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 2024  marzo 30 Sabato calendario

Approvata in Francia la legge che protegge i pelati, i rasta e i capelli afro

PARIGI – Un disegno di legge per riconoscere e punire la discriminazione in base alla capigliatura. L’Assemblée Nationale ha adottato in prima lettura una nuova normativa che punta in particolare a impedire ai datori di lavoro di costringere – per esempio – le persone di colore a lisciarsi i capelli per dissimulare i tagli “afro”, in modo da nascondere treccine e dreadlocks. Il testo del gruppo indipendente Liot è stato adottato malgrado le resistenze. «In Francia la discriminazione basata sull’aspetto fisico è già punita, in teoria», ha ammesso il promotore della legge Olivier Serva, deputato dell’isola caraibica francese della Guadalupa. «Ma dalla teoria alla realtà c’è un abisso», ha sottolineato, chiedendo ai colleghi di «chiarire» una «legge fraintesa o poco compresa». Serva ha citato le discriminazioni contro «donne nere che si sentono obbligate a lisciarsi i capelli» prima di un colloquio di lavoro, «persone dai capelli rossi, vittime di molti pregiudizi negativi» o «uomini calvi».
Il testo si ispira a quelli in vigore in diversi stati degli Stati Uniti, tra cui il “Crown Act” emanato nel 2019 in California. Si tratta di un problema «reale, serio e politico», che «colpisce soprattutto le donne», ha sottolineato la deputata di sinistra Danièle Obono, denunciando insieme all’ecologista Sabrina Sebaihi l’esistenza di un «razzismo sistemico». Secondo il relatore, la legge aiuterà le vittime di discriminazioni, sul posto di lavoro e non solo, a far sentire la propria voce e a vincere le cause in tribunale.
Durante il dibattito in parlamento sono state citate diverse testimonianze di discriminazione legata alla capigliatura. «C’è molta sofferenza e dobbiamo tenerne conto», sottolinea Serva, che cita uno studio del 2023 nel quale è stato dimostrato che due donne nere su tre negli Stati Uniti cambiano i capelli per un colloquio di lavoro e che i capelli delle donne nere hanno una probabilità 2,5 volte maggiore di essere percepiti come poco professionali. Il relatore della legge insiste però che la normativa avrà un valore universale, aiutando anche gli uomini calvi o le donne dai capelli biondi o rossi, spesso vittime di battute sessiste.
Il disegno di legge deve ora passare al Senato, dove la destra è maggioritaria e farà resistenza, sostenendo che si tratta di una legge superflua. Fabien Di Filipo, deputato del partito conservatore Les Republicains, ironizza: «Dovremmo aspettarci domani una proposta di legge sulla discriminazione dei calvi, che credo siano sottorappresentati nelle pubblicità degli shampoo?». Philippe Schreck, del Rassemblement National, sostiene che il parlamento dovrebbe lavorare su questioni più importanti, come il debito pubblico del Paese. Il governo ha lasciato libertà ai deputati della maggioranza. «L’iniziativa ha il merito di evidenziare questa discriminazione» ha commentato la ministra francese per l’Uguaglianza, Aurore Bergé.
«Come donna nera originaria della Repubblica di Guinea sono qui con le mie trecce e le mie parrucche», ha detto in aula Fanta Berete, deputata della maggioranza. «Quando ho fatto domanda per certi lavori– ha raccontato – mi è stato suggerito di lisciarmi i capelli». Alcuni deputati hanno citato una sentenza della Corte di Cassazione del 2022 secondo cui Air France aveva discriminato uno dei suoi steward che portava trecce afro. In passato alcune donnecon ruoli pubblici hanno dovuto affrontare critiche e scherno per la loro capigliatura, come l’ex portavoce del governo Sibeth Ndiaye, la vice sindaca di Parigi Audrey Pulvar e la nuova Miss Francia, Eve Gilles.