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 2024  marzo 30 Sabato calendario

Allarme natalità al minimo storico solo sei bebè ogni mille abitanti

ROMA – Altro minimo storico di nascite in Italia, l’undicesimo di fila dal 2013. Solo 379 mila bambini venuti al mondo l’anno scorso, poco più di sei bebè ogni mille abitanti (6,4 contro 6,7 del 2022). La denatalità non conosce soste dal 2008, quando i nati furono 577 mila.
Calano anche i decessi, pari a 661 mila (-8%). Sono però 1,7 per ogni nato. Senza un saldo migratorio positivo di 274 mila unità (erano 261 mila l’anno prima) a compensare, la popolazione italiana sarebbe in forte diminuzione. Invece, dice l’Istat, è stabile: 58 milioni e 990 mila residenti, solo 7 mila in meno sul 2022.
Gli ultraottantenni sono 4 milioni e 554 mila: hanno superato i bambini sotto i 10 anni che arrivano a 4 milioni e 441 mila. Il rapporto tra over 80 e under 10, ora inferiore alla parità, era 2,5 a 1 venticinque anni fa. E di 9 a 1 cinquant’anni fa. Per dirla in un altro modo: nel 1973 c’erano 9 bambini per un nonno.
L’età media della popolazione italiana è 46,6 anni, in crescita di tre mesi. Un quarto dei residenti in Italia è over 65. La Liguria è la Regione più anziana: 29% di over 65 e 10% di over 80. La Regione più giovane (o meno anziana) è la Campania (21% e 5,6%). Il numero di ultracentenari italiani ha raggiunto, a inizio 2024, il suo più alto livello storico, sottolinea Istat, superando le 22 mila e 500 unità, oltre 2 mila in più del 2022.
Si muore di meno e la vita si allunga di sei mesi (83,1 anni: 81,1 per gli uomini e 85,2 per le donne). Due buone notizie. Non così la natalità. Con 1,2 figli per donna contro l’1,24 dell’anno prima, la fecondità è vicina al minimo storico italiano registrato nel 1995 quando il numero medio di figli fu 1,9. Cresce l’età media delle madri al parto: 32,5 anni (+0,1 sul 2022).
Se il Trentino Alto Adige guida la classifica con 1,42 figli in media per donna, la Sardegna la chiude con lo zero virgola: meno di un figlio a testa. In particolare, guardando alle province: Bolzano al top con 1,56, mentre Cagliari e Sud Sardegna in fondo con 0,86.
Firenze invece svetta per età media al parto per le madri: 33,4 anni. Gorizia e Mantova per l’età più bassa: 31,6. Nessuno è sotto i 30 anni. Il calo più forte di nascite si è registrato a Pescara: -11% in un anno, con 1.800 bebè. La più virtuosa è Ancona: +3,2% con 2.700 neonati. Le città con più nascite in valore assoluto sono Roma (25 mila, ma -5,7%), Milano (22 mila, -3,5%), Napoli (23.500, -4,7%).
Gli uomini vivono più a lungo a Firenze: 82,8 anni. Meno a Caserta: 79 anni. Le donne allungano decisamente a Trento: 86,9 anni. Meno bene a Napoli: 83,2 anni. Dopo un triennio tragico di decessi –740 mila, 701 mila e 715 mila, tra 2020 e 2022 – l’anno scorso la mortalità è calata, quasi al livello pre-Covid a 661 mila. A Rovigo si è registrato il calo più importante: -15% a 2.900. Il meno pronunciato a Brindisi: -1,5% a 4.600. In valore assoluto, in testa c’è Roma con 43.400 decessi e in coda si posiziona Isernia con 1.100.
Il calo demografico colpisce di più le aree interne del Paese e il Mezzogiorno, che si svuota anche per migrazioni interne e all’estero. Nel 2023 l’Istat ha registrato 326 mila stranieri in più e 53 mila cittadini italiani in meno (108 mila espatri e 55 mila rimpatri). Un saldo che però non basta.