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 2024  marzo 27 Mercoledì calendario

BUONO 'STO BAROLO, SA DI CAPORALATO - QUATTRO MACEDONI, QUATTRO ALBANESI E UN TUNISINO, SONO INDAGATI CON L'ACCUSA DI SFRUTTAMENTO DI ALMENO 40 MIGRANTI IRREGOLARI, CHE VENIVANO TRASPORTATI NELLE VIGNE DELLE LANGHE PER LAVORARE FINO A 14 ORE AL GIORNO PER 6 EURO L'ORA (IN NERO) - I CARABINIERI HANNO IDENTIFICATO DEI LAVORATORI IRREGOLARI NELLE VIGNE DI ALCUNE DELLE CANTINE PIU' PRESTIGIOSE DELLA ZONA - IL RACCONTO DI ALCUNI BRACCIANTI: "SE IL 'CAPO' SI ACCORGE CHE NON HO LAVORATO BENE MI INSULTA, MI MINACCIA, E DICE CHE..." -

Dodici o quattordici ore di lavoro al giorno. A volte sette giorni su sette. «Salvo pioggia». La paga era di 6 euro l'ora. Pattuiti 8, ma i caporali trattenevano alla fonte 2 euro per il trasporto. «La benzina costa» dicevano. Così i migranti, quasi tutti irregolari, raggiungevano le vigne nobili di Langhe e Monferrato a raccogliere uve e a strappare erba gramigna. […] «Se il "capo" si accorge che non ho lavorato bene mi insulta, mi minaccia, e dice che mi lascia a casa. Spesso passa anche il proprietario del fondo e ci controlla. Se vede qualcosa che non va si arrabbia».

E non solo: farsi male non era contemplato. «Ho visto uno inciamparsi nel terreno fangoso tra le vigne. Si è fatto male, non aveva le scarpe idonee nessuno è venuto a prenderlo per portarlo al pronto soccorso. Lui è rimasto a terra per tutto il tempo fino a quando sono venuti a prenderci per portarci a casa». Sfruttamento e paure. Ecco che cosa racconta l'indagine meticolosa sviluppata dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Cuneo e delle compagnie di Alba e Bra, coordinati dal pm Stefano Cotti della procura di Asti.

[…] «Sfruttamento di manodopera». I braccianti erano migranti arrivati dall'Africa del Nord e dai Paesi subsahariani. Venivano raccolti nelle piazze di Alba, nei pressi della Caritas o nelle vicinanze di un centro di accoglienza, e traghettati sulle colline. A Barbaresco, Barolo, Neive, Mango, nel Cuneese. A Mombercelli nell'Astigiano. O nell'Alessandrino.

Nove piccoli imprenditori, quei «capi-caporali» delle vigne, sono ora indagati. Sono di origine macedone, albanese, tunisina. Ieri per tutti è scattata una misura interdittiva, disposta dal tribunale di Asti: sospensione dell'attività imprenditoriale, alcuni per 12 mesi altri per 8. […]

«Il mio capo - ha raccontato un bracciante di origine nigeriana ai carabinieri - mi viene a prendere al mattino alle 6 e mi riporta indietro alle 19. Dormo su una panchina di fronte alla stazione ferroviaria di Alba». Sono una quarantina i lavoratori identificati dagli investigatori. […]«Accetto queste condizioni perché sono responsabile della mia famiglia in Gambia».[…]

A volte, anche se la paga e misera, inferiore ai 10 euro e rotti previsti dai contratti agricoli, qualche caporale pensa bene di non pagare. «Mi arrabbio con lui, ma non so dove andare a dormire. Così resto col mio capo, a dormire nella sua casa». […] E i committenti? Sapevano dell'irregolarità dei rapporti di lavoro? «Gli accertamenti sono in corso» dicono sommariamente gli investigatori. Nessuna contestazione al momento. I produttori di vino si sono affidati alle imprese di intermediazione stipulando regolari contratti d'appalto. Si sono fidati della correttezza degli interlocutori. Certo è che i carabinieri hanno identificato dei lavoratori irregolari, ad esempio, nelle vigne di Barolo della società Batasiolo, e tra i filari di Neviglie, dell'azienda Montaribaldi di Barbaresco. Nell'olimpo dei vini, insomma.