emblematiche le figure femminili di Leni Gruyten e di Katharina Blum che animano rispettivamente Foto di gruppo con signora del 1971 – una donna benestante vive passioni amorose per reietti e finisce sull’orlo del fallimento – e L’onore perduto di Katharina Blum del 1974: una governante divorziata viene perseguitata dalla stampa scandalistica per una sua relazione con un rapinatore di banca e finisce per uccidere un giornalista.
Böll non ha mai smesso di denunciare l’ingiustizia e l’ipocrisia della vecchia borghesia che si era riciclata nella nuova. “Forse ha visto la morte più ancora in quell’arroganza dimentica del passato che nella tragedia precedente” ha osservato Alighiero Chiusano, uno dei suoi storici traduttori. Con questa cognizione risuona il capolavoro dell’autore pubblicato nel 1963. Opinioni di un clown ruota attorno al fallimento della relazione tra il clown Hans, che ha la “mistica facoltà di sentire gli odori per telefono”, e la cattolica Marie. A destare impressione oltre alle opinioni radicali contro la Chiesa dell’io narrante la convivenza more uxorio dei due personaggi.
Hans si ribella contro la connessione tra politica e fede, avvitata in una sete di potere e in una visione etica che si identifica con la morale sessuale. Si legge in filigrana tutto il disincanto dello stesso Böll, morto nell’estate del 1985: “Se la nostra epoca dovesse meritare un nome, dovrebbe chiamarsi l’epoca della prostituzione”.