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 2024  marzo 30 Sabato calendario

«Possiamo vivere fino a 180 anni»


Lucia Magnani è stata la prima a parlare di longevità in Italia ed è finora l’unica ad aver unito in un’unica formula tutto quello che serve per contrastare l’invecchiamento. «Noi siamo programmati per vivere più del doppio di quel che viviamo ora» dice da quando nel 2009 è diventata ceo delle terme di Castrocaro, dell’annesso Grand Hotel e del grande bacino termale. Il complesso appartiene alla holding GVM Care & Research che opera nella sanità, nella ricerca e nell’industria biomedicale a livello europeo. La dottoressa Magnani ha rimesso a nuovo la struttura mentre creava la sua Long Life Clinic utilizzando tutti gli strumenti diagnostici e le eccellenze mediche de Gruppo GVM.
Ma davvero pensa che potremmo vivere 180 anni?
«È scientificamente provato che una costante attività fisica riduce del 19 per cento il rischio di episodi cardiovascolari acuti: la prima causa di morte al mondo. Se a questo aggiungi una dieta bilanciata, la lotta allo stress ossidativo, i migliori integratori fisiologici e il più accurato panel di esami che si possa immaginare, sei sulla buona strada. Noi abbiamo un’avveniristica palestra che utilizza tra l’altro l’intelligenza artificiale, un centro con tac, risonanza magnetica, endoscopia, moc e mammografia. Facciamo medicina preventiva e predittiva oltre ad avere un reparto di medicina estetica di fama internazionale».
Che tipo di prodotti e integratori usate?
«Abbiamo un laboratorio interno diretto dal professor Siro Passi che produce i cosmetici da usare in cabina e i nostri celebri integratori. Ce ne sono ormai 21 per ogni area d’intervento: dalla ginecologia alla gastroenterologia, da quella epatica all’immunologia. Noi ci immergiamo anche in un integratore perché la nostra acqua termale contiene clorella, un’alga dal potente effetto antiossidante di cui è stata scientificamente provata l’efficacia nel trattamento del diabete, nelle turbe del metabolismo e contro reumatismi, perdita di capelli, dermatiti e psoriasi. Le nostre sono acque salsobromoiodiche e sulfuree. Hanno un’alta concentrazione di sale che le rende antibatteriche per cui oltre alle cure inalatorie e idropiniche vengono usate anche per uso topico in cabina».
Altri trattamenti della Long Life Formula?
«Abbiamo appena messo a punto uno speciale massaggio con erbe micronizzate e oli essenziali che si miscelano al momento e poi vengono attivate subito prima dell’applicazione con le nostre acque. È un trattamento personalizzato per cui le operatrici preparano un vassoio con tutte le sostanze da massaggiare sulle diverse parti del corpo in base alle esigenze e al percorso prescelto dai clienti. Ad esempio per chi vuole dimagrire e soffre di ritenzione idrica usiamo centella asiatica e altri attivi drenanti sui punti linfatico, tarassaco che è un potente depurativo epatico sul fegato mentre lo zenzero con le sue note proprietà stimolanti del metabolismo viene massaggiato con particolare insistenza sugli organi tipo il pancreas dove avvengono i processi metabolici».
Insomma proponete un’azione sinergica...
«Tutto quello che si fa qui dentro ha una radice scientifica. A me piace parlare di medicina del sano, ma ormai siamo in grado di fare medicina predittiva con esami sofisticati come il Calcium Score che individua le calcificazioni arteriose in fase di formazione».
Oltre alla balneoterapia e alle cure inalatorie fate anche i fanghi?
«Certo. I nostri sono davvero speciali: Leonardo nel Codice Hammer li definisce fanghi di velluto».
Come ve la siete cavati con l’alluvione dello scorso anno?
«Il nostro parco vanta 16 chilometri di percorsi tra querce secolari, sequoie centenarie, cedri dell’Himalaya e piante officinali a ridosso del fiume. Così ha fatto da bacino di contenimento dell’esondazione ma con tutta quell’acqua sono arrivate 44193 tonnellate di fango che, una volta solidificate, avrebbero soffocato la vegetazione. Per portare via tutta quella mota che tra l’altro abbiamo dovuto far analizzare, trasportare e smaltire, c’è voluto il lavoro di 35 camion al giorno per due mesi di fila. È difficile contenere la commozione perché solo adesso con la primavera ricominciamo a vedere qualche filo d’erba e dei fiori».